La decarbonizzazione pone serie sfide all’industria elettrica, ma rappresenta anche un’opportunità per intraprendere percorsi innovativi a sostegno di una domanda crescente e della maggiore elettrificazione dei consumi. Sul trimestrale ENERGIA 3.21, Nicolò Rossetto (Florence School of Regulation) presenta alcune soluzioni proposte da Peter Fox-Penner nel suo ultimo libro “Power after carbon”
È cosa ormai ampiamente nota che l’industria elettrica delle economie più avanzate si trovi oggi al centro di profondi cambiamenti legati alla sua decarbonizzazione, digitalizzazione e decentralizzazione. La crescente attenzione al cambiamento climatico, in particolare, ha portato negli ultimi anni a ridefinire l’ordine delle priorità nelle politiche pubbliche.
In molti paesi, l’imperativo è quello di eliminare completamente le emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050, obiettivo che pone sfide – ma anche opportunità – enormi per l’industria elettrica. A quali siano tali sfide e le opzioni a nostra disposizione è dedicato l’ultimo libro di Peter Fox-Penner, Power after carbon.
Il volume consta di tre parti e quindici capitoli che offrono al lettore una panoramica completa, benché ovviamente in qualche misura stilizzata e semplificata, dell’organizzazione e del funzionamento dei sistemi elettrici tipici del Nord America e dell’Europa. La trattazione non si limita all’esistente, ma partendo dalla situazione attuale si spinge a illustrare le trasformazioni in atto e i possibili scenari futuri.
Notevole risalto viene dato non solo alle questioni tecnologiche, ma anche e soprattutto a quelle economiche, finanziarie, sociali, politiche e regolatorie. Secondo Fox-Penner, infatti, la realizzazione, nell’arco dei prossimi tre decenni, di un sistema energetico a zero emissioni nette di carbonio, a costi ragionevoli e tale da garantire la sicurezza delle forniture, non è soltanto un problema tecnico.
Altrettanto (se non forse più) importante è identificare e adottare modelli di business, quadri regolatori e politiche pubbliche in grado di garantire gli enormi investimenti necessari e una distribuzione dei costi e dei benefici che sia efficiente ed equa, e perciò accettabile dalle persone.
La realizzazione di un sistema energetico a zero emissioni nette di carbonio, a costi ragionevoli e tale da garantire la sicurezza delle forniture, non è soltanto un problema tecnico
L’analisi di Fox-Penner parte dalla considerazione che l’elettrificazione di alcuni usi finali (trasporti e riscaldamento degli edifici) – scelta indispensabile per ridurre le emissioni climalteranti nei prossimi anni – e il crescente uso delle tecnologie informatiche porteranno a un aumento molto significativo della domanda di elettricità. Domanda altrimenti destinata a essere piatta o addirittura calante.
La generazione distribuita, gli accumuli di piccola taglia e i sistemi di gestione della domanda avranno un ruolo importante nel soddisfare le richieste di energia e di potenza da parte di famiglie e imprese. Piccole reti elettriche, in grado eventualmente di disconnettersi dalla rete pubblica e funzionare in isola per brevi periodi, diventeranno più comuni e saranno probabilmente capaci di migliorare la resilienza del sistema dinnanzi a vecchie e nuove minacce (in primis, eventi atmosferici avversi e attacchi informatici).
Tuttavia, Fox-Penner ritiene che le nuove soluzioni decentralizzate non sostituiranno ma semplicemente affiancheranno quella che lui chiama la «grande rete». L’energia verrà infatti ancora prodotta in buona parte da impianti utility-scale connessi alle reti di trasmissione mentre i mercati all’ingrosso dell’energia, probabilmente affiancati da contratti di lungo periodo e meccanismi di remunerazione della capacità, manterranno una funzione centrale nel promuovere l’allocazione efficiente delle risorse.
In questo scenario, l’industria elettrica e le politiche pubbliche che la riguardano saranno chiamate ad evolvere, così da garantire il conseguimento della decarbonizzazione in tempi rapidi e al costo più basso possibile, compatibilmente con un’ampia accettabilità sociale. La promozione dell’efficienza energetica negli usi finali e lo sviluppo di un processo più integrato, ma anche più celere, per la pianificazione, autorizzazione e costruzione delle reti energetiche sono tra le priorità indicate nel libro.
Analogamente, il ricorso a segnali di prezzo più sofisticati per i consumatori finali rappresenta un passaggio imprescindibile nell’ottica di efficientare un sistema sempre più complesso e dove la generazione di energia non è «dispacciabile» a piacimento come in passato.
Servono modelli di business, quadri regolatori e politiche pubbliche in grado di garantire gli enormi investimenti, nonché una distribuzione efficiente ed equa di costi e benefici
Secondo Fox-Penner, i cambiamenti saranno particolarmente dirompenti a livello di reti di distribuzione e di mercati al dettaglio dell’energia, mentre a livello di trasmissione e mercati all’ingrosso l’evoluzione sarà verosimilmente di tipo incrementale.
Riprendendo alcune tesi già sviluppate in un libro precedente (Smart power, Island Press, 2014), l’Autore approfondisce nella terza parte di Power after carbon le prospettive per le utility elettriche, intendendo con questo termine le aziende che a livello locale si occupano di distribuire l’energia agli utenti finali ed, eventualmente, anche di generala e venderla.
Queste aziende, che secondo l’Autore rappresentano una «extraordinarily long-lived and successful public/private partnership» (p. 277), devono oggi fronteggiare un futuro molto incerto, ricco di opportunità ma anche di sfide, tra cui spiccano la possibilità per i loro clienti di produrre la propria energia e il loro desiderio di vivere una customer experience più soddisfacente e più simile a quella che provano quando acquistano altri beni e servizi.
Dinnanzi a questo contesto, le utility possono decidere di muoversi all’interno di uno «spazio strategico», che Fox-Penner identifica sulla base di tre dimensioni fondamentali: il modello di business/regolatorio, l’ambito geografico di operatività e la vendita di nuovi prodotti.
Ognuna delle opzioni presenta naturalmente vantaggi e svantaggi e può essere più o meno coerente con altre scelte fatte dal legislatore o dalle autorità di regolazione o con altre macro-tendenze in atto nella società.
I cambiamenti a livello di reti di distribuzione e di mercati retail saranno dirompenti, mentre nella trasmissione e nei mercati all’ingrosso l’evoluzione sarà di tipo incrementale
La terza parte del libro rappresenta probabilmente quella più interessante e originale del volume, dove l’Autore affronta temi che spesso non vengono trattati con la dovuta attenzione dalla pubblicistica di settore e dove egli è in grado di mettere in evidenza la sua lunga esperienza di lavoro a diretto contatto col mondo delle imprese elettriche.
Come già fatto nelle precedenti due parti, Fox-Penner conduce per mano il lettore lungo un ragionamento di ampi respiro e offre numerosi aneddoti ed esempi che rendono piacevole la lettura, senza tuttavia offuscare la linearità del discorso.
All’Autore va inoltre riconosciuta una buona dose di umiltà: egli è consapevole delle molte cose che non sappiamo ancora e della complessità di valutare e predire sviluppi in un ambito dove numerosi fattori sono contemporaneamente all’opera.
Le utility possono decidere di muoversi all’interno di uno «spazio strategico» combinando modello di business, ambito geografico di operatività e vendita di nuovi prodotti
Tuttavia, è proprio nella terza parte del libro che il lettore più esperto potrebbe andare in contro a qualche delusione. Non sempre, infatti, le argomentazioni risultano nitide e in alcuni casi si ha l’impressione che egli, volutamente o meno, non abbia portato a termine il ragionamento e sia rimasto sul vago.
L’elevato grado di incertezza che caratterizza il futuro delle utility elettriche non permette forse di fare altrimenti, ma ciò non toglie che in alcuni passaggi Fox-Penner avrebbe potuto spingersi oltre.
Infine, un plauso va fatto per il suo sforzo nel riportare esempi e studi che non si riferiscono solo gli Stati Uniti ma coprono anche l’Europa. Contrariamente al suo precedente volume, totalmente «americano-centrico», Fox-Penner adotta in Power after carbon una prospettiva transatlantica, in grado di arricchire l’analisi grazie all’inclusione delle diverse esperienze e approcci adottati nell’industria elettrica sull’una e sull’altra sponda dell’Atlantico.
Peter Fox-Penner
Power after carbon: Building a clean, resilient grid
Harvard University Press, Cambridge (Massachusetts) e Londra (Inghilterra), 2020, pp. xvii + 430, 31,50 euro
La recensione è stata pubblicata su ENERGIA 3.21.
Nicolò Rossetto è ricercatore presso Florence School of Regulation
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