29 Marzo 2021

Distribuzione elettrica: la concentrazione richiede soluzione

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Necessario adottare misure per promuovere la riduzione della concentrazione nella distribuzione elettrica, cui principale operatore ha una quota attorno al 70% tra i piccoli clienti. Occorre promuovere forme più incisive di separazione tra distribuzione e vendita. Nel dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21, Carlo Stagnaro ripercorre le storie parallele delle liberalizzazioni nei mercati retail elettrico e del gas in Italia per arrivare a trarne due importanti conclusioni.

“I mercati retail dell’energia elettrica e del gas in Italia presentano un diverso grado di maturità proprio a causa della organizzazione industriale sottostante: nel mercato gas, la distribuzione è frammentata e in parte separata dal punto di vista proprietario; nel mercato elettrico è concentrata e appartiene a gruppi verticalmente integrati (…). Il completamento della liberalizzazione richiede pertanto politiche diverse”.

Il contributo di Carlo Stagnaro al dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21 (che vede la partecipazione di Tullio Fanelli e Massimo Mucchetti, GB Zorzoli, Chicco Testa, Gian Paolo Repetto) sulla governance sulla rete di distribuzione elettrica si concentra sul differente, pur parallelo, percorso che ha interessato le liberalizzazioni dei mercati del gas naturale ed elettrico.

Ne conclude che nella distribuzione elettrica è necessario adottare misure per promuovere la riduzione della concentrazione – in particolare del principale operatore, che ha una quota attorno al 70% tra i piccoli clienti – e forme più incisive di separazione tra distribuzione e vendita.

L’efficacia della separazione tra le attività libere e regolate nei mercati elettrico e gas è uno degli elementi determinanti per il successo delle riforme – P.L. Joskow

“Nel percorso delle liberalizzazioni, è rimasto in ombra il disegno dei mercati retail. Ciò è dovuto al fatto che (…) il ruolo dei consumatori, specie di piccola dimensione, è stato spesso ritenuto passivo o, comunque, subalterno. Il cambio tecnologico – nella duplice forma di progresso tecnico e innovazione istituzionale – ha reso questa marginalizzazione del consumatore sempre meno sostenibile”.

“Le scelte attuative hanno fatto emergere in molti pa­esi una tensione tra una teoria del­la liberalizzazione, che vedeva una progressiva emancipazione dei pic­coli consumatori dai loro fornito­ri tradizionali, e una pratica della liberalizzazione, nella quale tale percorso di emancipazione era in concreto disseminato di ostacoli”.

A determina­re il successo o meno dell’«ultimo miglio» della liberalizzazione sono stati più gli accidenti della storia che le scelte politiche o regolatorie

L’autore ripercorre quindi le dei mercati italiani del gas naturale ed elettrico, delle loro liberalizzazioni e dei relativi servizi di tutela.

In Italia, “i due mercati erano (all’e­poca) in tutto comparabili, tran­ne nella differente organizzazione del segmento della distribuzione, frazionata nel gas e concentrata nell’elettrico. In questo articolo sostengo due tesi: (i) tale scelta di­pese in gran parte da un fenomeno di cattura della politica da parte degli incumbent; (ii) da essa derivò un disegno dei mercati – in buona parte ancora in essere – che, a sua volta, ne spiega l’attuale struttura”.

Quattro differenti situazioni di partenza “generarono scelte divergenti per quanto riguarda il disegno dei mercati retail” (par. 1. Due storie parallele).

“La diversa orga­nizzazione industriale – con una distribuzione frammentata nel caso del gas, concentrata in quello elettrico – ha spinto il legislatore a definire una tutela di prezzo basa­ta su un approccio decentralizzato nel primo caso, monopolistico nel secondo.”

Nel mercato elettrico il servizio di maggior (sic) tutela viene erogato in regime di monopolio da società afferenti ai gruppi verticalmente integrati

“In più, la separazione ver­ticale si è materializzata nel settore gas in seguito a dinamiche esoge­ne ai mercati di valle (…), mentre non si è affer­mata in quello elettrico, anche per le forti resistenze dell’incumbent.”

“A complicare le cose c’è la diver­sa modalità di determinazione dei prezzi di tutela da parte dell’Au­torità: basata su un algoritmo nel caso del gas, e sulle attività di ap­provvigionamento di un soggetto ad hoc in quello elettrico”.

Tra le problemati­che comuni l’inerzia dei consumatori o, meglio, la scar­sa propensione di alcuni gruppi di consumatori allo switching

“Ne seguono due conclusioni” (par. 2. Soluzioni diverse). “Pri­mo: problemi comuni (l’inerzia di una parte dei consumatori) richie­dono risposte analoghe, ma proble­mi diversi (la concentrazione del mercato) necessitano di risposte differenti. (…) Secondo: (…) È anche neces­sario andare alle cause di tali diffe­renze. È possibile che la maggiore contendibilità del mercato gas di­penda da forme di separazione più radicali delle reti di distribuzione?”

Oltre a interrogarsi sugli effetti delle scelte passate, Stagnaro chiude aprendo un importante interrogativo per il futuro: “alla luce della pros­sima scadenza delle concessioni per le reti di distribuzione elettri­ca, prevista per il 2030: avrà sen­so riaffidare la porzione più vasta della rete? O non sarebbe meglio spezzettarla dal punto di vista ter­ritoriale in modo da creare plurali­smo là dove oggi c’è monopolio? La risposta non è ovvia: ma già porre la domanda sarebbe un passo im­portante”.


Il post presenta l’articolo Distribuzione elettrica: pluralismo o monopolio? (pp. 68-73) pubblicato su ENERGIA 1.21

Carlo Stagnaro è direttore dell’Osservatorio sull’economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni


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Foto: Wikimedia


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