17 Marzo 2021

La chiave per il rinnovo del parco circolante

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La pandemia ha determinato il ritorno delle auto private nelle nostre città, tra cui molti veicoli Euro 0-2. Se si considera che lo spettro della recessione frena l’acquisto di veicoli nuovi, più efficienti e performanti, la crisi in corso suscita serie preoccupazioni sotto il profilo ambientale e della sicurezza. Le poche risorse a disposizione, pertanto, dovrebbero essere investite in maniera razionale. Alcune proposte concrete per cambiare la mobilità da ENERGIA 1.21

Il 2020 è stato un anno ricco di incentivi nel settore della mobilità dopo il crollo dei consumi, con l’obiettivo di stimolare l’acquisto di veicoli nuovi, più performanti dal punto di vista della sicurezza e delle emissioni.

Ma come valutare l’insieme delle misure messe in campo? Secondo Giuseppina Fusco (Presidente della Fondazione Caracciolo), le poche risorse a disposizione devono essere orientate a perseguire gli obiettivi più urgenti.

Su ENERGIA 1.21 spiega infatti che, in questo momento, mentre è altissima la propensione al risparmio, per ragioni legate alla pandemia gli utenti preferiscono le auto private ai mezzi di trasporto collettivo o condiviso. Ecco perché intende promuovere con urgenza il rinnovo del parco circolante, evitando che nelle città ritornino autoveicoli vecchi, pericolosi e inquinanti.

Il circolante italiano: molti veicoli con più di dieci anni di età (58%), in cui le autovetture ante-Euro 4 rappresentano il 32%

“Le politiche di supporto all’acquisto e alla rottamazione, incrementate dopo il lockdown, almeno in questa fase, non sembrano aver raggiunto i risultati sperati. I dati mostrano come la variazione delle prime iscrizioni 2020 rispetto a quelle del 2019 sia stata pari al –7% nel mese di agosto e al +10% nel mese di settembre, con un saldo negativo nel periodo gennaio-settembre pari a circa –500.000 veicoli venduti; i dati delle radiazioni confermano ancora un trend negativo (–12% ad agosto e nessuna variazione nel mese di settembre), per un totale di quasi 300.000 veicoli radiati in meno nel periodo gennaio-settembre” (par. 1).

Pur in presenza di incentivi, nei primi dieci mesi del 2020 gli acquisti di auto nuove hanno registrato una contrazione (–38%)

“Come emerge dai dati ACI sulle immatricolazioni di veicoli appartenenti a categorie emissive rientranti nelle fasce incentivate, ad agosto e settembre la percentuale maggiore di auto acquistate è quella della fascia 91-110 g/km CO2. Se poi si osserva la ripartizione per alimentazione della fascia 91-110 g/km CO2, si evidenzia come l’86% degli acquisti sia relativo ad auto termiche”.

“La valutazione combinata fra l’utilizzo e, in alcuni casi, l’esaurimento dei fondi e il modesto effetto in termini di sostenibilità legato alla composizione del parco circolante suggerisce alcune critiche costruttive che si ritengono utili nell’ottica di una eventuale rimodulazione dei fondi”.

La chiave per il rinnovo è un piano di incentivi accessibili per la rottamazione degli Euro 0-2 basato su neutralità tecnologica, sicurezza, ricerca e sviluppo

Per un efficace utilizzo delle risorse disponibili, la Fondazione Caracciolo formula alcune proposte concrete per adozione di un piano eco-razionale di incentivi, equamente accessibili alle diverse fasce di consumatori:

“(1) Valutare l’impatto emissivo tenendo conto dell’intero ciclo di vita del veicolo. Seguendo un approccio di neutralità tecnologica è necessario considerare anche le emissioni che si ottengono nella produzione o generazione dei vettori energetici, nonché quelle legate alla costruzione e smaltimento dei diversi modelli di autovetture. Veicoli elettrici di elevata categoria, se valutati nell’intero ciclo di vita, possono avere emissioni simili a quelle di modelli ibridi o a metano di dimensioni più ridotte (par. 2.1).

(2) Favorire la rottamazione dei veicoli più vecchi con incentivi adatti a eliminare le auto più inquinanti. Il parco auto circolante italiano è ancora composto da un’elevata percentuale di veicoli Euro 0, 1 e 2. I danni ambientali e gli incidenti causati da questi veicoli sono altissimi e la loro eliminazione dalle strade è una priorità assoluta (par. 2.2).

(3) Legare gli incentivi alla sicurezza dei veicoli, attiva e passiva. Non soltanto in Italia, ma nell’intera Europa, la curva di riduzione degli incidenti ha rallentato nell’ultimo decennio la sua tendenza decrescente. Il rinnovo del parco, con l’introduzione di modelli più sicuri, potrebbe giocare un ruolo decisivo nel contrastare ulteriormente il drammatico fenomeno degli incidenti stradali e della mortalità (par. 2.2.2).

(4) Incentivare la sostituzione mirata dei veicoli con oltre venti anni di età, per ridurre i costi sociali legati agli incidenti e alle emissioni inquinanti e climalteranti (par. 2.2.1).

(5) Definire i piani incentivanti tenendo conto della maturità tecnologica dei veicoli, evitando forzature al naturale processo di sviluppo tecnologico, pena il rischio di ottenere benefici ambientali modesti anche in presenza di robusti piani incentivanti (par. 2.3);

(6) Tenere in debita considerazione il peso e la cilindrata dei veicoli. Un SUV Euro 6, anche se tecnologicamente avanzato, presenta in ogni caso un impatto ambientale rilevante (par. 2.2.1.1).

(7) Valutare gli effetti che gli incentivi hanno sul ricambio di tutto il parco.

(8) Supportare l’acquisto dei veicoli da parte delle categorie meno abbienti. Gli incentivi sono stati destinati in gran parte all’acquisto di veicoli elettrici o ibridi plug-in con prezzi elevati, difficilmente sostenibili dalla maggior parte della popolazione (par. 2.4);

(9) Accanto agli incentivi, servono piani di investimento per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni per una mobilità sempre più sostenibile e sicura. In particolare, occorre favorire la ricerca sui sistemi di propulsione, sulle tecnologie per la sicurezza e l’automazione della guida, sulle reti di trasporto ed energetiche, nonché, infine, aspetto fondamentale, sui sistemi energetici, migliorando il mix di generazione elettrica e sostenendo lo sviluppo dei biocarburanti (par. 2.5).


Il post presenta l’articolo Per una mobilità più sicura, equa, sostenibile in Italia di Giuseppina Fusco pubblicato su ENERGIA 1.21


Giuseppina Fusco è Presidente della Fondazione Filippo Caracciolo


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Foto: unsplash

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