Nella disperata ricerca di alternative alla Russia, l’opzione più concreta nel medio termine è il gasdotto EastMed: darebbe accesso alle grandi risorse del Mediterraneo orientale, è riconosciuto di Interesse Comune per l’Unione, è in linea con le regolamentazioni nazionali ed europee, è predisposto per trasportare idrogeno. Simone Nisi e Luca Franza su ENERGIA 2.22.
La guerra russo-ucraina costituisce un game changer negli equilibri energetici dell’Europa e non solo. Ne ridefinisce priorità – ad iniziare dalla sicurezza e dalla competitività degli approvvigionamenti – e pone nuove sfide nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.
L’UE guarda alle rinnovabili per ridurre la domanda di gas e a misure di breve (come il rafforzamento degli stoccaggi o maggiori importazioni di GNL), ma serve anche una strategia proattiva che guardi al medio termine “per evitare nuove corse al rialzo dei prezzi in un quadro di crescente competizione con i compratori asiatici e garantire costi di approvvigionamento sostenibili per cittadini e imprese”.
Su ENERGIA 2.22 Simone Nisi e Luca Franza presentano e inquadrano l’unica infrastruttura matura e in linea con le regolamentazioni nazionali ed europee che, in pochi anni, potrebbe assicurare forniture dedicate all’Europa per poi trasportare molecole decarbonizzate grazie alla sua predisposizione all’idrogeno: il progetto EastMed-Poseidon.
Eastmed-Poseidon: un gasdotto per liberarsi dal gas russo
“Le ingenti risorse di gas del Mediterraneo orientale, a poca distanza dall’Italia, non possono che rappresentare uno dei pilastri di tale strategia. Un rilancio della centralità del Corridoio Sud rappresenterebbe un passaggio strategico per l’Italia in Europa e nel bacino mediterraneo” (1. Contesto e inquadramento: la diversificazione energetica al vertice dell’agenda politica europea).
Promosso dalla società IGI Poseidon (joint venture paritetica tra Edison e DEPA), “il progetto EastMed-Poseidon si compone di due sezioni interdipendenti che, secondo l’attuale stato di sviluppo, possono essere realizzate entro quattro anni dalle decisioni finali di investimento” (2. EastMed-Poseidon: i fondamentali del progetto).
EastMed “consiste in una sezione offshore di circa 1.350 km tra Israele e la Grecia continentale, passando per Cipro e Creta, e una sezione onshore in Grecia di 550 km, direttamente collegata al gasdotto Poseidon”, che attraversa il Mar Ionio fino all’approdo a Otranto.
Entrambe le sezioni hanno una capacità espandibile fino a 20 mld di m3 e il progetto ha ottenuto lo status di Progetto di Interesse Comune per l’Unione Europea.
Opzione sostenibile in termini di sicurezza e competitività…
Ragioni sufficienti ma non le uniche per ridare slancio a un progetto che, come altri, era stato accantonato. Nisi e Franza, infatti, nel par. 3 evidenziano come questo gasdotto sia un’opzione sostenibile per rafforzare sicurezza e competitività degli approvvigionamenti perché offrirebbe “una notevole flessibilità al sistema, aumentando la capacità di adattarsi all’evoluzione delle esigenze della domanda e dell’offerta nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa meridionale”, specie in caso di interruzioni di forniture da altre rotte; può contare su una capacità produttiva significativa, quale quella del bacino levantino; creerebbe “un equilibrio tra i flussi in direzione Sud-Nord e Nord-Sud necessario per evitare che l’Europa meridionale sia strutturalmente esposta a prezzi più elevati rispetto all’Europa settentrionale”, come di fatto accade oggi vista la forte dipendenza dal gas di Mosca.
Inoltre, vincendo le resistenze di chi ritiene i gasdotti incompatibili con gli obiettivi climatici europei, il nuovo progetto, veicolando gas naturale, può apportare un contributo significativo “alla decarbonizzazione nel medio termine, affiancando le rinnovabili e riducendo le emissioni nei settori di difficile elettrificazione (hard-to-abate), specialmente nei paesi dell’Europa sud-orientale”, fungendo da “back-up rispetto alle rinnovabili non programmabili”, e soddisfacendo i consumi di quei settori in cui “risultano limitate le tecnologie commercialmente mature con impronta carbonica minore del gas” (4. Il ruolo del gas naturale in UE e in Italia).
Un ruolo, quello di fonte di transizione nel percorso verso l’obiettivo net-zero, che – come detto – trova riconoscimento presso le istituzioni europee (5. I segnali di policy europei sul gas naturale). Si veda l’inserimento del gas come fonte sostenibile nella Tassonomia degli investimenti verdi, “nel quadro delle nuove linee guida europee sugli aiuti di Stato (Climate, Energy and Environment Aid Guidelines, CEEAG)”, nel pacchetto Fit for 55.
…nonché in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione per la sua predisposizione all’idrogeno
Un ultimo, ma non meno rilevante, aspetto che giustifica la realizzazione del progetto è il suo essere “un abilitatore dello sviluppo della produzione di idrogeno nella regione levantina e della sua esportazione verso l’UE (Fig. 3), contribuendo così in modo determinante agli obiettivi di decarbonizzazione e diversificazione dal gas russo tracciati nella Strategia europea sull’idrogeno e nella Comunicazione REPowerEU” (6. Opzioni per l’import di idrogeno).
Basteranno tutti questi elementi a rendere concreto il progetto? Nelle conclusioni, Nisi e Franza gettano uno sguardo sui prossimi mesi. “Il completamento delle attività di survey e design su EastMed-Poseidon è previsto entro la fine del 2022”.
Resta, però, da vedere se nel frattempo Stati membri e istituzioni europee si muoveranno per accelerare le tempistiche di realizzazione.
Il post presenta l’articolo di Simone Nisi e Luca Franza EastMed: un’opzione per la sicurezza e la competitività (pp. 46-51) pubblicato su ENERGIA 2.22
Simone Nisi è Direttore Affari Istituzionali di Edison
Luca Franza è Responsabile Affari Istituzionali Europei di Edison
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