Il Green Deal europeo richiederà un marcato aumento dell’obiettivo di penetrazione rinnovabile fissato nel PNIEC nel 2019. Su ENERGIA 3.21, Francesco Del Pizzo, Luca Piemonti e Francesco Marzullo (Terna) fanno il punto sulla generazione FER in Italia e sull’evoluzione del contesto normativo. Per valutare se gli sviluppi futuri potranno essere in linea con i nuovi target rinnovabili è fondamentale analizzare le nuove richieste di connessione FER pervenute a Terna: principalmente da impianti fotovoltaici localizzati al Sud e nelle Isole, diversamente da quanto auspicato dal PNIEC.
In base al PNIEC 2019, l’Italia dovrà dismettere tutte le centrali a carbone tra qualche anno coprire il 55% dei consumi lordi di energia elettrica con le FER entro il 2030. Obiettivi sfidanti, che dovranno essere anche rivisti per dar seguito al Green Deal europeo. Ma a che punto siamo?
Secondo Francesco Del Pizzo, Luca Piemonti e Francesco Marzullo (Terna) su ENERGIA 3.21, il passato evidenzia come il contesto normativo e le dinamiche economiche abbiano influenzato lo sviluppo di progetti di generazione rinnovabile.
L’evoluzione delle FER al 2030 dipende da variabili esogene ed endogene difficilmente modellabili, come nuovi target climatici, nuovi assetti regolatori e altre innovazioni in grado di influenzare le scelte di investimento
“Per valutare, invece, i possibili sviluppi futuri, l’analisi delle richieste di connessione di impianti FER gioca un ruolo chiave per identificare e monitorare le necessità e i fenomeni che potrebbero interessare il sistema energetico nazionale. Ad oggi, infatti, non è possibile prevedere con esattezza quale sarà lo scenario prospettico che si consoliderà al 2030.
La potenza fotovoltaica ed eolica installata in Italia alla fine del 2020 è pari a circa 32,5 GW, così suddivisa: 21,6 GW di fotovoltaico e 10,9 GW di eolico (…). L’attuale distribuzione geografica del fotovoltaico, con logiche apparentemente diverse rispetto all’eolico, è principalmente dovuta alle peculiarità dei diversi strumenti incentivanti susseguitisi nel tempo” (Par. 1. Evoluzione della capacità installata).
La differenza tra il valore degli incentivi e il LCOE, soprattutto per il fotovoltaico, è stata ampliamente positiva fino al 2013, determinando così il boom di installazioni
“I meccanismi in vigore fino al 2013, ed in particolare i Conti Energia, erano infatti caratterizzati da valori di incentivo che consentivano la sostenibilità economica degli impianti rinnovabili anche in aree a minore disponibilità di risorsa energetica primaria (…) (Fig. 2).
Nel 2014 sono state introdotte le aste dedicate alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico (Aste FER non FV), che, come si può vedere sempre in Fig. 2, hanno causato un notevole rallentamento nella diffusione di impianti rinnovabili”.
Le richieste di connessione pervenute al 31 dicembre 2020 riguardano principalmente impianti fotovoltaici collocati nel Sud e nelle Isole, ovvero nelle zone ad alta disponibilità di risorsa energetica primaria
“Terna gestisce le richieste di connessione in alta tensione che pervengono direttamente e indirettamente (per il tramite delle società distributrici) dai proponenti di iniziative rinnovabili e riceve dalle imprese distributrici, la cui rete è direttamente connessa alla rete di trasmissione nazionale, un rapporto trimestrale relativo a ciascun impianto da connettere alla rete di distribuzione in media e bassa tensione (…)” (per un esame dettagliato si rimanda al Par. 2. Stato delle richieste di connessione).
“In Fig. 5 è possibile comparare le capacità obiettivo definite nel PNIEC con le richieste di connessione pervenute in alta, media e bassa tensione (…). Questi valori risultano essere decisamente superiori a quanto previsto nell’attuale versione del PNIEC, che stima la capacità aggiuntiva necessaria a raggiungere gli obiettivi al 2030 pari a circa 40 GW.
Nonostante la concretizzazione di queste richieste di connessione in effettivi sviluppi rinnovabili rappresenti un’incognita, un contingente tanto rilevante di richieste di connessione è un segnale incoraggiante, in quanto indice di un grande interesse da parte degli operatori di mercato che sembrano rispondere ai target di decarbonizzazione con importanti piani di investimento.
Tale disallineamento comporta un’importante distanza geografica tra produzione di energia e carico, quest’ultimo situato principalmente nel Nord Italia. Aumentano, così, le sfide che il sistema elettrico deve affrontare per evitare fenomeni di congestione di rete e overgeneration” (Par. 3. PNIEC vs Richieste di connessione).
La geografia delle richieste di connessione è disallineata rispetto al PNIEC, in cui si ipotizza una forte crescita del fotovoltaico al Nord per autoconsumo su reti di bassa-media tensione
Nonostante una crescita nelle richieste di connessione senza precedenti, lo sviluppo è ancora limitato da un contesto non favorevole in termini autorizzativi, di pianificazione e di continuità delle regole di mercato
“Dall’analisi delle richieste di connessione, gli operatori di mercato sembrerebbero rispondere ai target di decarbonizzazione con importanti piani di investimento concentrati principalmente nel Sud Italia e nelle Isole, con un’alta disponibilità di risorsa energetica primaria” (Par. 4. Conclusioni).
“Gli interventi previsti da Terna nel Piano di Sviluppo 2021 risultano adeguati a garantire il contenimento dell’overgeneration, nonché l’esercizio in sicurezza del sistema elettrico, sulla base delle ipotesi contenute nell’attuale scenario PNIEC al 2030.
Tuttavia, la concretizzazione delle richieste di connessione pervenute potrebbe comportare una diversa distribuzione delle rinnovabili, rendendo potenzialmente necessari ulteriori interventi non pianificati”.
Il post presenta l’articolo Evoluzione delle connessioni delle fonti energetiche rinnovabili in Italia (pp. 66-69) di Francesco Del Pizzo, Luca Piemonti e Francesco Marzullo pubblicato su ENERGIA 3.21
Francesco Del Pizzo, Luca Piemonti, Francesco Marzullo, Terna
Foto: Unsplash
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