6 Dicembre 2021

Quanto è buono il superbonus?

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Esistono diverse forme di incentivi fiscali per il comparto dell’edilizia, ma quanto sono efficienti? È ragionevole ipotizzare, ad esempio, che quelli energetici abbiano dato un contributo significativo alla riduzione dei consumi energetici residenziali e commerciali che rappresentano una quota sostanziale della domanda complessiva di energia e assorbono una buona fetta del totale delle emissioni derivanti da usi energetici. Tuttavia, secondo Carlo Amenta e Carlo Stagnaro che affrontano il tema su ENERGIA 4.21, gli incentivi all’edilizia hanno un notevole impatto di bilancio e in alcuni casi risultano sovradimensionati. Serve poter disporre dei dati necessari così da misurare dettagliatamente il grado di efficienza delle singole misure (aliquote, durata, effetti regressivi, fruizione dell’incentivo) così da apportarne i dovuti miglioramenti attraverso opportuni interventi di policy.

Tra gli obiettivi prioritari del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) rientra la riduzione dei consumi energetici residenziali e commerciali, visto che “rappresentano una quota sostanziale della domanda complessiva di energia in Italia” e assorbono una buona fetta del totale delle emissioni derivanti da usi energetici.

“Ciò richiede investimenti ingenti e interventi capillari sul patrimonio edilizio nazionale, che dovranno essere sostenuti principalmente attraverso misure di incentivo fiscale”.

L’articolo di Carlo Amenta e Carlo Stagnaro pubbblicato su ENERGIA 4.21 fa alcune considerazioni su questo tipo di incentivo, mettendo in luce tanto gli aspetti positivi, quanto quelli più critici per cui  vengono proposte alcune misure di policy che ne potrebbero correggere le storture.

I consumi energetici residenziali e commerciali, rappresentano una quota sostanziale della domanda complessiva di energia e assorbono una buona fetta del totale delle emissioni derivanti da usi energetici

In Italia, nel corso degli anni, si sono susseguite numerose forme di incentivazione/bonus (1. Gli strumenti esistenti in Italia), così come nel resto d’Europa (2. Confronto Internazionale), anche se nel nostro Paese le aliquote e/o beneficio in valore assoluto sono risultate molte più elevate.

“Le detrazioni fiscali esistenti hanno un notevole impatto di bilancio”, ragione per la quale è bene chiedersi se e quali sono i benefici che ne giustificano l’implementazione. Come quelli ambientali. “Non è chiaro se vi sia un nesso causale tra tali strumenti fiscali, gli investimenti nella riqualificazione edilizia ed energetica degli edifici, e la conseguente riduzione dei consumi e delle emissioni. È, tuttavia, ragionevole ipotizzare che vi sia stato un contributo significativo”.

Esistono diverse forme di incentivazione fiscale per il comparto dell’edilizia, che hanno un notevole impatto di bilancio

L’incentivo, infatti, accelera gli investimenti per “raggiungere i target 2030 e, successivamente, la neutralità carbonica nel 2050” e “può servire a superare quelle barriere, finanziarie e non, a causa delle quali investimenti, pure in grado di ripagarsi in tempi relativamente brevi, non vengono effettuati” (4.1. Gli effetti del bonus su consumi ed emissioni).

Inoltre, “il sistema dei bonus, soprattutto da quando sono stati introdotti correttivi quali la cedibilità del credito fiscale con la possibilità di usufruire dello «sconto in fattura» (…) ha spinto a entrare sul mercato dell’efficienza energetica soggetti nuovi, quali le utilitye i venditori di energia elettrica e gas, che tradizionalmente se ne erano tenuti ai margini”.

È ragionevole ipotizzare che gli investimenti nella riqualificazione edilizia ed energetica degli edifici abbiano contribuito alla riduzione delle emissioni e dei consumi

Tuttavia, una serie di considerazioni portano gli autori a pensare che “l’incentivazione è probabilmente sovradimensionata”. Sulla base dei pochi dati disponibili, risulta che il costo della CO2 risparmiata “si colloca significativamente al di sopra del suo valore di mercato”, pertanto “i benefici pubblici non sono tali da legittimare un incentivo tanto generoso”.

Inoltre, “man mano che procedono l’elettrificazione dei consumi e la decarbonizzazione del parco di generazione elettrico, la relazione tra gli obiettivi di efficienza energetica e quelli di riduzione delle emissioni sarà sempre meno forte”, (3. Efficienza energetica e decarbonizzazione) altro motivo sufficiente per pensare a un ridimensionamento della sua portata.

Tuttavia, una serie di considerazione portano gli autori a pensare che “l’incentivazione è probabilmente sovradimensionata”.

L’articolo prende poi in esame gli effetti degli incentivi sia sui mercati locali che quelli redistributivi.

Quanto ai mercati locali: “l’ecobonus nelle sue varie versioni, e soprattutto il superbonus al 110%, ha certamente consentito di sostenere gli investimenti nell’edilizia” (4.2. Gli effetti del bonus sui mercati locali). Presenta, tuttavia, dei limiti, come la durata annuale, che “impedisce la programmazione degli investimenti e finisce per favorire quegli interventi che erano già, per varie ragioni, stati decisi, al massimo incoraggiandone l’anticipazione” oppure quanto “il sussidio supera il valore nominale dei lavori stessi” rischiando “di indurre comportamenti fraudolenti”.

Circa gli effetti redistributivi, invece, “i bonus edilizi e per l’efficienza energetica non hanno espliciti obiettivi redistributivi. Tuttavia, c’è una crescente evidenza sul fatto che questi siano tendenzialmente regressivi.” (4.3. Gli effetti redistributivi del bonus). Infatti, l’ecobonus è utilizzato principalmente da contribuenti con reddito medio alto e riguarda immobili appartenenti a classi catastali migliori.

Attenzione agli effetti redistributivi che possono risultare regressivi

Inoltre, a causa delle “complessità normative e regolatorie che rendono difficili gli interventi soprattutto nei condomini”, “solo chi può permettersi i professionisti migliori avrà la certezza di poter incassare per intero il beneficio”.

Il quadro sopra esposto, secondo gli autori, ci restituisce quindi alcuni elementi critici (indisponibilità dei dati, aliquote troppe alte, durata, effetti regressivi, fruizione dell’incentivo) su cui poter intervenire attraverso diversi correttivi di carattere normativo e regolatorio, spiegati puntualmente nelle conclusioni dell’articolo (5. Conclusioni e implicazioni di policy).


Il post presenta l’articolo di Carlo Amenta e Carlo Stagnaro, Quanto è efficiente l’ecobonus? (pp. 62-69) pubblicato su ENERGIA 4.21

Carlo Amenta, Università di Palermo e Istituto Bruno Leoni
Carlo Stagnaro, Istituto Bruno Leoni

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Foto: Unsplash

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