La settimana scorsa, il London Metal Exchange ha sospeso le contrattazioni del nichel. Per quali ragioni? L’invasione russa dell’Ucraina ha scatenato il più grande rally delle materie prime degli ultimi decenni e il congelamento del commercio di nichel è uno degli esempi di come la guerra e le sanzioni punitive imposte dall’Occidente si stiano riverberando attraverso i mercati finanziari. La cronaca del corto circuito che ha interessato il mercato nel nichel l’8 marzo.
Il nichel ha una lunga storia di alti e bassi, nel 2007 raggiunse i 50.000 $/tonn. spinto dal vorace appetito dell’economia cinese in crescita impetuosa. Allora, il nichel era in gran parte controllato da società occidentali. L’economia cinese, in piena espansione, era particolarmente vulnerabile e ne fece le spese fino a che uno dei suoi produttori di acciaio, Tsingshan Holding Group, introdusse l’uso su larga scala della ghisa-nichel (Nickel Pig Iron, NPI), un prodotto semi-raffinato che, per la produzione di acciaio inossidabile, è un’alternativa a basso costo al nichel puro e che utilizza il nichel (di Classe 2) estratto dai depositi di laterite (per le differenze tra nichel classe 1 e 2 si rimanda a Nichel: l’offerta non è più un problema?).
L’innovazione fece crollare i prezzi del nichel a meno di 14.000 $/tonn. e ha trasformato la Cina nel produttore leader di nichel e di acciaio inossidabile.
Un po’ di storia nel mercato del nichel: due crolli e un’impennata dal 2007 ad oggi
L’evento fu salutato dai media cinesi come una vittoria per l’industria metallurgica cinese e ancora oggi Tsingshan è un simbolo di successo della Belt and Road Initiative, il vasto programma infrastrutturale voluto dal presidente Xi Jinping.
Una dinamica simile si è riproposta lo scorso anno. La transizione energetica ha posto il nichel al centro dell’attenzione dei mercati per il suo ruolo nella produzione delle batterie per le auto elettriche e quasi un anno fa Tsingshan fece il suo ingresso in questo mercato annunciando di aver sviluppato un ciclo produttivo che gli avrebbe consentito di mettere a disposizione un’ampia offerta, a basso costo, di nichel di classe 1 per la produzione di batterie (si rimanda ancora a Nichel: l’offerta non è più un problema?). La notizia fece crollare la quotazione del nichel all’LME.
Oggi dai contratti a termine sul nichel di Tsingshan si è scatenata una nuova bufera sui mercati che ha portato, l’8 marzo, il London Metal Exchange a sospendere le negoziazioni sul nichel dopo un balzo dei prezzi sul contratto a tre mesi che ha superato i 100mila dollari per tonnellata con incremento del 250% in due sedute.
Era dal 1985 che l’LME non doveva ricorrere a una misura così drastica.
L’invasione russa dell’Ucraina ha scatenato il più grande rally delle materie prime degli ultimi decenni e il congelamento del commercio di nichel è uno degli esempi di come la guerra e le sanzioni punitive imposte dall’Occidente si stiano riverberando attraverso i mercati finanziari.
Il mercato e la guerra
Produttori di materie prime come Tsingshan spesso vendono contratti a termine come un modo per bloccare i prezzi sul nichel fisico che estraggono e raffinano. Note come copertura, questi contratti guadagnano quando i prezzi scendono, mentre perdono denaro quando i prezzi aumentano.
Tsingshan, tuttavia, ha venduto e acquistato contratti di nichel negli ultimi dieci anni rendendo l’attività più simile al trading e all’inizio dell’anno scorso la società ha iniziato ad accumulare una posizione corta facendo intendere, con dichiarazioni sul suo sito web, che l’offerta c’era e che i prezzi sarebbero scesi.
A scommettere l’opposto c’era chi riteneva che il calo di anni della spesa per la fornitura di materie prime e la transizione energetica avrebbero spinto verso l’alto i prezzi dei materiali. I fondi focalizzati sulle materie prime che hanno fatto scommesse simili stanno registrando rendimenti importanti, circa il 30% nei primi due mesi dell’anno in alcuni casi, dopo anni di prestazioni scarse.
L’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca e le mosse dell’Occidente per sanzionare la Russia, un produttore chiave (si veda Non solo gas: la Russia e i metalli per la transizione energetica), hanno rotto gli equilibri e infiammato un mercato del nichel già rialzista.
Le forti oscillazioni dei prezzi hanno esacerbato la pressione sui detentori di grandi posizioni corte, già di fronte a richieste di depositare fondi extra presso i broker, una pratica nota nei mercati finanziari come margin call. “L’aumento dei prezzi è un problema di mercato fisico che è stato tradotto in un problema di mercato finanziario” ha affermato Vivek Dhar, analista commodities presso la Commonwealth Bank of Australia.
Cronaca del corto circuito
Gli investitori che hanno scommesso sul calo dei prezzi hanno cercato di ridurre le perdite riacquistando i contratti a termine di nichel che avevano precedentemente venduto. Alcuni dei broker di Tsingshan hanno cercato di riacquistare quei contratti di nichel per arginare le perdite ma tale acquisto ha avuto l’effetto di spingere i prezzi dei contratti a termine a tre mesi di riferimento in rialzo del 66% in una singola sessione. Inoltre, i broker che cercavano di coprire la loro posizione corta hanno spinto altri a fare lo stesso, creando un circolo vizioso.

A rendere insostenibile la situazione martedì, mentre i broker continuavano a cercare di coprire le posizioni corte che detenevano per conto di Tsingshan, sono stati gli hedge fund e altri partecipanti che nel frattempo hanno acquistato in modo aggressivo nichel, spingendo il mercato più in alto.
Poco dopo mezzogiorno di martedì ora locale, tuttavia, l’LME ha preso una decisione che farà discutere a lungo: per salvare i broker dalle margin call che non potevano permettersi di pagare, ha sospeso le negoziazioni e ha annullato quelle che avevano avuto luogo prima della sospensione, spazzando via 3,9 miliardi di dollari di transazioni.
Come giustificazione l’LME ha addotto “le serie preoccupazioni sulla capacità dei partecipanti al mercato di soddisfare le conseguenti margin call, aumentando il rischio significativo di insolvenze multiple”.
Una sua portavoce ha affermato che “nell’interesse della stabilità sistemica e dell’integrità del mercato, abbiamo sospeso il mercato non appena abbiamo potuto e annullato le negoziazioni dal punto in cui l’LME non credeva più che i prezzi riflettessero il mercato fisico sottostante”.
I finanziatori di Tsingshan
JPMorgan Chase e altre banche stanno ora analizzando come recuperare i miliardi di dollari che Tsingshan deve loro per le negoziazioni che hanno fatto per suo conto sull’LME.
L’entità dell’esposizione di Tsingshan ovviamente non è nota alcune stime parlano di circa 9 miliardi di dollari ai prezzi di chiusura di lunedì 7, altre parlano di contratti per circa 300.000 tonnellate a un prezzo medio tra 18.000 e 19.000 $/tonn.
Durante l’accordo di standstill (“accordo di sospensione” fra una banca e un soggetto finanziato per effetto del quale la banca si impegna a non adire le vie legali per il recupero del credito per un determinato periodo di tempo) raggiunto lunedì, Tsingshan ha dichiarato che le banche continueranno a lavorare su un accordo per un pacchetto di prestiti garantiti che consentirebbe alla società di saldare le sue esposizioni.
Anche Pechino potrebbe intervenire per salvare Tsingshan, come è stato riferito a Reuters: la Cina potrebbe scambiare alcune delle sue riserve di nichel di alta qualità con ghisa di nichel di bassa qualità (NPI) che Tsingshan produce per aiutarla a soddisfare gli standard di qualità LME e consentirgli di rientrare dalle sue esposizioni consegnando il metallo. Si stima che la Cina detenga circa 100.000 tonnellate di nichel nelle scorte statali.
Ma lo stop delle negoziazioni avrà delle ripercussioni e sicuramente è stata una sconfitta per il mercato di Londra: la decisione ha fatto infuriare tutti coloro, come gli hedge fund, che pensavano di aver tratto profitto dalla corsa dei prezzi.
“Interrompere il trading e dare ai membri il tempo di essere in grado di trovare di nuovo i fondi di cui hanno bisogno è perfettamente legittimo” ha dichiarato Jordan Brooks, responsabile gruppo macrostrategie di AQR Capital Management.
“Quello che penso sia sorprendente per noi e per gli altri partecipanti al mercato, e per l’industria finanziaria nel suo complesso, è la decisione di spazzare via le negoziazioni che sono avvenute senza coercizione e sono avvenute in buona fede”. Se la sospensione e le negoziazioni annullate hanno dato al mercato tempo per ripulire il danno e prevenire un riverbero più ampio, è altrettanto vero che sono state annullate contrattazioni per quasi 4 miliardi di dollari.
E siccome a pensare male si fa peccato ma spesso si intuisce il reale corso dei fatti va tenuto presente che LME, il più antico e grande mercato al mondo per i metalli industriali, è di proprietà di Hong Kong Exchanges and Clearing Ltd.; che Tsingshan e il suo fondatore Xiang Guangda sono vicini a Xi Jinping e il default in cui sarebbe caduto, se si fosse lasciato che il mercato facesse il suo corso, avrebbe potuto avere implicazioni non facilmente controllabili da Pechino.
Il riverbero nell’economia reale
Questo evento ha interrotto le attività delle aziende che producono prodotti correlati al nichel, riverberandosi lungo tutta la catena di approvvigionamento della materia prima.
Nell’ultima settimana, più di una mezza dozzina di aziende cinesi del settore ha avvisato i propri clienti e investitori avvertendo di rallentamenti nell’offerta, aumenti dei prezzi o rallentamenti nella loro capacità di accettare o soddisfare gli ordini.
Jilin Jien Nickel Industry Co., un produttore di solfato di nichel e cloruro di nichel di medie dimensioni con sede nella provincia orientale di Jilin, con 2 miliardi di dollari di attività e 5.000 dipendenti, ha avvisato i suoi clienti che l’improvviso e drammatico aumento dei costi del nichel li stavano portando alla bancarotta.
Molte aziende stanno rifiutando nuovi ordini finché la situazione dei mercati non sarà normalizzata e la China Nonferrous Metals Industry Association, che conta centinaia di aziende statali e private, ha dichiarato che i prezzi del nichel hanno seriamente deviato dai fondamentali causando gravi danni alle industrie e alle aziende lungo la catena di approvvigionamento globale del nichel.
La riapertura
Annunciando la riapertura, mercoledì 15, l’LME ha comunicato ufficialmente che sono state estese le modalità di differimento della consegna del metallo e che quindi il nickel dei contratti con consegna tra il 16 e il 22 marzo avrà la consegna posticipata al 23 marzo indipendentemente da quando sono stati stipulati.
Ha inoltre introdotto un limite del 5% sui movimenti del prezzo del nichel ed è pertanto lecito attendersi un ridotto volume di scambi poiché il prezzo di chiusura del 7 marzo era di 48.078 $, il che significa che il limite delle offerte di mercoledì sarà da $ 45.674 a $ 50.482.
Ma alla riapertura delle contrattazioni un errore del sistema ha bloccato nuovamente le operazioni poiché ha consentito una transazione a $ 45.590, confermando che i tempi per la ripresa della piena funzionalità del mercato richiederanno probabilmente alcune settimane.
Ma, in questo caso, il problema non è la guerra.
Giovanni Brussato è ingegnere minerario e autore del volume Energia verde? Prepariamoci a scavare, ed. Montaonda
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