La riorganizzazione forzata delle catene del valore è solo l’ultima scossa a un ormai vecchio equilibrio multilaterale. Gli Stati Uniti nel dopo-Trump si trovano a fare i conti con un non molto splendido isolamento. La Cina dà vita alla più grande area mondiale di libero commercio, potenzialmente in grado di condizionare le future politiche americane ed europee. L’Europa muove verso un inatteso rafforzamento grazie all’inconsueta unità tra Italia, Francia e Spagna, e all’assenza della Gran Bretagna. Nel mentre, da più parti si leva la richiesta di maggior intervento dello Stato e di una maggior giustizia distributiva che governi i mutamenti innescati dalle nuove tecnologie nel mercato del lavoro. Tutto questo nell’articolo di Romano Prodi sul trimestrale ENERGIA 4.20.
Oriente e Occidente, ma anche Pubblico e Privato. I risvolti della pandemia vanno ben al di là della sfera sanitaria per sfociare in quella politica ed economica. Quali sono gli effetti combinati del virus e delle scelte politiche dei leader delle principali potenze globali sulla politica internazionale?
Su ENERGIA 4.20 Romano Prodi analizza come la diffusione globale della pandemia impatta sugli equilibri internazionali e sulle strategie economiche di Cina, Stati Uniti ed Europa.
“Non stiamo vivendo solo un Covid-19 sanitario, ma anche una pandemia politica senza precedenti”
Dall’“effetto mascherina” alla nuova ondata di interventismo statale, il virus sta trasformando la globalizzazione rendendo sempre più consapevoli gli Stati dell’urgenza di riportare alcune produzioni nel proprio territorio per ridurre una dipendenza dall’estero che si è rivelata pericolosa in circostanze di emergenza.
Il virus non eliminerà l’interdipendenza economica e commerciale conquistata negli ultimi decenni, ma certamente cambierà le catene del valore specie dei prodotti altamente tecnologici, che non potranno interamente dipendere da paesi appartenenti a una diversa area commerciale.
“Ci dobbiamo aspettare un mutamento nei rapporti internazionali soprattutto nei settori a più elevata intensità scientifica, con una progressiva chiusura nel campo della ricerca”
Come stanno reagendo Stati Uniti e Cina?
Le due grandi potenze globali stanno portando avanti due strategie diverse e per nulla scontate. Se da una parte abbiamo gli Stati Uniti che, rompendo con la precedente linea politica di Obama, hanno seguito la strada dell’isolamento voluta da Trump riducendo la loro presenza internazionale, dall’altra, la Cina è riuscita a colmare il vuoto lasciato dagli USA organizzando con i paesi limitrofi un’area di libero commercio che comprende quasi un terzo dell’economia mondiale.
“Il pragmatismo asiatico, a differenza della teologia americana, ha separato politica ed economia in modo del tutto sorprendente”
Difficile predire il futuro della nuova alleanza commerciale tra la Cina e i paesi del Pacifico, ma la più grande area mondiale di libero commercio è potenzialmente in grado di condizionare le future politiche americane ed europee. L’articolo presenta le possibili strade e gli elementi che possono influire sugli equilibri internazionali.
Importante sarà la risposta degli Stati Uniti e la strategia che intenderà mettere in atto la nuova Presidenza di Joe Biden, specie su temi centrali quali l’alleanza con l’Europa e il ruolo delle sanzioni.
E l’Europa?
Alle prese con un nuovo interventismo che rappresenta un radicale cambiamento rispetto al precedente sistema regolatorio, ritrova una certa unità di pensiero senza la Gran Bretagna e con un nuovo asse costituito da Italia, Francia e Spagna che spinge nella stessa direzione.
“I grandi protagonisti della rivoluzione digitale (Google, Apple, Alibaba, Amazon, eBay, Tencent etc.) sono esclusivamente americani e cinesi”
Il flusso addizionale di risorse pubbliche decise per sostenere la spesa è una grande opportunità ma anche una sfida per il Vecchio Continente che dovrà dimostrarsi in grado di orientarle verso prioritarie aree di intervento. Tra le questioni più urgenti: il potere economico dei grandi padroni della Rete e l’assenza dell’Europa in questo mercato, condizione che la pandemia ha ancor di più accentuato.
La riflessione prosegue toccando altri importanti interrogativi che questa pandemia ha portato necessariamente alla ribalta: dalla ripresa economica della Cina rispetto alle grandi potenze occidentali alla trasformazione e ai nuovi squilibri nel mercato del lavoro, dalle speranze per la cooperazione internazionale riposte nella nuova Presidenza statunitense alle incertezze dovute alle frizioni esistenti fra Stati Uniti, Cina e Russia.
“I mutamenti che abbiamo descritto esigerebbero, come avviene abitualmente dopo i grandi conflitti, una grande «Conferenza Internazionale» dedicata a riscrivere le regole dell’economia e della finanza internazionale”
Necessario, di fronte ai cambiamenti in corso, un maggior dialogo tra le parti volto a riscrivere le regole dell’economia e della finanza globale. Restano, tuttavia, i molti dubbi sull’esistenza delle condizioni utili affinché ciò avvenga; in ballo vi è la capacità di pronta risposta alle grandi sfide poste dalla pandemia.
Il post presenta l’articolo di Romano Prodi Cooperazione e confronto ai tempi della pandemia (pp. 6-9) pubblicato su ENERGIA 4.20
Romano Prodi, Fondazione per la Collaborazione dei Popoli
Foto: unsplash
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login