5 Novembre 2020

Il dialogo OPEC-GECF: l’alba di un nuovo attore?

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Si è tenuto il 4 novembre il primo incontro di alto livello nell’ambito dell’OPEC-GECF Energy Dialogue. Il rafforzamento della cooperazione ha come obiettivo l’individuazione di politiche che assicurino la sicurezza della domanda e dell’offerta delle rispettive commodities. Oltre alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici, anche l’attuale pandemia sta mettendo in difficolta i paesi esportatori di petrolio e gas. È la nascita di un nuovo protagonista del panorama energetico o un tentativo destinato a restare incompiuto?

Fondata nel 1960, l’OPEC è un’organizzazione intergovernativa composta da 13 paesi esportatori di petrolio (Algeria, Angola, Arabia Saudita, Congo, Guinea Equatoriale, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Emirati Arabi Uniti, Venezuela). La sua fama è nota. È stata data innumerevoli volte per finita e altrettante è stata dichiarata risorta. Da ultimo, nella sua conformazione OPEC+ che vede la partecipazione di paesi esterni all’organizzazione, a partire dalla Russia.

Il Gas Exporting Countries Forum (GECF) nasce nel 2008 riunendo i paesi esportatori di gas naturale e ricalcando le orme dell’OPEC. Conta tra le sue fila 20 membri: Algeria, Angola, Azerbaijan, Bolivia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Guinea Equatoriale, Iran, Iraq, Kazakhstan, Libia, Malaysia, Norvegia, Nigeria, Oman, Peru, Qatar, Russia, Trinidad e Tobago, Venezuela. A livello aggregato controlla il 72% delle riserve private di gas, il 46% della produzione, il 55% dei gasdotti, il 61% dell’export di GNL. Eppure, per molteplici ragioni per lo più legate alle differenze tra le due commodities, non ha mai raggiunto la fama e la rilevanza della controparte petrolifera.

Il 4 novembre si è tenuto il primo incontro di alto livello tra le due organizzazioni. Le delegazioni sono state guidate dai rispettivi segretari generali: il nigeriano Mohammad Sanusi Barkindo per l’OPEC e il russo Yury Sentyurin per il GECF. L’incontro, primo del suo genere, segue il Memorandum of Understanding siglato il 30 ottobre 2019 (con l’obiettivo di “scambiare conoscenze, esperienze, punti di vista, informazioni, dati e pratiche nelle aree di reciproco interesse”) ed è stato preceduto da due tavoli tecnici nel giungo e ottobre di questo anno.

L’OPEC-GECF Energy Dialogue nasce per garantire la sicurezza della domanda e dell’offerta di petrolio e gas naturale

Nel comunicato che è seguito all’incontro, Sentyurin dichiara che il rafforzamento e la strutturazione dell’OPEC-GECF Energy Dialogue “serves as a foundation for the realisation of valid policies that serve as a framework for international collaboration, and guarantee the much-needed security of supply and demand for oil and natural gas.”

Sicurezza messa a repentaglio, nel breve termine, dall’attuale congiuntura economica afflitta dalla pandemia e, nel lungo, dalle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Se l’incontro si è focalizzato sull’impatto della pandemia sui mercati energetici nel breve, medio e lungo termine, non minori sono infatti le preoccupazioni verso le politiche di sostengo alla transizione energetica verso fonti non fossili.

Come evidenzia, da ultimo, Daniel Yergin nel suo nuovo libro The New Map – energy, climate and the clash of nations, i paesi esportatori di petrolio alla lunga saranno i Big Loser della transizione energetica, anche se per i prossimi 10 o 20 anni ne trarranno forti benefici.

Anche se per i prossimi 10 o 20 anni ne trarranno forti benefici, alla lunga i paesi esportatori di petrolio saranno i Big Loser della transizione energetica

Una duplice preoccupazione – pandemia e transizione energetica – che non a caso viene citata e ribaltata a punto di forza nelle parole del Segretario Generale GECF: “Although the current market conditions and lockdowns are multiplying throughout the world, we believe that oil and natural gas industries will always be an essential element in achieving a low-carbon energy system globally and regionally and, that they will support the post-pandemic economic revitalisation.”

Nell’attuale contesto di elevata incertezza è difficile prevedere se questa nuova forma cooperativa sarà in grado di incidere nel prossimo future energetico e proporsi come nuovo attore, come lo fu 4 anni fa l’OPEC+, o se resterà al contrario un tentativo incompiuto di ribaltare quello che da più parti viene ormai ritenuto l’inevitabile corso degli eventi. Il quadro potrebbe risultare più chiaro il prossimo anno, quando a Doha (se si potrà) si terrà il secondo incontro tra i vertici delle organizzazioni.


Su OPEC e petrolio leggi anche:
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Foto: Unsplash

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