8 Aprile 2022

Servizi di dispacciamento: una componente della bolletta elettrica

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Dopo la componente energia e gli oneri generali di sistema, l’analisi anatomica della bolletta elettrica restituisce una nuova voce: il costo dei servizi di dispacciamento. Ancora una volta è Antonio Galli di RSE a spiegarci di cosa si tratta nel suo articolo comparso su ENERGIA 3.21 e di cui si riporta un estratto.

“L’energia elettrica prelevata dagli utenti finali necessita di essere generata, trasportata e, infine, distribuita fino al punto di consegna, nel rispetto di adeguati standard del servizio di fornitura. In particolare, all’operatore di rete di trasmissione è richiesto di mantenere la frequenza di rete e la tensione entro limiti operativi prefissati. A tal fine l’operatore si serve di opportuni servizi di dispacciamento approvvigionati presso alcuni impianti regolanti.

Tali servizi possono essere remunerati tramite scambi sul Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD) oppure attraverso procedure concorsuali oppure con un valore economico fissato da ARERA (diversamente il servizio è gratuito). In particolare, i servizi a mercato comportano per il gestore di rete di trasmissione un onere netto (differenza tra suoi esborsi in acquisto e suoi ricavi in vendita) che viene successivamente recuperato trasferendolo sui clienti di consumo”.

Con questa premessa, Antonio Galli (RSE) introduce i costi dei servizi di dispacciamento nel suo lungo articolo pubblicato su ENERGIA 3.21 dedicato alla bolletta elettrica.  

“A regole vigenti (provvedimento ARERA n. 111/06 e successive modifiche ed integrazioni, Allegato A) la copertura dell’onere netto avviene applicando in tariffa ai clienti finali in prelievo un corrispettivo unitario di dispacciamento strutturato come descritto in Tab. 1”.

A coprire il volume di costo per il servizio di dispacciamento concorrono diverse voci

Si tratta di un insieme di voci che cumulativamente concorrono a coprire il volume di costo per il servizio di dispacciamento.

Quanto al valore monetario, “in Fig. 5 è mostrato l’andamento del gettito stimato annuo derivante dai diversi corrispettivi unitari per il servizio di dispacciamento nel periodo 2009-2020. La stima di gettito è ottenuta moltiplicando ciascuna voce di corrispettivo unitario per il consumo di energia elettrica nazionale su base mensile”.

“Nel corso degli anni, il montante totale del gettito è passato da quasi 1,5 mld. euro del 2009 ai quasi 4 mld. nel 2016, attestandosi poi poco sopra i 3,5 mld. sia nel 2020 che 2021 (+17%  circa rispetto a 2019) (…).

Occorre precisare che il valore del 2016 risente fortemente degli effetti di alcuni vuoti normativi che, in alcune circostanze rilevate dall’Autorità, hanno contribuito ad aumentare la volatilità dei prezzi sul MSD costringendo poi l’Autorità stessa ad intervenire con opportuni provvedimenti (es. provvedimento n. 342 del 24 giugno con effetto immediato, n. 419 del 8 giugno 2017 con effetto immediato).

Dal 2017 il montante di spesa ha iniziato, quindi, a diminuire riducendosi di quasi il 15% nel 2018 per poi riaumentare leggermente nel 2019 (+8,3% rispetto al 2018) e proseguendo poi ad aumentare nel 2020 per gli effetti sulle attività produttive delle restrizioni anti-Covid-19.

La riduzione osservata nell’anno 2015 è riconducibile, invece, agli effetti della piena operatività nella Regione Sicilia delle disposizioni, sugli impianti essenziali, del Decreto-Legge 91/114 (art. 23, comma 3-bis) modificato e convertito nella Legge 116/2014”.

Nel corso degli anni, con qualche eccezione, il gettito annuo derivante dai corrispettivi per il servizio di dispacciamento è progressivamente aumentato

Quanto al peso di ogni singola voce, “nei dodici anni analizzati la componente di costo più rilevante è quella relativa al gettito derivante dall’uplift”, che secondo la definizione di TERNA è il corrispettivo unitario per l’approvvigionamento delle risorse nel Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD). Esso è stimato da Terna su base trimestrale e viene fatturato agli utenti del dispacciamento per i prelievi effettivi di energia elettrica del trimestre. L’Uplift è il rapporto tra controvalore delle varie voci di costo che lo compongono e l’energia prelevata dalla rete.

“Seguono poi i gettiti per la remunerazione del servizio di interrompibilità e delle unità essenziali. Un po’ meno rilevanti sono invece i contributi per la remunerazione dell’attività del gestore di rete, della disponibilità di capacità produttiva e della modulazione eolica”.

La componente di costo più rilevante è quella relativa al gettito derivante dall’uplift

“Si osserva come nel periodo 2009-2014 i corrispettivi di uplift, di remunerazione delle unità essenziali, di remunerazione dell’attività del gestore di rete e di disponibilità di capacità produttiva siano variati con andamento quasi lineare; tale andamento è in parte riconducibile agli effetti della generazione rinnovabile non programmabile, che nel corso degli anni ha causato la riduzione significativa di ore di funzionamento di alcune unità termoelettriche (alcune unità di produzione sono state addirittura dismesse definitivamente) impattando così anche sulla disponibilità di risorse sul MSD e, quindi, sulla volatilità dei prezzi sul MSD.

Il gettito per il servizio di interrompibilità, invece, ha avuto un aumento fino al 2013 per poi decrescere quasi linearmente portandosi, nel 2018, a circa il 63% sotto il valore stimato per il 2009. Nel 2019-2020, invece, tale gettito è nuovamente aumentato sensibilmente attestandosi attorno a 300 mil. euro”.

Infine, la stima di uplift “a consuntivo” evidenzia un aumento di 538 milioni di euro nel 2020 rispetto al 2019, di cui il 68% realizzato (quasi 366 milioni) nel solo trimestre marzo-maggio (periodo di massima emergenza Covid-19). Tuttavia, tale aumento dovrebbe riassorbirsi nel 2021 di “quasi normalità”, pur restando indicativamente sopra i 2 miliardi di euro, come suggerisce anche il montante di uplift “a consuntivo” calcolato sui primi 8 mesi dell’anno.

L’aumento dell’uplifit del 2020 è stato riassorbito nel 2021 di “quasi normalità

Con la spiegazione dei costi dei servizi di dispacciamento si aggiunge un nuovo tassello alla comprensione della struttura della bolletta elettrica nazionale.

Per completare il quadro delle componenti che contribuiscono al prezzo del kWh consumato, oltre alla componente energia e agli oneri generali di sistema di cui si è già parlato, mancano all’appello il costo dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura e le imposte.

La prima voce include i costi connessi alle infrastrutture (rete di trasmissione, distribuzione e misura) necessarie per garantire l’arrivo dell’energia elettrica dalle centrali di produzione ai consumatori e misurarne le quantità fornite, mentre la componente fiscale è relativa alle aliquote di IVA, imposte erariali o accise.


Il post ripropone il par. 3 dal titolo “Costo dei servizi di dispacciamento” dell’articolo di Antonio Gatti La bolletta elettrica nazionale e le sue principali componenti (pp. 56-62) pubblicato su ENERGIA 3.21

Antonio Gatti lavora presso il Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici di RSE


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Foto: Pixabay

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