14 Settembre 2020

Una liberalizzazione non fa primavera: i prezzi del gas in UE potrebbero risalire

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I prezzi del gas naturale in Europa hanno toccato livelli minimi senza precedenti. Ma le condizioni per mantenerli bassi non sono strutturali e in futuro potrebbero tornare a salire. Secondo molti esperti, la caduta avviatasi prima della pandemia e consolidatasi con quest’ultima è da attribuire in gran parte al processo di liberalizzazione del mercato. Su ENERGIA 3.20 Roberto Cardinale sostiene invece che sia l’eccesso di offerta internazionale a determinare il basso livello dei prezzi. La liberalizzazione ha permesso di trarne vantaggio, ma non ha ancora generato un cambiamento tale da assicurare prezzi bassi e stabili nel lungo periodo. In un contesto di forte dipendenza dalle importazioni come quello europeo, se l’eccesso d’offerta dovesse ridursi, i prezzi tornerebbero ad aumentare.

“Negli ultimi anni, il prezzo del gas naturale nei principali hub europei è diminuito in maniera consistente (…). Tale trend positivo per i consumatori è stato interpretato come un successo delle politiche europee di liberalizzazione (…). Secondo questo punto di vista, dopo più di vent’anni dal loro avvio gli effetti della competizione tra le imprese avrebbero cominciato ad essere tangibili. La creazione di un Mercato Unico del gas avrebbe reso possibile non soltanto un abbassamento dei prezzi, ma anche il rafforzamento della sicurezza energetica, grazie alla crescente interdipendenza tra i mercati nazionali”.

2 doll./mil. Btu il prezzo del gas nei principali hub europei in marzo-aprile, scesi a 1 doll./mil in UK e Olanda in maggio-giugno: un livello senza precedenti in Europa

Non è dello stesso avviso Roberto Cardinale (Assistant Professor presso il Dipartimento di Economia dell’American University in Cairo) secondo cui il verificarsi del medesimo andamento dei prezzi del gas nei mercati internazionali, a causa di una fase caratterizzata da crescente e grande eccesso di offerta, solleva alcuni dubbi sull’incidenza delle politiche europee sul calo dei prezzi.

“Al di là del contributo delle politiche di liberalizzazione (…), è opportuna una riflessione sulla misura in cui l’attuale assetto regolatorio possa portare benefici sui prezzi e sulla sicurezza delle forniture nel caso in cui tale eccesso dovesse venir meno”. Riflessione che propone su ENERGIA 3.20 partendo da un’attenta disamina dei processi di liberalizzazione dei mercati del gas naturale nel Regno Unito, negli Stati Uniti, nell’Unione Europea.

“Alla luce di queste esperienze (Stati Uniti, Regno Unito e in tempi recenti del verificarsi di dinamiche simili in Europa), vi è da ritenere che sebbene le politiche di liberalizzazione possano essere strumenti efficaci per ridurre i prezzi in periodi di abbondanza di gas, esse non rappresentano una soluzione di lungo termine qualora l’abbondanza dovesse derivare principalmente da importazioni”.

Sebbene il calo dei prezzi fosse già in atto a causa di un aumento dell’offerta globale e di inverni più miti, l’epidemia ha avuto un ruolo di primo piano nel consolidare questo andamento

Dal dettagliato excursus relativo al Regno Unito (par. 1. Un modello di successo a intermittenza) si rileva come “per fornire un quadro più completo dei fattori che hanno influenzato l’andamento dei prezzi (…) dagli anni delle riforme, è necessario prendere in considerazione l’andamento nei livelli di offerta e lo sviluppo infrastrutturale. In particolare, è possibile notare che la netta diminuzione dei prezzi negli anni Novanta corrisponde ai periodi di maggiore sfruttamento delle risorse nazionali nel Mar del Nord”.

Quanto agli Stati Uniti (par. 2. Un modello di successo dopo una lunga attesa) “L’evoluzione dell’industria energetica (…) negli ultimi decenni fornisce ulteriori spunti per mostrare che le liberalizzazioni non sempre sono sufficienti ad aumentare la competizione di mercato e a ridurre i prezzi. (…) La conclusione è che l’industria è molto più sensibile alle variazioni nei livelli dell’offerta che ai cambiamenti nella regolamentazione”.

A mettere in dubbio l’efficacia della liberalizzazione è anche il parallelismo nelle fluttuazioni delle curve dei prezzi statunitensi ed europei a fronte delle differenze nei rispettivi regimi regolatori

Infine, per quanto riguarda l’UE (par. 3. Successo raggiunto o illusione temporanea?) “Dopo più di un ventennio di riforme, il processo di liberalizzazione non è ancora concluso nonostante sembri aver subito una notevole accelerazione. Infatti, tali riforme hanno portato all’emergere di sistemi energetici ibridi, caratterizzati dalla coesistenza di aspetti tipici del sistema energetico nazionale accanto a quelli introdotti dalle riforme. (…) Il riscontrarsi dello stesso andamento al ribasso nei prezzi di importazione potrebbe invalidare l’ipotesi che la liberalizzazione abbia avuto un effetto determinante sui prezzi finali in Europa”.

Nelle Considerazioni finali (par. 5) l’Autore pone l’attenzione su come sia “necessario fare distinzioni rispetto al rapporto causale tra questi due fattori – abbondanza di gas e di infrastrutture in rapporto alle politiche di liberalizzazione – e alla rispettiva influenza sulla riduzione dei prezzi. Infatti, l’abbondanza di gas è una condizione imprescindibile per il funzionamento virtuoso di un mercato competitivo”.

Ipotesi avvalorata da alcuni andamenti osservati nei tre mercati analizzati: “in tutti e tre i casi si osserva che la riduzione dei prezzi del gas è avvenuta solo in coincidenza di un notevole aumento dell’offerta, a prescindere dai passi compiuti nel processo di liberalizzazione”.

A differenza degli Stati Uniti, i prezzi attuali in Europa non sono determinati da una condizione di abbondanza interna di gas, ma di abbondanza nei mercati internazionali

Un aspetto di particolare rilievo per l’Europa dove “Nonostante gli alti livelli di dipendenza dalle importazioni (…) negli ultimi anni è stato possibile ottenere prezzi del gas molto bassi”. Cardinale “conviene sul fatto che la creazione di un Mercato Unico del gas abbia contribuito al raggiungimento di questo risultato”, tuttavia “ipotizza che le riforme (…) non hanno ancora indotto un cambiamento strutturale che indichi l’avvento di un’epoca caratterizzata da prezzi bassi”.

Col rischio che quella attuale sia “una condizione potenzialmente di breve termine, che potrebbe mutare se e non appena diminuirà l’offerta nei mercati internazionali. Quel che potrebbe verificarsi in seguito alla crisi attuale, per l’uscita dal mercato di diversi produttori e investimenti upstreamai minimi storici”.

Per scongiurarlo, Cardinale “suggerisce l’opportunità di valutare parametri regolatori meno stringenti nei confronti di strategie industriali di integrazione verticale o di stipula di contratti di medio e lungo termine”. Anche se molto dipenderà da fattori interni alla UE, come “la capacità di gestire la crisi post-Covid e di mettere in atto misure adeguate di stimolo dell’economia”.


Il post presenta l’articolo Riflessioni sull’effetto delle liberalizzazioni sui prezzi del gas di Roberto Cardinale in pubblicazione su ENERGIA 3.20

Roberto Cardinale è Assistant Professor presso il Dipartimento di Economia dell’American University in Cairo

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Foto: Pixabay

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