28 Aprile 2021

Decreto Sostegni: non dimentichiamo le utenze in media tensione

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Perché agevolare le imprese allacciate in bassa tensione e non quelle in media? Una distorsione del mercato che va a pesare su quest’ultime per il secondo anno di fila, in un periodo già complesso e che in quanto tale andrebbe risolta quanto prima. Le agevolazioni saranno parametrate a una potenza impegnata di 3 kW: soglia scelta perchè comunemente associata all’uso domestico, ma che garantirà un risparmio ad un’ampia platea di utenti non-domestici. Il fine è chiaro e di buon senso, il criterio meno. Giusto tutelare le utenze non-domestiche in bassa tensione. Altrettanto opportuno sarebbe non penalizzare quelle in media tensione, anch’esse in difficoltà e che per lo più si trovano di fronte a imprevisti (pur legittimi) addebiti.

Tornano puntuali le criticità emerse sulla riduzione degli oneri sull’acquisto di energia elettrica nel quadro del neo-emanato D.L. “Sostegni” 41/2021, che in questo senso sembra essere ricalcato a carta carbone sul precedente D. L. “Rilancio” 34/2020.

Le misure di agevolazione per le imprese allacciate alla bassa tensione introdotte dal Governo Conte II vengono confermate anche dall’attuale Governo Draghi, andando a configurare il rischio di una distorsione di mercato, le cui conseguenze vanno a pesare – per il secondo anno di fila in un periodo già complesso – sulle imprese che invece sono allacciate in media tensione.

Tra i 10 e i 40 €/MWh il risparmio per le utenze in bassa tensione

L’unica differenza che si riscontra leggendo i due testi è il periodo cui fanno riferimento: il “Rilancio” del 2020 era stato emanato subito dopo la fase più critica della prima ondata pandemica e riguardava quindi i mesi di maggio, giugno e luglio dello scorso anno. Il “Sostegni” del 2021 si concentra invece sul secondo trimestre di quest’anno, includendo i mesi di aprile, maggio e giugno.

Anche in questo caso, le realtà coinvolte (non solo PMI) godranno di una riduzione delle componenti trasporto e misura (rispettivamente le cosiddette “quota fissa” e “quota potenza”) e degli oneri generali. Tale riduzione sarà ancora una volta parametrata a una potenza impegnata fissata convenzionalmente a 3 kW, a prescindere dai valori effettivamente prelevati dalle singole installazioni.

Va sottolineato che i 3 kW impegnati sono un livello simbolico, comunemente associato all’uso domestico. È evidente come per tutti i non-domestici in bassa tensione (a tale categoria appartengono imprese, punti vendita della GDO, filiali bancarie e altre realtà) si possa quindi calcolare un risparmio in bolletta, quantificabile – a seconda di potenza e consumi – tra i 10 e i 40 €/MWh rispetto alle tariffe piene!

Il fine è chiaro e di buonsenso, il criterio meno

Naturalmente, si tratta di un risparmio la cui esigenza si avverte in modo chiaro. Disporre che nei mesi di fermo non si paghi una potenza impegnata di cui si è impiegata una frazione minima o nulla è atto di buonsenso. Ciò che risulta di difficile comprensione è il criterio alla base dell’agevolazione, cioè la prerogativa di essere allacciati in bassa tensione.

Le imprese collegate in media tensione sono tante e operano nei settori più disparati. Non hanno per forza consumi più ingenti o risorse proprie più solide delle controparti in bassa tensione. Stanno parimenti soffrendo gli effetti della crisi pandemica e devono far fronte al consistente aumento dei prezzi di materie prime ed energia elettrica.

Si pensi al caso di un’impresa multi-sito con una mezza dozzina di punti di prelievo in bassa tensione: questa gode delle agevolazioni dei due Decreti rispetto a una (anche diretta) concorrente che ha un singolo punto in media tensione!

Una fascia di utenze già messa in difficoltà in un periodo oltremodo complesso da imprevisti (pur legittimi) addebiti

Inoltre, anche queste imprese si sono recentemente trovate addebitati i conguagli per gli adeguamenti della potenza disponibile rispetto alla potenza massima prelevata (relativi ad oltre due anni fa!) da parte del distributore, che dopo un lungo periodo di scarso attivismo ha deciso di intervenire tutto d’un colpo, ancora nel cuore della crisi.

Per quanto rientri totalmente nei termini di legge, un improvviso addebito che riguarda anni fiscali passati e coinvolge cifre spesso rilevanti complica non poco la rendicontazione nei bilanci societari, proprio per il suo carattere estemporaneo.

Nella speranza che la distorsione data dal Decreto “Sostegni” venga presto emendata, si auspica che il neonato Ministero per la Transizione Ecologica doti ARERA di una normativa-quadro sugli interventi di sostegno al sistema di fronte agli eventi di forza maggiore.

La speranza è infatti quella che le future misure siano sì rapide, ma allo stesso tempo anche eque e calibrate in modo da non causare distorsioni al mercato. La pandemia che ci ha colpiti ne è senz’altro un esempio estremo, ma i decenni che attendono il nostro sistema elettrico saranno contrassegnati da una transizione energetica ambiziosa e a tappe forzate, per evitare gli effetti disastrosi dei mutamenti climatici. Di fronte a questo scenario è bene ricordare che la resilienza passa anche dall’equità.


Michele Soldavini è analista dei mercati energetici presso FEDABO S.p.A.

Foto: Pixabay

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