Necessario adottare misure per promuovere la riduzione della concentrazione nella distribuzione elettrica, cui principale operatore ha una quota attorno al 70% tra i piccoli clienti. Occorre promuovere forme più incisive di separazione tra distribuzione e vendita. Nel dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21, Carlo Stagnaro ripercorre le storie parallele delle liberalizzazioni nei mercati retail elettrico e del gas in Italia per arrivare a trarne due importanti conclusioni.
“I mercati retail dell’energia elettrica e del gas in Italia presentano un diverso grado di maturità proprio a causa della organizzazione industriale sottostante: nel mercato gas, la distribuzione è frammentata e in parte separata dal punto di vista proprietario; nel mercato elettrico è concentrata e appartiene a gruppi verticalmente integrati (…). Il completamento della liberalizzazione richiede pertanto politiche diverse”.
Il contributo di Carlo Stagnaro al dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21 (che vede la partecipazione di Tullio Fanelli e Massimo Mucchetti, GB Zorzoli, Chicco Testa, Gian Paolo Repetto) sulla governance sulla rete di distribuzione elettrica si concentra sul differente, pur parallelo, percorso che ha interessato le liberalizzazioni dei mercati del gas naturale ed elettrico.
Ne conclude che nella distribuzione elettrica è necessario adottare misure per promuovere la riduzione della concentrazione – in particolare del principale operatore, che ha una quota attorno al 70% tra i piccoli clienti – e forme più incisive di separazione tra distribuzione e vendita.
L’efficacia della separazione tra le attività libere e regolate nei mercati elettrico e gas è uno degli elementi determinanti per il successo delle riforme – P.L. Joskow
“Nel percorso delle liberalizzazioni, è rimasto in ombra il disegno dei mercati retail. Ciò è dovuto al fatto che (…) il ruolo dei consumatori, specie di piccola dimensione, è stato spesso ritenuto passivo o, comunque, subalterno. Il cambio tecnologico – nella duplice forma di progresso tecnico e innovazione istituzionale – ha reso questa marginalizzazione del consumatore sempre meno sostenibile”.
“Le scelte attuative hanno fatto emergere in molti paesi una tensione tra una teoria della liberalizzazione, che vedeva una progressiva emancipazione dei piccoli consumatori dai loro fornitori tradizionali, e una pratica della liberalizzazione, nella quale tale percorso di emancipazione era in concreto disseminato di ostacoli”.
A determinare il successo o meno dell’«ultimo miglio» della liberalizzazione sono stati più gli accidenti della storia che le scelte politiche o regolatorie
L’autore ripercorre quindi le dei mercati italiani del gas naturale ed elettrico, delle loro liberalizzazioni e dei relativi servizi di tutela.
In Italia, “i due mercati erano (all’epoca) in tutto comparabili, tranne nella differente organizzazione del segmento della distribuzione, frazionata nel gas e concentrata nell’elettrico. In questo articolo sostengo due tesi: (i) tale scelta dipese in gran parte da un fenomeno di cattura della politica da parte degli incumbent; (ii) da essa derivò un disegno dei mercati – in buona parte ancora in essere – che, a sua volta, ne spiega l’attuale struttura”.
Quattro differenti situazioni di partenza “generarono scelte divergenti per quanto riguarda il disegno dei mercati retail” (par. 1. Due storie parallele).
“La diversa organizzazione industriale – con una distribuzione frammentata nel caso del gas, concentrata in quello elettrico – ha spinto il legislatore a definire una tutela di prezzo basata su un approccio decentralizzato nel primo caso, monopolistico nel secondo.”
Nel mercato elettrico il servizio di maggior (sic) tutela viene erogato in regime di monopolio da società afferenti ai gruppi verticalmente integrati
“In più, la separazione verticale si è materializzata nel settore gas in seguito a dinamiche esogene ai mercati di valle (…), mentre non si è affermata in quello elettrico, anche per le forti resistenze dell’incumbent.”
“A complicare le cose c’è la diversa modalità di determinazione dei prezzi di tutela da parte dell’Autorità: basata su un algoritmo nel caso del gas, e sulle attività di approvvigionamento di un soggetto ad hoc in quello elettrico”.
Tra le problematiche comuni l’inerzia dei consumatori o, meglio, la scarsa propensione di alcuni gruppi di consumatori allo switching
“Ne seguono due conclusioni” (par. 2. Soluzioni diverse). “Primo: problemi comuni (l’inerzia di una parte dei consumatori) richiedono risposte analoghe, ma problemi diversi (la concentrazione del mercato) necessitano di risposte differenti. (…) Secondo: (…) È anche necessario andare alle cause di tali differenze. È possibile che la maggiore contendibilità del mercato gas dipenda da forme di separazione più radicali delle reti di distribuzione?”
Oltre a interrogarsi sugli effetti delle scelte passate, Stagnaro chiude aprendo un importante interrogativo per il futuro: “alla luce della prossima scadenza delle concessioni per le reti di distribuzione elettrica, prevista per il 2030: avrà senso riaffidare la porzione più vasta della rete? O non sarebbe meglio spezzettarla dal punto di vista territoriale in modo da creare pluralismo là dove oggi c’è monopolio? La risposta non è ovvia: ma già porre la domanda sarebbe un passo importante”.
Il post presenta l’articolo Distribuzione elettrica: pluralismo o monopolio? (pp. 68-73) pubblicato su ENERGIA 1.21
Carlo Stagnaro è direttore dell’Osservatorio sull’economia digitale dell’Istituto Bruno Leoni
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Foto: Wikimedia
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