La scarsità di risorse naturali e di materie prime contribuisce a generare innovazione e progresso tecno-scientifico, di cui tuttavia non si possono prestabilire tempi e modi. Le Istituzioni sovrannazionali dovrebbero fornire maggiore attenzione al tema delle risorse, che necessitano anche di un supporto politico concreto e duraturo. Su ENERGIA 2.22, Alberto Quadrio Curzio riprende le fila di analisi avviate dagli anni 1960.
“Analizzando le dinamiche di lungo periodo, è possibile riscontrare che la scarsità di risorse naturali e di materie prime ha contribuito a generare innovazione e progresso tecno-scientifico nelle economie industrializzate. Si pensi alla ricerca finalizzata al raggiungimento di più alti livelli di efficienza in un processo di trasformazione industriale, che consente di risparmiare input o di ridurre gli scarti quando la materia prima non è abbondante.
Attraverso cicli di rivoluzione e innovazione, questo meccanismo ha allentato l’antagonismo tra scarsità delle risorse e producibilità dei beni, trasformandolo in sinergia. Tuttavia, i tempi e i costi del passaggio dal campo teorico a quello applicativo non possono trasformare l’innovazione in un fattore di certezza per tempi e per modi.
Per questo, le Istituzioni sovrannazionali dovrebbero fornire maggiore attenzione al tema delle risorse, che necessitano anche di un supporto politico concreto e duraturo”.
Le dinamiche della transizione rappresentano sempre delle incognite perché questo è il «messaggio» che ci viene dalla storia
Su ENERGIA 2.22, Alberto Quadrio Curzio (Presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Professore emerito di Economia politica presso l’Università Cattolica) tesse le fila delle sue analisi su dinamica strutturale, risorse e materie prime.
“Nel seguito non farò un’analisi con la modellistica e con dati numerici di prezzi e quantità, riserve e risorse ma una riflessione storico-teorica che espone un paradigma su cui ho lavorato per decenni. L’ampia bibliografia consentirà approfondimenti a chi ne fosse interessato.”
“In questo lungo viaggio ho via via approfondito l’impostazione sulla dinamica strutturale di lungo periodo dei sistemi economici soggetti a vincoli di scarsità per le risorse naturali. In particolare, ho argomentato che la dinamica dei sistemi tecno-scientifici avrebbe spostato in avanti le frontiere della scarsità delle risorse naturali e delle materie prime ma che le scarsità potevano ripresentarsi in nuove forme non previste” (1. Dinamica strutturale e scarsità).
“Inoltre, le dinamiche della transizione rappresentano sempre delle incognite perché questo è il «messaggio» che ci viene dalla storia. Ex ante l’alternanza dei cicli di sostituzione di materie prime e risorse naturali non poteva essere quindi certa sui tempi e neppure sugli esiti e spesso solo ex post si può constatare l’accaduto.”
“Non c’è dubbio che nel corso dei secoli situazioni di acute scarsità nelle risorse naturali e nelle materie prime si siano verificate, ma «l’innovazione» ha rimosso o spostato in avanti la frontiera della scarsità” (2. Scarsità assolute e scarsità relative).
Con il progresso tecnico e con l’innovazione si è verificato un fenomeno di creazione di «distanza»
“Anzi, si può ritenere che almeno una parte delle innovazioni sia proprio stata innescata dalla scarsità delle risorse naturali. Così la dinamica e la crescita di lungo periodo delle economie oggi industrializzate possono essere almeno in parte interpretate, nelle loro molteplici e talvolta inspiegabili cause, anche alla luce di un principio di antagonismo-coesistenza-sinergia tra scarsità delle risorse naturali e delle materie prime da un lato e producibilità delle merci dall’altro. Qui si innesta anche il progresso tecno-scientifico.”
“Da un altro punto di vista si può dire che storicamente il progresso scientifico, tecnico ed economico ha aumentato la «distanza» tra risorse naturali e materie prime da un lato e la domanda di beni finali e mezzi di produzione dall’altro. La stessa differenza tra economie industrializzate ed economie in via di sviluppo può essere vista, tra l’altro, anche in questi termini”.
“Le precedenti considerazioni potrebbero essere argomentate storicamente in molti modi globali e specifici. Esemplifichiamo superficialmente quanto detto con riferimento alle quattro rivoluzioni economiche di questi ultimi 500 anni: quella geografico-mercantile; quella industriale-tecnologica; quella scientifico-tecnologica; quella della dematerializzazione-digitale. Queste classificazioni sono altamente approssimative, ovviamente” (3. Rivoluzioni innovative e scarsità).
Chi ha ipotizzato che il sistema delle rivoluzioni scientifiche avrebbe tolto ogni vincolo di scarsità si è sbagliato anche se il benessere è aumentato
“Le scarsità emergono anche per i processi di apprendimento degli esseri umani che «segmentano il mondo» e pongono un drammatico problema di istruzione e di disparità. Anche questo problema affrontai nel mio studio Investimenti in istruzione e sviluppo economico” (4. Le scarsità rimangono anche se si modificano).
“Tutto ciò rende necessario continuare a studiare le risorse scarse perché se l’innovazione scientifica e tecnologica sembra capace di risolvere molti problemi ciò non significa né che lo faccia in tempi sufficientemente brevi per prevenire il formarsi di nuovi limiti allo sviluppo né che la traduzione applicativa dell’innovazione sia sempre istituzionalmente ed economicamente fattibile”.
Assolute o relative, ma non esiste un mondo senza vincoli di scarsità naturali!
“Poiché il consumo delle risorse ambientali avviene in molti modi (tra cui quello diretto con utilizzo di terre, foreste, acqua, aria, etc. e quello indiretto con lo scarico dei rifiuti e dell’inquinamento della civiltà industriale urbana e dei consumi), la diffusione del problema è tale che risulta difficile dire se ci troviamo di fronte a scarsità assolute che devono quindi portare ad un complessivo rallentamento della crescita economica o a scarsità relative superabili con il progresso scientifico-tecnico e l’incivilimento nello sviluppo”.
“Come detto più volte, l’attenuazione delle scarsità dipenderà allora sia dalla scienza sia dalla tecnologia, dalla istruzione, dalle norme giuridiche e dalle istituzioni nazionali e sovranazionali” (5. Economia e materie prime: consapevolezza sulle istituzioni e sull’istruzione).
“Non si può affidare ai soli meccanismi di mercato o alla dinamica delle imprese in competizione tra di loro una questione che richiede grandi investimenti orientati da una visione di lungo periodo nell’ambito della quale i meccanismi di mercato possono svolgere un ruolo cruciale ma solo di secondo livello. E quindi non risolutivo”.
Il concetto di scarsità tecnologica porta con sé ottimismo e pessimismo, la chiave è il ruolo dell’istruzione
“Perciò il concetto di scarsità tecnologica porta con sé ottimismo e pessimismo: da un lato, la possibilità di superare la scarsità con l’innovazione; dall’altro, vi è la scarsità dell’innovazione; infine, vi è l’applicabilità economico-civile dell’innovazione. E quindi il ruolo dell’istruzione. Tutto ciò impone prudenza nel considerare la dinamica economica senza vincoli e richiede anche un continuo monitoraggio delle scarsità fisiche delle materie prime”.
“La trattazione delle risorse naturali, delle scarsità a loro connesse, dei mezzi di produzione non riprodotti e scarsi, delle connesse rendite e prezzi nell’ambito di modelli teorici era stata largamente trascurata negli studi sulla dinamica economica strutturale” (6. Dinamica economica strutturale in analisi multisettoriali).
“Qualcuno dirà che tutto è «ovvio» ma non lo è stato affatto per la teoria economica che ha trascurato il tema per troppi decenni” (7. Una Conclusione provvisoria e quindi di rinvio). “Non è necessario ritornare agli economisti classici come David Ricardo che nelle sue conclusioni prefigurava uno stato stazionario a causa della scarsità della «terra». Ma non è neppure il caso di affidarsi solo alla potenza innovativa della scienza e della tecnoscienza”.
“Qui diventano cruciali le Istituzioni alle quali, pur in contesti diversi, si deve dedicare maggiore attenzione sia per i grandi disegni che per le politiche attuative. Mi limito a due richiami (…)”.
Il post presenta l’articolo di Alberto Quadrio Curzio Dinamica strutturale, risorse e materie prime (pp. 8-13) pubblicato su ENERGIA 2.22.
Alberto Quadrio Curzio, Presidente emerito dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Professore emerito presso l’Università Cattolica, Milano.
Foto: Unsplash
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