Le tempistiche di sviluppo della fusione nucleare non sono compatibili con il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro la metà del secolo. A tale scopo, bisogna continuare a usufruire delle opportunità offerte dalla fissione. L’articolo di Fabio Pistella su ENERGIA 1.22.
Dopo la disanima dello stato dell’arte della fissione, gli ostacoli e il suo ruolo nella transizione energetica proposta sul numero 3.21, Fabio Pistella (Consigliere di Amministrazione di ENR) torna a scrivere di nucleare su questo numero di ENERGIA ampliando lo spettro d’analisi alla fusione.
A suo avviso, le tempistiche di sviluppo della fusione nucleare non sono compatibili con il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità carbonica entro la metà del secolo. A tale scopo, bisogna continuare a usufruire delle opportunità offerte dalla fissione.
Quel che non significa abbandonare la ricerca e la sperimentazione nel campo della fusione, che al contrario sono caldamente incoraggiate, ma che entrambi i rami del nucleare sono fondamentali per soddisfare le esigenze di sviluppo umano, di breve-medio periodo (il contrasto ai cambiamenti climatici) di lungo (disporre di energia abbondante, continua, sostenibile e a basso costo).
Per tale ragione prima di prendere in esame lo stato dell’arte della fusione nucleare (par. 2), Pistella riprende il filo di quanto scritto nel suo precedente articolo su ENERGIA presentando i recenti sviluppi nella fissione (par. 1).
“Anche se sono trascorsi solo pochi mesi da quella pubblicazione sono da segnalare importanti eventi che dimostrano come sia sempre più argomentata e consistente la tesi che ritiene un errore fare a meno della fissione nucleare come una delle opportunità di riposta all’emergenza climatica”.
Una polizza assicurativa per il futuro energetico della Francia (e per alcuni vicini paesi europei)
Dal piano di rilancio del presidente francese Emmanuel Macron, all’aspro dibattito che ha accompagnato la Tassonomia europea, sino alle tensioni diplomatiche con la Russia, i cui tragici sviluppi ad articolo chiuso non possono che rafforzare quanto riportato circa la rilevanza di questa fonte per il contesto continentale a fronte dell’eccessiva dipendenza dalle forniture russe mentre “il contesto geopolitico in altri paesi nostri fornitori quali Algeria e Libia non è certo confortante”.
“Tra le argomentazioni per una moratoria sull’utilizzo e perfino sull’ulteriore sviluppo della fissione, alcuni avanzano l’argomento che la disponibilità di energia da fusione sarebbe ormai vicina e quindi andrebbe «saltato» l’impiego del nucleare da fissione come tecnologia superata” (par. 2).
“In realtà, la fissione oltre ad essere già rilevante, ha un percorso evolutivo promettente e con prospettive di risultati significativi entro un decennio. La fusione ha una sua dinamica che richiede tempi lunghi e che finora non ha visto accelerazioni, anzi ha visto significativi rinvii delle previsioni di raggiungere tappe fondamentali”.
La premessa per parlare di fusione è la consapevolezza che l’asse dei tempi deve avere come unità di misura non gli anni ma i decenni
La seconda parte dell’articolo ripercorre le principali tappe di sviluppo nel campo della fu-sione evidenziando l’importanza e i benefici di proseguire con decisione nella ricerca an-che attraverso diverse analogie con il campo aerospaziale.
JET, ITER, DEMO sono le tappe illustrate del percorso per realizzare una centrale di potenza a livello commerciale, di cui “non è allo stato attuale formulabile una credibile previsione per l’entrata in funzione”.
Serve una carta di riserva
Nelle conclusioni (par. 3), l’autore commenta e caldeggia la proposta di notevole interesse in quanto complementare a ITER di riprendere nel nostro Paese il progetto IGNITOR presentata su questo numero di ENERGIA da Bruno Coppi “che ne è l’ideatore, il progettista, il capo progetto con una competenza straordinaria e una passione indomabile”.
“Qualora ITER (in quanto caricato di troppe incombenze simultanee) non raggiungesse la fattibilità scientifica nei tempi e nei modi sperati, sarebbe bene disporre di una carta di riserva”.
“A questa motivazione di fondo se ne aggiunge una seconda non meno importante anch’essa ricavabile dall’esperienza contigua del settore spaziale, ma per contrapposizione (…) un errore di strategia con riferimento al rapporto con la politica e la pubblica opinione: non aver capito che il consenso su percorsi lunghi richiede obiettivi intermedi che siano prossimi, percepibili come concreti e quindi motivanti”.
Il post presenta l’articolo di Fabio Pistella Fissione e fusione: ultimi sviluppi e prospettive (pp. 62-65)
pubblicato su ENERGIA 1.22.
Fabio Pistella è Consigliere di Amministrazione di ENR
Foto: Eurofusion
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