16 Agosto 2022

Gas: tutto (non) va ben madama la marchesa

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L’Europa potrebbe non avere gas a sufficienza questo inverno. È l’allarme lanciato dal Platts mentre i prezzi registrano nuovi massimi storici. Eppure, il ministro del governo dimissionario Cingolani continua a rassicurare l’opinione pubblica.

Mentre il ministro del governo dimissionario Cingolani continua a rassicurare l’opinione pubblica e specie le famiglie che quest’inverno potranno comodamente riscaldarsi col gas, sempre siano in grado di pagarselo, dai mercati vengono segnalazioni esattamente e profondamente contrarie.

Il Platts Europe Gas Daily del 15 agosto registra prezzi ai massimi storici. L’Italia nella piattaforma PSV ha registrato un aumento di circa il 10% a circa 220 euro/MWh corrispondenti a 65,5 doll/Mil. Btu. Quelli dell’elettricità seguiranno parallelamente, con un PUN stimabile domani in circa 538 euro/MWh, contro una media di luglio di 445.

L’aumento è motivato dalle minori forniture russe e dal rischio, scrive il Platts, che “Europe could run short of natural gas this winter”, anche considerando che, nonostante gli alti prezzi, la domanda di gas tiene.

L’Italia è messa peggio di diversi altri paesi europei

L’Italia è messa peggio di diversi altri paesi europei, specie rispetto alla Francia (43,4 doll/Mil. Btu), Spagna (circa 43.6), Belgio (47,9), notoriamente meno legati al gas russo.

Chi ha scelto la Russia come nazione più favorita negli approvvigionamenti di gas – specie Italia e Germania – la sta pagando carissima. La Germania registra prezzi simili ai nostri a causa dei minori flussi di gas russo via Yamal e Nord Stream 1 alimentato ad un quinto della sua capacità.

Per evitare scarsità nel prossimo inverno il governo tedesco stima che i consumi debbano ridursi di almeno un 20%, ben al di sopra della riduzione del 15% (per molti paesi ridotta al 7%) indicata dalla Commissione di Bruxelles, evidentemente convinta che la situazione fosse migliore di quella che si va registrando.

Accordi di solidarietà, riduzione consumi, forniture alternative: la ricetta tedesca

L’affannosa ricerca da parte della Germania di gas alternativo a quello russo per coprire i consumi e accrescere gli stoccaggi è alla base della lievitazione dei prezzi. Altre misure poste in essere vanno dalla sottoscrizione di accordi di solidarietà con paesi confinanti (Danimarca, Austria, Repubblica Ceca) all’imposizione di una tassa per coprire i maggiori costi degli acquisti sull’estero.

Al di là degli scarsi risultati ottenuti dalle azioni europee, non si è però concretizzato sinora alcun effettivo spirito di solidarietà tra i paesi europei. Ciascuno agisce nel suo specifico interesse, ad iniziare dall’Olanda che nonostante i 450 miliardi di metri cubi di riserve ancora sotto terra nello storico giacimento di Groningen non ha nessuna intenzione di arrestare la riduzione della sua produzione dovuta anche a timori sugli effetti tellurici che potrebbe provocare.

Anche la Norvegia, pur estranea all’Unione Europea, ha ridotto drasticamente le sue esportazioni a Gran Bretagna e Francia, nominalmente per esigenze di manutenzione, ma di fatto sperando di lucrare dai crescenti prezzi di mercato.

Il Ministro Cingolani ha dichiarato che “Ci aspetta un inverno certamente di prudenza, vista la situazione internazionale, e di sobrietà dei consumi che non guasta mai, ma comunque ben sostenibile rispetto a quello dei colleghi europei”. Sulla base di quali elementi ritenga che l’Italia sia messa meglio non è dato sapere, mentre gli operatori di mercato non la pensano così.

Winter is coming e diversi paesi stanno preparando piani di razionamento

L’inverno sarà comunque difficile da attraversare. Non saranno sufficienti spiriti di prudenza e sobrietà, specie se i flussi di gas russo dovessero ancora diminuire. Mosca preferisce incredibilmente bruciarlo alla torcia piuttosto che consegnarlo.

Le mille azioni decise dal Consiglio Europeo su proposta della Commissione non hanno sortito effetti significati nelle aspettative dei mercati nelle varie scadenze. I contratti forward per il prossimo inverno vanno registrando prezzi a nuovi massimi storici. In diversi paesi si stanno approntando piani di razionamento con accese discussioni su chi ne ricadano le responsabilità.

Perché una cosa è pagare bollette care del gas, altro se, insieme, non se ne dispone. Specie se si sono sparse immotivati sentimenti di ottimismo. Meglio sarebbe stato, lo abbiamo ripetuto più volte, dir le cose come stanno, non escludendo il peggio, sperando non si avveri.


Alberto Clô è direttore della rivista Energia e del blog RivistaEnergia.it


Foto: Pixabay

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