Tassonomia e Linee Guida sugli aiuti di Stato a favore del clima, della protezione ambientale e dell’energia sono entrambi strumenti di politica economica volti a consentire ed orientare il supporto finanziario necessario alla transizione. Dovrebbero andare di pari passo, eppure la Commissione europea ha inserito il nucleare nel primo e lo ha escluso dal secondo. Una contraddizione sollevata “non a torto”, come argomenta l’avv. Lorenzo Parola su ENERGIA 1.22.
Mentre la Commissione includeva, in balìa di un acceso scontro tra gli Stati membri, il nucleare nella Tassonomia, lo escludeva, senza aprire una reale consultazione con i governi, dalle Linee Guida sugli aiuti di Stato a favore del clima, della protezione ambientale e dell’energia: il nuovo regime che autorizza i sussidi di Stato per tutte le tecnologie a bassa emissione di carbonio che contribuiscono alla transizione energetica.
Sono entrambi strumenti di politica economica che svolgono un ruolo di bussola volto ad orientare i mercati a supporto della transizione. In quanto tale, sarebbe risultato opportuno un allineamento tra i due.
Una doppiezza dietro cui, secondo Michel Gay e Dominique Finon, si cela senza dubbio la Germania, che userebbe la leva climatica per far valere i propri interessi industriali contro il principale avversario nell’Unione: la Francia.
Non a torto, è stata denunciata una potenziale contraddizione tra la proposta di Tassonomia e le quasi concomitanti previsioni delle Linee Guida sugli aiuti di Stato
Ma quali considerazioni si possono fare dal punto di vista giuridico? Lo abbiamo chiesto all’avv. Lorenzo Parola che ne ha pubblicato un’analisi su ENERGIA 1.22.
“In effetti, se la Tassonomia consegna ad investitori e operatori la dimensione normativa della «sostenibilità», risulterebbe quantomeno non lineare (se non apertamente confliggente) una disciplina dei criteri di analisi della compatibilità degli aiuti di Stato all’energia e all’ambiente che volutamente lascia fuori il tema del nucleare, oggi candidato a divenire, secondo alcuni paesi, primo fra tutti la Francia, strumento indefettibile della transizione.
La doppiezza della Commissione (inclusione della generazione elettronucleare nella Tassonomia subordinata alla proibizione, salvo eccezioni specifiche, di aiuti di Stato) significa, di fatto, sposare la posizione della Germania che ha deciso di uscire dal nucleare per ragioni squisitamente politiche(5) temendo di dover subire un aumento dei costi energetici a danno della propria competitività.
Prima ancora di un criterio di investimento, la Tassonomia europea rappresenta uno strumento di politica economica volto ad orientare i mercati a supporto della transizione. Un ruolo di bussola svolto anche da un altro importante atto approvato dalla Commissione: le Linee Guida sugli aiuti di Stato a favore del clima, della protezione ambientale e dell’energia. Sarebbe risultato opportuno un allineamento tra i due. Invece, il secondo esclude il nucleare contemplato nel primo assieme al gas naturale di origine fossile. Una doppiezza con cui la Commissione sposa nei fatti la posizione della Germania contro quella della Francia”.
Su aiuto al nucleare, Commissione e corti europee si erano recentemente espresse nel caso «Hinkley Point C»
“Sebbene la scelta della Commissione di non trattare analiticamente i criteri di valutazione della compatibilità degli aiuti di Stato al nucleare nell’ambito delle CEEAG non implichi un’esclusione degli stessi (…) ci si sarebbe aspettati un allineamento concettuale e teleologico dei due atti (…).
A fronte di una accertata ammissibilità degli aiuti al nucleare, una puntuale trattazione dei criteri di valutazione delle relative misure nell’ambito delle Linee Guida sugli aiuti all’energia (…) avrebbe consentito un inquadramento più omogeneo e coerente di misure rivolte ad un medesimo mercato. (…)
D’altra parte, la valutazione di una misura di aiuto a favore del nucleare (…) dovrebbe, a rigore, tenere conto delle indicazioni del Regolamento Tassonomia circa le caratteristiche dell’attività o progetto oggetto della misura affinché l’aiuto di Stato, se compatibile, sia a beneficio di un investimento «sustainable» (nella misura in cui è «transitional»).”
In conclusione, “Le riflessioni sul futuro conducono, dunque, ad un panorama aperto ad elementi di indeterminatezza e di complessità, in un’epoca di aspirazione ascetica alla semplificazione, e lasciano intravedere il rischio che sistemi normativi rigidi e a volte contradditori allontanino gli obiettivi creando sfiducia proprio in capo a chi in questi sistemi deve investire e operare”.
Il post presenta l’articolo di Lorenzo Parola, Nucleare: tra tassonomia e aiuti di Stato (pp. 66-69), pubblicato su ENERGIA 1.22
Lorenzo Parola, esperto di diritto dell’ambiente, energia e utility
Foto: Pixabay
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