La grave crisi energetica che attanaglia famiglie e imprese da oltre un anno non può che porre il mondo industriale e finanziario di fronte alla necessità di esplorare e intraprendere percorsi, nuovi fermo restando la necessità di procedere lungo la transizione energetica e nel contrasto ai cambiamenti climatici. Le principali tendenze e opportunità verranno prese in esame nel corso del Richmond Energy business forum autumn che si terrà a settembre a Rimini.
Nel corso del 2021, si è osservato un enorme aumento dei prezzi dell’energia che si è ribaltato sui prezzi di tutti gli altri beni, alimentando un tasso di inflazione ormai a due cifre percentuali.
Secondo quanto riportato da ARERA, a fine 2021 il prezzo dell’elettricità è aumentato del 55%, mentre quello del gas è salito del 41,8%, una situazione che si è mantenuta su livelli elevati nei primi due semestri dell’anno in corso e che non promette bene neanche per i due restanti. Una prospettiva per nulla confortante per cittadini ed imprese.
Per far fronte ai mutamenti di mercato, le aziende sono chiamate a orientare le scelte di investimento con l’obiettivo di coniugare la riduzione delle emissioni di CO2, il contenimento della spesa energetica e la migliore gestione di ogni possibile rischio pratico.
In un momento di forte criticità ed incertezza, è necessario che il mondo aziendale ritrovi uno spazio di confronto. Il Richmond Energy business forum autumn si propone come un momento di scambio e analisi fondamentale per discutere le nuove opportunità di business nel settore dell’energia, così da farsi trovare preparati e aperti alle nuove opportunità e/o minacce.
L’implementazione di piani Net Zero
L’implementazione dei piani Net Zero è la prima tendenza che ogni azienda deve seguire con attenzione. Più si attende, maggiori sono le spese cui far fronte. Se le imprese riuscissero a mettersi in linea in tempi brevi, oltre a giovarne individualmente, si favorirebbe l’economia generale del Paese, dando un nuovo impulso al mercato produttivo.
Consumo razionale e progressi in efficienza energetica consentono di ridurre le voci di spesa nei bilanci aziendali. La scelta di restare fermi senza fare nulla rischia invece di danneggiare l’economia presente e futura del Paese, senza contare i danni irreparabili per il Pianeta.
Nel 2022, le aziende dovrebbero darsi regole sempre più rigide per contrastare l’aumento progressivo dei prezzi dell’energia e delle tasse per chi emette CO2. Seguendo la via della transizione energetica, le aziende possono salvare i loro bilanci e prevenire i rischi, proteggendo la redditività a lungo termine.
D’altronde, gli effetti delle emissioni di CO2 sono sotto gli occhi di tutti. Neanche le piccole e medie imprese possono più nascondere la testa sotto la sabbia: è necessario dare un’accelerata a un processo che accompagni ogni realtà a ridurre il proprio impatto ambientale, soprattutto in termini di emissioni climalteranti.
Gli obiettivi della Cop26
L’assunzione di piani Net Zero ha subìto una brusca, ma positiva accelerata nel corso dell’ultima edizione delle COP, la numero 26 del novembre scorso, dove ben oltre il 90% delle nazioni ha fissato obiettivi di neutralità climatica. Si tratta di un grande passo avanti rispetto al 2020, quando questa quota non superava il 30%.
A fronte di questi impegni, serve un approccio ben strutturato per consentire alle aziende, oltre che ai Paesi, di conseguire obiettivi di zero emissioni nette, puntando sulle migliori tecnologie disponibili, ma anche su tecniche e strategie aziendali e ogni accorgimento che permetta di ridurre le emissioni di CO2.
Gli aiuti agli acquirenti di energia green e la rivoluzione dell’idrogeno
L’attuale difficile contesto di mercato favorisce coloro che acquistano energia elettrica generata da fonti rinnovabili. Le prospettive di queste fonti continuano pertanto ad essere in forte aumento, nonostante il mutato contesto geopolitico.
Rendere queste energie sempre più convenienti e affidabili diventa tuttavia un imperativo ancor più impellente, al fine di soddisfare le accresciute esigenze di sicurezza energetica, oltre che per rispettare gli impegni assunti nei grandi negoziati internazionali come COP26.
Un’altra direttrice emergente su cui si fa molto affidamento è l’idrogeno, un vettore energetico dall’enorme potenziale che tuttavia deve ancora raggiungere sufficienti livelli di economicità ed affidabilità. Servono infatti prezzi accessibili per consentire all’idrogeno di contribuire a una drastica riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 e al loro azzeramento entro il 2050.
Lo sviluppo tecnologico, infrastrutturale e industriale ad esso collegato può altresì fornire un importante impulso all’economia nazionale. Da tenere sott’occhio sono quindi i numerosi progetti inerenti all’idrogeno previsti per l’anno in corso, atti a dimostrare agli investitori l’affidabilità di un sistema tecnologico dalle enormi potenzialità.
L’era delle auto elettriche
Ultima ma non meno importante tendenza è quella del settore automobilistico. Nel 2035 nell’intera Unione Europea sarà vietata la vendita di nuovi veicoli endotermici leggeri alimentati a benzina e diesel.
Un’importante trasformazione industriale che sta già incidendo nelle strategie di molte aziende, dalle case produttrici al settore della componentistica automotive, che si dovranno orientare verso modelli full electric o quantomeno hybrid.
Sempre in questo ambito, una rilevanza centrale verrà assunta dallo sviluppo e installazione delle colonnine di ricarica per le vetture a zero emissioni.
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