28 Settembre 2020

La presentazione del nuovo trimestrale ENERGIA: il numero dei nostri 40 anni

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Alberto Clô presenta il numero del quarantennale di ENERGIA: “I nostri primi 40 anni”; “La transizione che non c’è ma che si spera avvenga”; “Separare il grano dal loglio”; “Regulation & Deregulation”. Ne proponiamo un estratto. In fondo al testo è possibile scaricare la presentazione integrale. Buona lettura!

I nostri primi 40 anni

Ogni compleanno, quale i 40 anni di «Energia», è occasione di soddisfazione, ma anche di bilanci e impegni. L’impossibilità di incontrarsi, come a Milano dieci anni fa, ci ha spinto a chiedere al Presidente di Automobile Club d’Italia e ai componenti più attivi del Comitato Scientifico una riflessione su quale sia il «valore» della Rivista nell’attuale contesto informativo ed editoriale sull’energia nel nostro Paese. Quel che, ad avviso di chi scrive, sta soprattutto nel cercare di «dire le cose come stanno» senza cedere al pensiero unico dominante (…).

La transizione che non c’è ma che si spera avvenga

La pandemia ha lasciato dietro di sé macerie, paure, povertà (…). Un unico argomento ne sembra esente: la transizione energetica. Non passa giorno, infatti, che non esca un rapporto, studio, white paper, che sostiene che la pandemia ha costituito una straordinaria opportunità per accelerare la transizione energetica (…). Una costruzione ideale che non è del mondo reale. A partire da due fatti trattati nel mio articolo su questo numero di «Energia». Primo: che la magnificata, auspicata, profetizzata transizione energetica al dopo-fossili è, guardando ai freddi numeri, ancora ferma al palo, all’opposto di quel che sostiene la dominante narrazione sulla renewable revolution (…). Secondo fatto, spiegazione del primo, l’assoluta insufficienza degli investimenti su scala mondiale da cui la transizione massimamente dipende. (…) Che la situazione possa ritenersi migliorata dopo la pandemia è speranza temo illusoria: per lo stato di crisi in cui versa larga parte dell’industria energetica, soprattutto quella degli idrocarburi (ma anche l’elettrica non se la passa benissimo), e per l’incertezza sul futuro di ogni variabile da cui dipende la convenienza ad investire.

A conclusioni non dissimili giungono Enzo di Giulio e Stefania Migliavacca, osservando come l’intensità carbonica dell’energia, chiave di volta del contenimento del surriscaldamento, sia rimasta tra 1998 e 2018 sostanzialmente stabile, mentre nell’elettricità è addirittura aumentata. Il risultato è che, nonostante vi siano segnali di uno spostamento della finanza mondiale verso attività green (…), la velocità della transizione energetica è insufficiente per decarbonizzare l’economia mondiale in tempi utili (…). Partendo da quanto avvenuto nei giorni della pandemia – crollo della domanda, dei prezzi delle fonti fossili, delle emissioni e della maggior resilienza delle rinnovabili – Ivan Faiella e Filippo Natoli si interrogano sulle implicazioni che ne potrebbero derivare per la transizione verso una economia low-carbon e sulle possibili politiche di risposta per raggiungere gli obiettivi sottoscritti nell’Accordo di Parigi. Nei mesi trascorsi, i fondi che investono in asset sostenibili (…) hanno registrato performance molto migliori, attraendo una maggior flusso di investimenti. Vi sono buone ragioni per pensare che la transizione energetica possa beneficiarne e rafforzarsi, anche se altri fattori potrebbero impedirlo: dall’incertezza sul quadro macroeconomico alla scarsità di investimenti verdi. Nel contesto dell’attuale crisi è importante, concludono, evitare che l’attenzione alle urgenze del presente possa attenuare l’impegno alle esigenze di lungo periodo, quale quella ambientale (…). Politiche nazionali o anche regionali, come quella europea, a poco o nulla valgono come si affermò circa mezzo secolo fa alla prima Conferenza internazionale sull’ambiente di Stoccolma.

La possibilità di riuscirvi è tuttavia contrastata, secondo Jeremy Adelman, dalla profonda crisi in cui versava l’ordine multilaterale prima del Covid-19, che, scrive il professore della Princeton University, «ha aiutato di più chi aveva rispetto a chi non aveva. I problemi che avrebbe dovuto risolvere – come la decarbonizzazione dell’economia – sono diventati ancor più complessi. Al crescere delle minacce e della competizione, i paesi forti hanno rinnegato le loro stesse regole. E non vi torneranno a meno che non ne abbiano un incentivo convincente». Concludendo però con il convincimento che «la pandemia offre al mondo l’opportunità – e la necessità – di reinventare la globalizzazione in modo che non sia né nostalgica né tribale».

Separare il grano dal loglio

Il secondo trimestre 2020 sarà ricordato come uno dei peggiori dell’intera storia petrolifera. La totalità delle imprese ha registrato enormi perdite, cash flows negativi, difficoltà a pagare gli interessi sugli elevati debiti (…). Il valore nominale delle aziende ne ha enormemente sofferto al di là del loro valore intrinseco, complice una finanza corsara che non sa separare, o meglio non è interessata a separare, il grano dal loglio (…). Più che guardare alla vacuità di una finanza insostenibile, varrà guardare all’intelligenza degli imprenditori e alla capacità delle loro aziende di uscire dal tunnel della crisi. Come sarà per un’altra azienda italiana, Saipem, che forte della sua storia sta volgendo la sua strategia, come scrive il suo CEO Stefano Cao, verso nuove aree di business adattando ma non rinnegando le valenze che ne hanno fatto una delle imprese leader nelle tecnologie petrolifere (…).

Regulation & Deregulation

Proseguendo un filone avviato negli anni Ottanta, anche in questo numero non manca un articolo sul processo di liberalizzazioni e sulla loro efficacia. Lo facciamo con un giovane studioso, Roberto Cardinale, (…) la cui disamina dei processi di liberalizzazione dei mercati del metano negli Stati Uniti e in Europa lo porta a sostenere che questi abbiano permesso di trarre vantaggio dall’attuale eccesso di offerta internazionale, ma non abbiano ancora generato un cambiamento strutturale che assicuri prezzi bassi e stabili nel lungo periodo (…).

a.c.


Il post è un estratto della Presentazione (pp. 2-5) di Alberto Clô di ENERGIA 3.20
Puoi leggere la presentazione integrale scaricando il pdf


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