2 Ottobre 2020

Aggiornamento ARERA: i prezzi rimbalzano, gli oneri di sistema restano un grosso problema

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Pur in un contesto ancora fondamentalmente depresso, i prezzi di elettricità e gas naturale sono tornati a livelli vicini a quelli di inizio 2020. L’aumento della spesa energetica per le famiglie deciso da ARERA rispetto al III trimestre è conseguenza soprattutto – od esclusivamente – della crescita delle componenti legate al valore dell’energia. Per il gas si registra un aumento dell’11,4% del prezzo finale, corrispondente ad una maggior spesa su base annua di circa 96 euro. Per l’elettricità, ARERA ha deciso un aumento del 15,6%, pari a 70 euro circa su base annua. Gli oneri di sistema derivanti da “politiche di sostenibilità” sono una patata bollente di cui ARERA auspicherebbe sbarazzarsi il più possibile.

A marzo 2020 la diffusione del Covid-19 e il conseguente lockdown si sono abbattuti su mercati energetici già caratterizzati da fattori fortemente ribassisti, ampliandone gli effetti e spingendo rapidamente i prezzi dell’elettricità e soprattutto del gas naturale verso minimi storici, toccati nel periodo maggio-giugno. Sul mercato all’ingrosso italiano i prezzi spot del gas erano scesi a giugno fino a 5,9 €/MWh rispetto ai 13 €/MWh di gennaio (e ai 16 €/MWh medi del 2019), mentre quelli dell’elettricità (PUN) erano crollati a 21,7 €/MWh nel mese di maggio in confronto ai 47,5 €/MWh di inizio anno (52 €/MWh nel 2019).

La situazione si era rapidamente riflessa sui prezzi al consumo: per iI secondo trimestre 2020, ARERA aveva definito una riduzione dei prezzi alle famiglie del 18,3% per l’elettricità e del 13,5% per il gas. Diminuzione che per il metano è proseguita anche nel terzo trimestre (-6,7%), mentre l’elettricità aveva conosciuto un leggero rialzo (+3,3%), legato soprattutto alla crescita dei costi di dispacciamento attribuita ad “un aumento dei costi per il funzionamento ed equilibrio del sistema” in un periodo di bassi consumi causa le misure di contenimento dell’epidemia.

Gli ultimi due mesi sono stati caratterizzati da un rimbalzo delle quotazioni su livelli sostanzialmente vicini a quelli di inizio 2020. Quali le ragioni?

Negli ultimi due mesi i mercati sono stati invece caratterizzati da un rimbalzo delle quotazioni che sono gradualmente tornate, sia per il metano che per l’energia elettrica, su livelli sostanzialmente vicini a quelli di inizio 2020, pur in un contesto ancora fondamentalmente depresso.

Relativamente al gas, ripresa seppur modesta della domanda, fattori congiunturali sui sistemi di approvvigionamento e l’inizio del periodo autunnale, hanno dato un po’ di sostegno ai prezzi sui mercati europei, che restano però ancora sensibilmente inferiori al 2019 e soprattutto al 2018.

I prezzi elettrici all’ingrosso hanno risentito soprattutto del rialzo del gas, di un recupero dei consumi e della ripresa delle quotazioni dei permessi di emissione (+40% circa rispetto a maggio-giugno).

Quindi, nel recente aggiornamento dei prezzi tutelati per il IV trimestre dell’anno, ARERA ha tenuto conto della nuova fase di mercato calcolando un aumento della spesa energetica per le famiglie. Analizzando la variazione delle diverse componenti del prezzo finale (si vedano le tabelle), si osserva in effetti che l’aumento rispetto al III trimestre è conseguenza soprattutto – od esclusivamente – della crescita delle componenti legate al valore dell’energia.

Per il gas si è verificato un rialzo del costo della materia prima del 71% circa, accompagnato da un lieve incremento (+5,9%) del costo di commercializzazione all’ingrosso che ARERA lega anche alla stagionalità (maggiore nel semestre invernale). Quasi invariate le altre componenti, salvo una leggera diminuzione di quote perequative connesse ai costi di trasporto, distribuzione e misura. Il risultato è un aumento dell’11,4% del prezzo finale, corrispondente ad una maggior spesa su base annua di circa 96 euro.

+71% il rialzo del costo della materia prima gas naturale, +5,9% il costo della relativa commercializzazione all’ingrosso

Riguardo l’elettricità, il prezzo di generazione dell’energia è stato calcolato da ARERA in aumento dell’88,2% mitigato da una riduzione dei costi per il dispacciamento (-15,5%). Il calcolo è stato effettuato sulla base delle previsioni di costo di approvvigionamento dell’Acquirente Unico (AU) per il trimestre 1 ottobre-31 dicembre, che sconta “la possibilità di mantenere nei prossimi mesi i livelli attuali di prezzo” (di mercato, ndr), nonché tenendo conto del recupero di 32 milioni di euro come differenza tra le previsioni di precedenti aggiornamenti e l’effettiva spesa sostenuta dall’AU. Invariate tutte le altre componenti compresi gli oneri di sistema. L’effetto sul prezzo finale è di un aumento del 15,6% (+70 euro circa su base annua).

+88,2% l’aumento dei prezzi per la generazione elettrica, mitigati da una riduzione dei costi per il dispacciamento (-15,5%)

A proposito degli oneri di sistema elettrici, se a questo giro sono stati mantenuti complessivamente invariati “stante la ancora buona liquidità presente in Cassa” (si intende la CSEA, Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali), è interessante però osservare quanto sottolineato da ARERA. Ossia che la riduzione dei consumi registrata nei mesi tra marzo e agosto “ha avuto effetti non trascurabili sui flussi di gettito in entrata di tali componenti, mentre l’abbassamento del PUN verificatosi nei medesimi mesi ha un impatto significativo sul fabbisogno previsto degli oneri generali di sistema, sia di competenza 2020 che in relazione alle prime stime del 2021”.

Oneri di sistema: una patata bollente nelle mani di ARERA

Conseguentemente l’attuale liquidità presso la Cassa è destinata a ridursi considerevolmente e quindi nel medio termine saranno inevitabili manovre di aggiustamento al rialzo della componente legata al sostegno delle fonti rinnovabili, che potrà essere solo in parte bilanciata dal riequilibrio di altre componenti degli oneri di sistema.

Dati anche i sempre più ambiziosi obiettivi in materia di clima e energia, è evidente come per ARERA gli oneri di sistema derivanti da “politiche di sostenibilità” costituiscano una patata bollente di cui auspicherebbe sbarazzarsi il più possibile. Commentando l’aggiornamento dei prezzi, il presidente dell’Autorità ha osservato come “il quadro generale verrà influenzato, nei prossimi mesi, anche dalle scelte che accompagneranno il Recovery Fund, in particolare per il sostegno alle fonti rinnovabili future, che oggi ricadrebbe sulla bolletta”.


Gian Paolo Repetto è analista dei mercati del gas naturale presso Rie-Ricerche Industriali ed Energetiche


Sull’impatto del Coronavirus sui sistemi elettrici leggi anche:
Lezioni per i regolatori – Post scriptum, di Giovanni Goldoni, 17 agosto 2020
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Lezioni per i regolatori (parte terza): l’impatto del lockdown sul sistema elettrico del Regno Unito, di Giovanni Goldoni, 3 Giugno 2020
Lezioni per i regolatori (parte seconda): l’impatto del lockdown sul sistema elettrico tedesco, di Giovanni Goldoni, 3 giugno 2020
Lezioni per i regolatori (prima parte): l’impatto del lockdown sui sistemi elettrici di Italia, Spagna, Francia, di Giovanni Goldoni, 26 Maggio 2020
COVID-19 e carico elettrico nazionale /3: paesi europei a confronto, di Ettore Bompard, Carmelo Mosca, Stefano Corgnati, 21 Aprile 2020
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Foto: Mario Nicorelli su Flickr

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