Man mano che il polverone si abbassa, la lettura degli eventi diventa più chiara, così come gli insegnamenti che si possono trarre. 5 ne individua Giovanni Goldoni che su ENERGIA 2.21 torna sugli eventi che hanno sconvolto il Texas nel mese di febbraio dopo averli affrontati in 3 riprese nel mese di marzo (l’anello debole del gas; gli errori di previsione; la bufera dei mercati), è ora il momento delle indagini e delle azioni legali. Ne seguiranno interventi legislativi volti ad evitare che simili eventi si ripetano. Per adesso, diverse questioni restano irrisolte.
L’ondata di freddo che ha colpito il Texas nel febbraio scorso ha messo in evidenza lacune nella regolazione dei mercati elettrici: scarsa sicurezza delle forniture di gas; grossi errori nella previsione degli scenari di rischio; un complicato intreccio di regole nella fissazione dei prezzi all’ingrosso, che ha causato un costosissimo pasticcio con inevitabili conseguenze negative su molti operatori dei mercati all’ingrosso e retail, nonché sui loro clienti. Lacune che Giovanni Goldoni mette sotto la lente su ENERGIA 2.21 per trarne cinque insegnamenti e sollevare alcune questioni che restano irrisolte. Il legislatore e i regolatori stanno ora studiando misure per attenuare queste conseguenze e per preparare il sistema al prossimo evento simile.
1. Fragilità delle forniture di gas. Come evidenziato nella prima delle tre “cronache texane” proposte su RivistaEnergia.it, il gas è il primo anello debole ad aver ceduto: “il 15 febbraio oltre il 40% della capacità di generazione a gas risultava inutilizzabile, costringendo la sala operativa di ERCOT ad avviare una sospensione a rotazione delle forniture elettriche durata oltre 70 ore”.
Insegnamenti 1 e 2: più attenzione ai contratti di fornitura del metano e migliore capacità previsiva
“Un insegnamento che credo si debba trarre da questa esperienza è che oltre a parlare, giustamente, delle mancate protezioni degli impianti dal gelo (una carenza che era già stata segnalata nel 2011 dalla Federal Energy Regulatory Commission, FERC, dopo un’ondata di freddo simile), si dovrebbe prestare più attenzione ai contratti di fornitura del metano.”
L’autore passa quindi al vaglio i Macroscopici errori di previsione (par. 2). “La deludente performance previsiva di ERCOT (e non è un caso isolato, Goldoni 2020) è il secondo insegnamento che lascia questa crisi. E deve destare tutta l’attenzione che merita, se la prospettiva verso la quale ci si sta muovendo dappertutto, Texas incluso, è di un clima più imprevedibile e di un mix di generazione più dipendente da fonti intermittenti”. Per una dettagliata ricostruzione degli eventi si rimanda alla seconda “cronaca texana” proposta dall’autore su RivistaEnergia.it nel mese di marzo.
Il pasticcio dei prezzi all’ingrosso (par. 3. chi li fissa, quando e come)ha scatenato il putiferio nello Stato del Texas dove “si stanno succedendo audizioni, interrogazioni e iniziative parlamentari, mentre la Public Commission of Texas (PUCT) è subissata di esposti sui problemi causati dal disastro”.
“La questione sollevata più spesso è la revisione dei prezzi (repricing) fissati tra il 14 e il 19 febbraio (4). Lo scontro è, ovviamente, tra chi ha potuto vendere a questi prezzi la sua produzione libera da impegni contrattuali e chi è stato costretto ad acquistare agli stessi prezzi l’elettricità che gli serviva per soddisfare i propri impegni”.
Insegnamento 3 e 4: domanda e offerta non sono i primi responsabili del pasticcio dei prezzi e l’effetto domino nel retail sarà lungo e doloroso
Un “brutto pasticcio” che l’autore ricostruisce nel dettaglio partendo dal modello «only energy market» del mercato all’ingrosso del Texas e la caratteristica dei price adder, la curva ORDC (operating reserve demand curve), di cui ERCOT si avvale dal 2014; lo scarcity pricing. “Il terzo insegnamento è che, alla fine dei conti, nel modello ideale di mercato elettrico saranno stati più la PUCT, con i suoi ordini e contrordini, ed ERCOT, con i suoi price adder, a determinare i prezzi di quanto non abbiano fatto la partecipazione dell’offerta, da cui la scarsità deriva, e della domanda, che della scarsità soffre le conseguenze”.
Forse ancora più intricato è L’effetto domino nel retail (par. 4). “Milioni di texani hanno patito la mancanza di elettricità in momenti di estrema necessità(13). Non saranno pochi a ricevere bollette astronomiche. (…) La protezione dei contratti a prezzo fisso non reggerà per sempre e per tutti i clienti. Sono proprio questi contratti la causa principale dei dissesti di molti fornitori, che si sono fatti sorprendere senza un’adeguata copertura finanziaria(15). L’effetto domino colpirà prima chi sarà costretto a passare al provider of last resort per il fallimento del suo fornitore(16). Quelli a rischio sono tantissimi(17). Anche perché i fallimenti determineranno mancanti pagamenti a ERCOT, che recupererà gli incassi perduti dai fornitori sopravvissuti. Una sequenza che potrebbe durare a lungo(18)(…)”.
Un approfondimento sul pasticcio dei prezzi all’ingrosso e le implicazioni per il mercato retail si può trovare nella terza “cronaca texana”.
Insegnamento 5: l’opportuna revisione delle regole nella generazione termoelettrica sarà compito intricato e controverso
“Il quinto insegnamento è che una revisione delle regole è certamente opportuna, ma sarà un compito molto intricato e molto controverso”. Goldoni si riferisce all’Ancora poca chiarezza nella generazione termoelettrica oggetto del quinto paragrafo nel quale vengono presentato perché gli operatori attivi nella generazione termoelettrica si sono divisi in chi è contrario al repricing e chi è invece nettamente favorevole.
Nelle Conclusioni l’autore evidenzia come una simile crisi fosse prevedibile, e come lui stesso l’avesse prevista sebbene non immaginasse che “una situazione simile si presentasse così presto” proiettandola invece “a sistemi elettrici del futuro, in cui le fonti rinnovabili intermittenti avranno superato il 50-60% del mix di generazione lasciando il sistema esposto alla loro imprevedibile indisponibilità”.
“Nell’immediato, al di là di come finirà la vicenda del repricing, resta da capire chi ha ricavato i maggiori benefici in questo intrico di interessi e di price adders (…) Le proposte di legge presentate nel mese di marzo nel Senato del Texas toccano molti fili lasciati scoperti dalla crisi. (…) Il divieto di offerte indicizzate non aiuta certamente a risolvere il problema dell’esposizione dei fornitori ai picchi estremi dei prezzi all’ingrosso. (…)”
“Intanto il vento ha ripreso a soffiare (segnando) il suo record storico (più di 10 TWh prodotti in un solo mese e oltre il 38% di quota di mercato) e i prezzi sono tornati sotto i 30 dollari(24)”.
Il post presenta l’articolo Lezioni dalla crisi texana (pp. 36-42) di Giovanni Goldoni pubblicato su ENERGIA 2.21
Giovanni Goldoni, Università di Verona e Comitato Scientifico ENERGIA
Foto: Unsplash
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