5 Aprile 2022

Il caso Zeebrugge: sicurezza energetica e il dilemma dei TSO gas

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Costruito per assicurare le forniture gas al Belgio, il terminal Zeebrugge è finito per funzionare come snodo per il GNL russo fuori dall’Europa, minandone la sicurezza energetica. Com’è possibile? Come evitarlo? Occorre coniugare le attività dei TSO gas con il passaggio a un sistema energetico decarbonizzato.

Situato nella parte settentrionale della costa belga e all’incrocio di due assi principali del flusso di gas naturale europeo – est/ovest dalla Russia al Regno Unito e nord/sud dalla Norvegia all’Europa meridionale –, il terminal di rigassificazione Zeebrugge è stato progettato per assicurare gli approvvigionamenti di gas al Belgio. Da allora, si è trasformato in un’infrastruttura “multi-shipper” che fornisce GNL al di fuori dell’Europa tramite contratti con clausole di destinazione flessibili.

Un recente rapporto dell’Institute of Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) evidenzia come questa dinamica abbia finito per sostenere le esportazioni russe di GNL in Asia, aggirando la domanda europea durante l’impennata dei prezzi del gas e probabilmente agendo contro la sicurezza energetica europea.

A fronte dell’aggressione militare russa in Ucraina, questa presa di coscienza solleva alcune scomode domande per Fluxys, l’operatore belga del sistema di trasmissione del gas (TSO), e i suoi azionisti e potrebbe avere implicazioni per la più ampia comunità dei TSO gas in Europa. Com’è stato permesso che accadesse? È un problema strutturale che richiede riforme europee?

Nel 2019 Zeebrugge ha impegnato per 20 anni un intero serbatoio per stoccare e movimentare GNL russo    

Zeebrugge ha una capacità d’importazione pari a 6,7 milioni di tonnellate di GNL all’anno (mil. tonn/a), equivalente a 9 miliardi di metri cubi all’anno (mld. mc/a). A seguito di un aumento significativo delle importazioni russe di GNL dalla penisola di Yamal dal 2018, Zeebrugge LNG ha impegnato il suo quinto serbatoio di stoccaggio nell’ambito di un accordo ventennale con Yamal LNG nel dicembre 2019.

Il contratto prevedeva fino a 8 mil. tonn/a (circa 11 mld mc, circa il 65% della domanda totale di gas del Belgio, 17 mld mc) di trasbordi di GNL e fino a 107 trasbordi annuali per supportare le consegne di GNL tutto l’anno da Yamal.

Questo ulteriore serbatoio di stoccaggio di GNL da 180.000 mc funge da riserva per il trasbordo di GNL tra due navi che non sono ormeggiate contemporaneamente. Consente il trasferimento di GNL da navi metaniere rompighiaccio provenienti dal terminal di produzione di Sabetta, Yamal, a navi metaniere convenzionali per la spedizione verso destinazioni internazionali.

La maggior parte delle operazioni di trasbordo al terminale di Zeebrugge GNL hanno interessato carichi spot, consentendo ai trader di inviare i volumi al miglior offerente e alzando quindi i costi quando l’offerta è bassa, a scapito dei consumatori europei.

Nel 2021, l’89% dei carichi Yamal LNG trasbordati a Zeebrugge è finito in Asia, Medio Oriente o Sud America

In questo modo, Fluxys sta probabilmente lavorando contro la sicurezza delle forniture in Europa, consentendo di spedire il GNL russo in altri mercati a prezzi elevati in inverno, anche quando le scorte in Europa sono in esaurimento o necessitano di essere riempite.

Nel 2021, l’89% dei carichi Yamal LNG trasbordati a Zeebrugge è finito in paesi asiatici, del Medio Oriente o del Sud America, rispetto al 59% del 2020. Tra gennaio e febbraio 2022, sette degli otto carichi sono stati inviati agli acquirenti in Cina, Taiwan, Corea del Sud e Giappone.

I beneficiari sono la joint venture Yamal LNG (16,4 mil. tonn/a) composta da Novatek (50,1%), TotalEnergies (già TOTAL, 20%), China National Petroleum Corporation (CNPC, 20%) e Silk Road Fund (9,9%).

Fluxys Belgium ottiene circa il 97% del suo reddito operativo dalla vendita di capacità e servizi correlati nella sua infrastruttura per la trasmissione e lo stoccaggio di gas naturale, nonché dal terminal di GNL. Le operazioni sono monitorate dalla Commissione federale belga per la regolamentazione dell’elettricità e del gas (CREG).

Il tasso di utilizzo di Zeebrugge è stato mediamente di circa il 55% nel 2020 e nel 2021, con un record di 162 operazioni registrate nel 2020. Ha raggiunto il livello più basso nel 2016 (11%) ed è rimbalzato nel 2019 (76%).

Un significativo aumento dei ricavi (e dei dividendi) negli ultimi anni

Le attività del terminal hanno determinato un aumento significativo dei ricavi negli ultimi anni: il fatturato dei servizi ha generato 4,3 milioni di euro di ricavi regolati nel 2018, con un aumento di 32,1 milioni di euro nel 2019 e di 16 milioni di euro nel 2020, principalmente a causa della messa in servizio del quinto serbatoio a fine 2019.

Il contratto di trasbordo di Fluxys con Yamal LNG ha consentito alla società di aumentare il dividendo per azione nel 2020 da 1,30 a 1,37 € per azione, il livello più alto dal 2012.

Gli operatori europei regolamentati della rete del gas, come Fluxys in Belgio, traggono profitto da questo commercio, probabilmente a scapito dei consumatori europei di energia. Ma Zeebrugge non è l’unico trasgressore: i carichi di Yamal LNG sono stati ricaricati, trasbordati e scaricati nei terminal dell’Europa nordoccidentale, inclusi GATE nei Paesi Bassi, Montoir e Dunkerque in Francia e Grain nel Regno Unito, nonché vicino al porto di Honningsvag in Norvegia e Kildin in Russia.

Un fondamentale disallineamento delle priorità che deve essere affrontato

In un mondo sempre più consapevole delle ragioni economiche per ridurre la nostra dipendenza dal gas, i TSO europei del gas affrontano una crisi esistenziale. Tradizionalmente, il loro modello di business offriva rendimenti da dividendi costanti e crescenti agli investitori azionari, guidati dai rendimenti regolamentati derivanti dall’espansione della loro infrastruttura del gas o dalla “regulated asset base” (RAB) e finanziati dal debito a basso costo dei mercati dei capitali.

Nell’era delle energie rinnovabili economicamente competitive e dell’elettrificazione, c’è un fondamentale disallineamento delle priorità che deve essere affrontato. Il sistema gas in Europa diminuirà nei prossimi decenni, ma i TSO stanno ancora inseguendo la crescita e sono incentivati a farlo.

Questo è il motivo per cui i TSO del gas hanno spinto in modo aggressivo le tecnologie relative ai “gas verdi”, idrogeno blu e cattura del carbonio, perché è l’unico percorso che i TSO hanno per rimanere in attività mentre passiamo a un sistema energetico decarbonizzato. Questo è anche il motivo dell’espansione internazionale e degli investimenti di società come Fluxys, Snam ed Enagas.

Quindi cosa si può fare? In primo luogo, le autorità di regolamentazione dell’energia, come CREG in Belgio e ACER/CEER in Europa, devono ricevere maggiori poteri, risorse e indipendenza, in modo che possano controllare e porre il veto alle espansioni che danno la priorità ai profitti degli azionisti rispetto alla sicurezza europea. In secondo luogo, è necessario un dibattito onesto nelle alte sfere istituzionali europee su come allineare meglio il modello di business TSO vigente con le esigenze urgenti della transizione energetica europea.


Il post riprende contenuti dello studio IEEFA Belgian LNG Terminal Zeebrugge Supporting Year-round Russian LNG Supplies to Non-European Markets

Ana Maria Jaller-Makarewicz è Energy Analyst Europe presso IEEFA.
Arjun Flora è energy finance analyst presso IEEFA.


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Foto: Port of Zeebrugge

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