26 Marzo 2021

Distribuzione elettrica: il nodo non è la governance, ma la gestione dei dati

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Il vero nodo da sciogliere per la rete di distribuzione elettrica non è la governance della rete, ma la regolazione della gestione dei dati. Lo sostiene GB Zorzoli nel dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21 A riprova porta l’esperienza di E.ON e il nuovo paradigma organizzativo di Enel, basato sulla piattaforma digitale, alla pari dei giganti di internet.

Il tema della governance delle reti di distribuzione elettrica è destinato a diventare cruciale, ma continua a rimanere sottotraccia. Nel dibattito a più voci proposto su ENERGIA 1.21, GB Zorzoli riconosce a Chicco Testa il merito di averlo sollevato su questo blog portando all’attenzione non solo i risvolti hard, ma soprattutto l’importanza dei dati. Tuttavia, dissente dalle soluzioni da lui proposte in quanto mancherebbe quella con maggiori probabilità di avverarsi: la rinuncia alla proprietà delle produzioni energetiche allacciate alla rete di distribuzione.

“L’intervento di Chicco Testa sul Blog della rivista «Energia» ha il merito di affrontare un problema – la governance delle reti di distribuzione elettrica – destinato a diventare cruciale, ma che invece continua a rimanere sottotraccia. In più, non restringe l’analisi ai soli risvolti hard, sottolineando che la rete è anche «una straordinaria banca dati poco nota», con dati conosciuti e interpretati dal GSE e dai distributori, ma non dagli utenti. Viceversa, non sono così sicuro che questa banca sia anche «poco utilizzata» e non è esatto che «tutti i dati prelevati dai misuratori sono forniti da Enel distribuzione»”.

Con queste parole GB Zorzoli apre il suo intervento nel dibattito a più voci (con Chicco Testa, Gian Paolo Repetto, Carlo Stagnaro, Tullio Fanelli e Massimo Mucchetti) sul futuro della rete di distribuzione elettrica in Italia proposto su ENERGIA 1.21 che fa seguito all’invito lanciato il 10 Dicembre 2020 da Chicco Testa su questo blog con il suo commento È tempo di un nuovo modello di governance per la rete di distribuzione.

L’analisi di Zorzoli è volta ad argomentare quella che secondo lui sarà la soluzione che avrà più probabilità di avverarsi – “la rinuncia alla proprietà delle produzioni energetiche allacciate alla rete di distribuzione” – non individuata da Testa “dato che le sue proposte mirano a risolvere il problema della governance della distribuzione nel contesto odierno, mentre quando diventerà irrinunciabile darvi una risposta (…), le attuali condizioni al contorno si saranno notevolmente modificate”.

Comunità energetiche e rinnovabili: da Nimby a Simby (Stay In My Back Yard)

Muove quindi da alcune considerazioni preliminari (par. 1) – necessarie per una tucididiana “ricostruzione accurata della sequenza di eventi che hanno finora governato il cambiamento” così da “individuare la loro prevedibile evoluzione” – per arrivare ad analizzare un mercato in rapida trasformazione (par. 2), soprattutto alla luce della tempistica prevista – “un’iniziativa senza precedenti – per le “riforma della Direttiva del 2018 per le fonti rinnovabili (…) che va definita entro giugno 2021, cioè alla stessa scadenza prevista per il recepimento dell’attuale Direttiva”.

Quattro ragioni secondo Zorzoli spingono le utility a un rapporto collaborativo con le comunità energetiche, a differenza di quanto paventa Testa. Tra queste, il fatto che i “distributori potranno ulteriormente arricchire la propria banca dati con le informazioni acquisite con la gestione delle attività delle comunità energetiche e di tutti gli altri impianti realizzati con la formula BSO”.

L’attenzione ai dati è la chiave per risolvere il problema sollevato. Vengono quindi portate a evidenza le esperienze di due grandi aziende come E.ON e Enel per tracciare il possibile percorso evolutivo. La prima perché “nel 2019 ha ceduto gli impianti per la produzione di energia elettrica, inclusi quelli da fonti rinnovabili, concentrandosi sulle attività che riguardano le reti di distribuzione e i rapporti con i clienti finali”.

Platform-based business model will manage increasing levels of complexity – Francesco Starace

La seconda perché avviata verso “un’architettura basata su una piattaforma digitale, che consente di sperimentare con la necessaria agilità nuove modalità operative e nuovi modelli di business”, un platform-based business model simile a quello adottato da Google, Amazon, Facebook.

“Il vero nodo da sciogliere” conclude Zorzoli “non è quindi la governance della rete di distribuzione elettrica, che quasi certamente si scioglierà con la rinuncia alla produzione da parte dei distributori, ma l’approvazione di una normativa europea erga omnes che regoli la gestione dei dati dei cittadini”.


Il post presenta l’articolo Il nodo non è la governance della rete, ma la regolazione sulla gestione dei dati (pp. 62-66) di GB Zorzoli pubblicato su ENERGIA 1.21

GB Zorzoli è membro del Comitato Scientifico di ENERGIA


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Foto: Unsplash

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