Un intero Stato si è trovato impreparato ed ha fallito. Tempeste di neve, temperature glaciali, venti impetuosi hanno messo in crisi il suo sistema energetico: gas naturale, nucleare, eolico, infrastrutture. I prezzi di elettricità e gas sono schizzati con punte inedite. Il fallimento chiama in causa la cattiva regolazione del mercato elettrico, l’assenza di interconnessioni e di un capacity market. Ma gli eventi texani evidenziano una volta di più l’estrema fragilità e vulnerabilità che da anni caratterizza i sistemi energetici, specie quelli elettrici, proprio quando la penetrazione dell’elettricità è considerata precondizione per la loro decarbonizzazione. A una domanda elettrica crescente e qualitativamente sempre più esigente si è contrapposta un’offerta sempre più incerta e inaffidabile, con il risultato che il numero dei blackout è ovunque aumentato. La lezione texana deve servire a tutti, perché eventi estremi possono ripetersi ovunque.
Tempesta di neve, temperature glaciali, venti impetuosi. Le cronache di metà febbraio dal Texas sono da incubo. Eventi che si erano registrati anche in passato, nel 2011 un quinto della potenza elettrica era andato fuori uso, ma con conseguenze meno terribili.
Un intero Stato si è trovato impreparato ed ha fallito. Ad essere devastato – effetto e causa insieme di quel che accaduto – è stato in modo trasversale il sistema energetico: dall’elettricità alla raffinazione all’estrazione di petrolio e metano.
Gas naturale, nucleare, eolico, infrastrutture: l’intero sistema energetico del Texas ha fallito
I blackout elettrici hanno colpito per giorni e giorni 4,7 milioni di famiglie americane (3,8 nel solo Texas). Ne è stato interessato il 40% della complessiva potenza elettrica per:
a) le interruzioni delle forniture di metano (ghiacciato nelle tubature) alle centrali termoelettriche;
b) la messa fuori uso della centrale nucleare South Texas da 1.250 MWe;
c) il blocco della metà delle turbine eoliche a causa delle pale ghiacciate.

Un evento devastante per le imprese che avevano sottoscritto contratti per rifornire determinate quantità di elettricità entro certi tempi e che si sono trovate costrette ad acquistarle sul mercato spot per rispettare gli impegni presi.
I prezzi del metano nelle transazioni spot sono passati da 4 a punte di 999 doll./Mbtu.
Quelli dell’elettricità, nei mercati del giorno dopo, dalla media di 26 dollari nel 2020 a punte di 1.500 doll/MWh e per alcuni minuti a 11.000 dollari.
La rete elettrica del Texas non è collegata ai sistemi elettrici degli altri Stati USA
Per quanto tutto ciò sia eccezionale deve essere di lezione perché eventi estremi come quelli cui si è assistito potrebbero ripetersi ovunque. Il loro impatto è stato acuito dal fatto che la rete elettrica del Texas – con l’elettricità alimentata per oltre la metà dalle forniture di gas metano – non è collegata ai sistemi elettrici degli Stati federati confinanti e dipende quindi dalle sue sole risorse.
Il fallimento ha chiamato in causa la cattiva regolazione del mercato elettrico. In Europa le cose sarebbero andate diversamente sia riguardo la disponibilità di elettricità che i suoi prezzi, non vigendo nel Texas il meccanismo del capacity market – pagamenti fatti agli operatori per assicurare potenza negli anni a venire – così che ogni scarsità rimbalza immediatamente sui prezzi.
I danni si sono ripercossi similmente in Messico con un calo di un quinto delle esportazioni di metano che alimentano fabbriche di automobili e con blackout elettrici che hanno interessato 12 dei 32 Stati.
Gli eventi texani evidenziano una volta di più l’estrema fragilità e vulnerabilità che da anni caratterizza i sistemi energetici, specie quelli elettrici, proprio quando la crescente penetrazione dell’elettricità nell’insieme dei consumi è considerata precondizione per la loro decarbonizzazione.
Il numero dei blackout è ovunque aumentato
Risultato: il numero dei blackout è ovunque aumentato. Nel primo decennio di questo secolo ne sono stati censiti 50 di grande rilevanza in 26 paesi. Quelli del 14 agosto 2003 dall’Ohio all’Ontario e del 28 settembre 2003 in Italia hanno coinvolto oltre 100 milioni di persone. Anche nel secondo decennio se ne contano numerosi ad iniziare da quello del 2006 partito dalla Germania che coinvolto 15 milioni di persone.
In pratica, a una domanda elettrica crescente e qualitativamente sempre più esigente si è contrapposta un’offerta sempre più incerta e inaffidabile.
Alberto Clô è direttore di RivistaEnergia.it e del trimestrale ENERGIA
Su sistemi energetici e sistemi elettrici leggi anche:
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