24 Marzo 2022

Fissione o fusione per mitigare i cambiamenti climatici?

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Le tempistiche di sviluppo della fusione nucleare non sono compatibili con il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro la metà del secolo. A tale scopo, bisogna continuare a usufruire delle opportunità offerte dalla fissione. L’articolo di Fabio Pistella su ENERGIA 1.22.

Dopo la disanima dello stato dell’arte della fissione, gli ostacoli e il suo ruolo nella transizione energetica proposta sul numero 3.21, Fabio Pistella (Consigliere di Amministrazione di ENR) torna a scrivere di nucleare su questo numero di ENERGIA ampliando lo spettro d’analisi alla fusione.

A suo avviso, le tempistiche di sviluppo della fusione nucleare non sono compatibili con il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro la metà del secolo. A tale scopo, bisogna continuare a usufruire delle opportunità offerte dalla fissione.

Quel che non significa abbandonare la ricerca e la sperimentazione nel campo della fusione, che al contrario sono caldamente incoraggiate, ma che entrambi i rami del nucleare sono fondamentali per soddisfare le esigenze di sviluppo umano, di breve-medio periodo (il contrasto ai cambiamenti climatici) di lungo (disporre di energia abbondante, continua, sostenibile e a basso costo).

Per tale ragione prima di prendere in esame lo stato dell’arte della fusione nucleare (par. 2), Pistella riprende il filo di quanto scritto nel suo precedente articolo su ENERGIA presentando i recenti sviluppi nella fissione (par. 1).

“Anche se sono trascorsi solo pochi mesi da quella pubblicazio­ne sono da segnalare importanti eventi che dimostrano come sia sempre più argomentata e consi­stente la tesi che ritiene un errore fare a meno della fissione nucleare come una delle opportunità di ri­posta all’emergenza climatica”.

Una polizza assicurativa per il futuro energetico della Fran­cia (e per alcuni vicini paesi europei)

Dal piano di rilancio del presidente francese Emmanuel Macron, all’aspro dibattito che ha accompagnato la Tassonomia europea, sino alle tensioni diplomatiche con la Russia, i cui tragici sviluppi ad articolo chiuso non possono che rafforzare quanto riportato circa la rilevanza di questa fonte per il contesto continentale a fronte dell’eccessiva dipendenza dalle forniture russe mentre “il contesto geopo­litico in altri paesi nostri fornitori quali Algeria e Libia non è certo confortante”.

“Tra le argomentazioni per una moratoria sull’utilizzo e perfino sull’ulteriore sviluppo della fissione, alcuni avanzano l’argomento che la disponibilità di energia da fusione sarebbe ormai vicina e quindi an­drebbe «saltato» l’impiego del nu­cleare da fissione come tecnologia superata” (par. 2).

“In realtà, la fissione oltre ad essere già rilevante, ha un per­corso evolutivo promettente e con prospettive di risultati significativi entro un decennio. La fusione ha una sua dinamica che richiede tem­pi lunghi e che finora non ha visto accelerazioni, anzi ha visto signifi­cativi rinvii delle previsioni di rag­giungere tappe fondamentali”.

La premessa per parlare di fusione è la consa­pevolezza che l’asse dei tempi deve avere come unità di misura non gli anni ma i decenni

La seconda parte dell’articolo ripercorre le principali tappe di sviluppo nel campo della fu-sione evidenziando l’importanza e i benefici di proseguire con decisione nella ricerca an-che attraverso diverse analogie con il campo aerospaziale.

JET, ITER, DEMO sono le tappe illustrate del percorso per realizzare una centrale di potenza a livello commerciale, di cui “non è allo stato attuale formu­labile una credibile previsione per l’entrata in funzione”.

Serve una carta di riserva

Nelle conclusioni (par. 3), l’autore commenta e caldeggia la proposta di notevole interesse in quanto complementare a ITER di riprendere nel nostro Paese il progetto IGNITOR presentata su questo numero di ENERGIA da Bruno Coppi “che ne è l’ideatore, il progettista, il capo progetto con una competenza straordinaria e una passione indo­mabile”.

“Qualora ITER (in quanto caricato di troppe incombenze si­multanee) non raggiungesse la fat­tibilità scientifica nei tempi e nei modi sperati, sarebbe bene dispor­re di una carta di riserva”.

“A questa motivazione di fondo se ne aggiunge una seconda non meno importante anch’essa rica­vabile dall’esperienza contigua del settore spaziale, ma per contrap­posizione (…) un er­rore di strategia con riferimento al rapporto con la politica e la pub­blica opinione: non aver capito che il consenso su percorsi lunghi richiede obiettivi intermedi che siano prossimi, percepibili come concreti e quindi motivanti”.


Il post presenta l’articolo di Fabio Pistella Fissione e fusione: ultimi sviluppi e prospettive (pp. 62-65)
pubblicato su
ENERGIA 1.22.

Fabio Pistella è Consigliere di Amministrazione di ENR


Foto: Eurofusion


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