18 Dicembre 2020

Time to dance! L’UE debutta sui mercati e in ballo c’è la ripresa economica

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L’Europa si accinge al debutto in società, pronta per il gran ballo dei mercati internazionali. Con il benestare della famiglia ottenuto dopo discussioni che sembrava non dovessero mai finire, in un giorno di luglio nel mezzo di quella che verrà ricordata come un’estate assai strana, diversa da tutte le altre. Sono stati mesi intensi, utili a prepararsi alla ripresa dalla crisi e all’ambiziosa programmazione 2021. La seconda ‘Lettera da Bruxelles’ di Valeria Palmisano Chiarelli per ENERGIA fa il punto sull’attività istituzionale europea degli ultimi mesi e sulle questioni in ballo per il prossimo anno.

“È stato il vertice più lungo di sempre quello che ha portato a un accordo storico (1) nell’album di famiglia dell’Unione Europea. Il 21 luglio si è deciso di sottoscrivere per la prima volta obbligazioni comuni pari a 750 miliardi di euro (Fig. 1) da affiancare a risorse proprie per la dotazione comune di bilancio fino al 2027.

La madre di tutte le innovazioni istituzionali porta il nome di Next Generation EU (NGEU) perché il debito comune non dovrà essere restituito prima del 2028 e perché si guarda davvero al futuro nei mesi che verranno con la riesplosa emergenza sanitaria”.

Nell’ambiziosa agenda 2021 oltre alla ripresa sono in ballo numerose iniziative, proposte e riforme

Non è sempre facile comprendere le dinamiche dietro le quinte dei negoziati di Bruxelles. Alla complessità della programmazione energetica e climatica europea, quest’anno si aggiunge quella della ripresa economica. Su ENERGIA 4.20 Valeria Palmisano Chiarelli riepiloga le recenti novità e le prospettive per il prossimo futuro, che presenta un ventaglio di sfide e opportunità da cogliere per uscire dalla crisi e raggiungere gli obiettivi di transizione energetica.

“Due le date storiche da ricordare. Quella del 9 ottobre, che ha cementato l’accordo raggiunto tre giorni prima dai ministri dell’economia e delle finanze al Consiglio sugli elementi di dettaglio del Recovery and Resilience Facility (RFF) (2), lo strumento più potente nel quadro del NGEU da 672,5 miliardi per il rilancio dell’economia, e quella del 10 novembre, in cui si è raggiunto l’accordo fra le parti sul bilancio comune (3), fondamentale per proseguire il percorso di approvazione degli strumenti per la ripresa.

Il debutto dell’UE nei mercati internazionali è una novità assoluta del 2020, frutto di un negoziato non privo di difficoltà per uscire dall’emergenza Covid-19

(…) Certo, i numeri finali dell’accordo sono diversi da quelli proposti (Tab. 1). Il bilancio europeo da 1.100 miliardi ora ne vale 1.074,3, con tagli anche a programmi importanti per la transizione energetica come il Just Transition Fund, passato da 40 miliardi nella proposta originale della Commissione a 17,5. Da questo strumento l’Italia potrà ricevere fino a 937 milioni (4). Ridimensionata anche la quota in grants del NGEU rispetto alla red line dei 500 miliardi di euro: saranno 390, in larga parte (312,5) da erogare attraverso il RRF e da impegnare in fretta, al 70% entro il 2022 e per il restante 30% entro il 2023 (5).

L’Italia, come noto, è la principale beneficiaria di questa fetta rilevante del RRF con 65,456 miliardi (6), e resta per questo «osservata speciale» con la possibilità – tutta da cogliere – di offrire un paradigma virtuoso non solo sulla quantità ma anche sulla qualità della spesa.

Altrettanto delicata sarà la gestione dell’allocazione dei fondi per i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza nel dialogo fra l’Unione e gli Stati membri

(…) Hanno poi inciso sul negoziato le molteplici valutazioni di politica interna e le diverse sensibilità sulla futura governance per la gestione degli aiuti e per la valutazione di investimenti e riforme – ci si aspetta anche queste senza precedenti come le misure che le finanzieranno – da presentare con i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR). La Commissione avrà otto settimane per valutarli, ma sarà poi compito dei governi approvare le sue raccomandazioni con la possibilità che anche solo uno Stato membro sollevi obiezioni e rimetta la questione al primo Consiglio europeo utile”.

Power up, Renovate, Recharge and Refuel e Connect scandiscono il tempo del futuro low-carbon e digitale dell’Unione Europea

Le diverse iniziative e i programmi di investimento dovranno “inserirsi nelle flagship che la Commissione ha identificato nei suoi orientamenti come prioritarie per una ripresa sostenibile: Power up, per far evolvere ulteriormente il mondo dell’energia verso le tecnologie rinnovabili; Renovate, per catalizzare gli investimenti in un parco edilizio che vede ancora un tasso di rinnovo pari ad appena l’ 1% a livello europeo; Recharge and Refuel, per catalizzare la migrazione dei sistemi di trasporto verso carburanti più sostenibili; Connect, per dotare un continente in smart working di infrastrutture di rete adeguate”.

Seguono alcune anticipazioni sull’agenda 2021, che in materia economica, energetica e climatica vedrà le istituzioni europee impegnate su Tassonomia, SURE, Green Deal, COP26, target emissivi al 2030, revisione dell’ETS, tutti oggetto di ampia trattazione nell’articolo.

Sono in programma 86 proposte legislative per la semplificazione e l’aggiornamento della regolazione europea

“Se il 2020 è stato l’anno dei documenti programmatici, quello che ci aspetta darà alla luce le proposte legislative vere e proprie: 86 quelle nuove da avanzare in via prioritaria, con 41 iniziative ispirate alla semplificazione della normativa sulla scia della Better Regulation, e 29 di aggiornamento della normativa di riferimento (19)”.

Meritano particolare attenzione anche le proposte di innovazione istituzionale dal profondo impatto internazionale, come “l’introduzione di un Carbon Border Adjustment Mechanism, per risolvere il gap in ambizione e strumenti fra UE e paesi terzi che non si sono dotati di politiche efficaci di riduzione delle emissioni, e quella per una digital levy che idealmente dovrebbe interessare i Big Tech e le piattaforme digitali a maggiore incidenza in Europa.

Time to dance!

(…) In tutto ciò l’Europa debutta. Grande abbastanza per affrontare il mondo; giovane abbastanza per rischiare ancora di fare errori. Sta per fare il suo ingresso in sala. Sarà in stile Bahuhaus (20) come vorrebbe Ursula von der Leyen? Chi lo sa. Ci sarà un Walzer, una Quadriglia o la nostra ballerà da sola, come nel film di Bertolucci? È tempo di scoprirlo, ma intanto si è in ballo ed è tempo di ballare”.

Il post presenta l’articolo Accordo storico sul Recovery (pp. 64-68) di Valeria Palmisano Chiarelli pubblicato su ENERGIA 4.20

Valeria Palmisano Chiarelli è Esperta di Affari Istituzionali europei

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Foto: Unsplash


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