26 Settembre 2022

Il terremoto nelle supply chain globali

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Non esiste in tempi recenti un precedente storico paragonabile alla rottura, iniziata nel 2021, del moderno sistema integrato globale di supply chain. Daniel Yergin e i suoi colleghi di S&P Global aggiornano in esclusiva per ENERGIA 3.22  il report The Great Supply Chain Disruption per quanto riguarda gli ambiti industria, automotive, energia.

“Le catene di approvvigionamento globali – dal petrolio al gas naturale, dal grano all’alluminio – sono state spezzate. Non possono più essere date per scontate”. Daniel Yergin, Vice Chairman, S&P Global, introduce l’aggiornamento del report The Great Supply Chain Disruption: Why it continues in 2022? pubblicato in via esclusiva su ENERGIA 3.22 per quanto riguarda gli ambiti industria, automotive, energia.

“Le aziende stanno ora includendo considerazioni su resilienza e flessibilità oltre a quelle su costi e tempestività. Di certo, la tendenza generale alla globalizzazione continuerà. Ma questo sistema globale, ora alquanto frammentato, sarà ulteriormente messo in discussione dal corso della guerra in Ucraina, dall’evolversi delle relazioni Stati Uniti-Cina e dall’eventualità che una recessione globale rallenti la domanda e l’attività economica in tutto il mondo. Prima ancora, c’è l’impatto di nuove varianti del virus sull’attività economica”.

Dal «WTO consensus» a un nuovo ordine basato sulla «Competizione tra Grandi Potenze» e sulla «rivalità strategica»

“I paragrafi che seguono, degli esperti di S&P Global, si concentrano sugli aspetti chiave delle catene di approvvigionamento: i segnali premonitori della recessione, le interruzioni che hanno afflitto l’industria automobilistica e la frammentazione di quelli che erano stati i flussi globali di petrolio”.

Il primo (Industria: i ritardi nella supply chain diminuiscono per l’indebolimento della domanda, ma aumentano i rischi di recessione) è a cura di Chris Williamson, Chief Business Economist, S&P Global Market Intelligence. “La Great Supply Disruption è uno dei fattori che ha portato all’impennata dell’inflazione e all’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Ma adesso un altro spettro incombe sull’economia mondiale: la recessione”.

Alla debole crescita della domanda e della produzione si aggiunge l’inasprimento della politica monetaria nel mondo sviluppato, rafforzando il rischio recessione.

“Gli indicatori previsionali suggeriscono che il deterioramento della crescita della produzione potrebbe rafforzarsi nel corso del terzo trimestre. Negli ultimi mesi si è registrata, ad esempio, una crescita del numero di società che hanno segnalato un aumento delle giacenze invendute a causa di vendite inferiori alle attese, quel che si è riflesso in un deterioramento dell’afflusso di nuovi ordini”.

Il secondo paragrafo (Sofferenza e guadagno: la nuova normalità della supply chain nel settore automotive) è a cura di Matteo Fini, Vice President, Automotive Supply Chain and Technology, S&P Global Mobility. “Le interruzioni, in corso e strutturali, scatenate dai semiconduttori si sovrappongono ad altri shock localizzati, come la carenza di cablaggi a causa della guerra in Ucraina o i lockdown in Cina che hanno impattato su diversi componenti”.

Che si tratti di acciaio magnetico per motori elettrici, palladio per convertitori catalitici, nichel e litio per batterie di veicoli elettrici, l’industria non può che chiedersi quale sarà la prossima interruzione

“Ciò costringe le case automobilistiche e i fornitori ad adattarsi a una nuova normalità manifatturiera. Questo avvento non è necessariamente una cattiva notizia per le case automobilistiche, poiché ha consentito loro di imporre una maggiore disciplina dei prezzi, con meno sconti, aumentando così la loro redditività. (…) La nuova normalità è d’altra parte una cattiva notizia per i fornitori, che hanno difficoltà a trasferire l’aumento dei costi ai propri clienti, le case automobilistiche, e sono gravati da una struttura a costi fissi progettata per volumi del settore superiori del 20% a quelli attuali”.”

“La carenza di semiconduttori ha portato nel 2022 i dirigenti del settore automobilistico a una nuova consapevolezza (assieme talvolta a una profonda preoccupazione) in merito alle carenze strutturali e all’esposizione al rischio. (…) Il timore è che le case automobilistiche siano costrette ad aumenti strutturali dei prezzi dei veicoli, rendendo così quelli elettrici meno convenienti e affrontabili per il maggior costo delle materie prime a fronte di una domanda di batterie in espansione e di un’offerta incapace di tenerle il passo”.

l’8 marzo il nichel ha superato la soglia di 100.000 dollari per tonnellata, prezzo che aumenterebbe di 7.000-10.000 dollari ii costi delle batterie di alcuni modelli elettrici (Tesla Model Y)

Il terzo paragrafo (Energia: non esistono più i mercati globali del petrolio e del gas così come li conoscevamo) è a cura di Jim Burkhard, Vice President, Oil Markets, Energy and Mobility, S&P Global Commodity Insights.

 “L’invasione russa dell’Ucraina ha modificato radicalmente il mercato globale del petrolio e del gas naturale. Le loro catene globali di approvvigionamento, incentrate sull’efficienza economica piuttosto che sulla politica, sono state dislocate e interrotte. L’integrazione dei mercati mondiali iniziata negli anni Novanta si sta sgretolando. I mercati del petrolio e del gas sono ora divisi tra quelli che acquistano petrolio e gas russi e quelli che non lo fanno. Il prezzo del petrolio oggi si basa sulla sua origine oltre che sulle forze di mercato”.

Petrolio: non una rapida soluzione lato offerta alle attuali tensioni di mercato e ai prezzi elevati

“Gli sforzi dell’Europa e degli Stati Uniti per ridurre le entrate petrolifere russe sono finora falliti. Le esportazioni di greggio sono state vicine o superiori ai livelli pre-invasione. Eppure, il G7 vuole che il petrolio continui a fluire dalla Russia per evitare picchi di prezzo ancora più elevati, volendo però anche ridurne le entrate petrolifere”.


Il post presenta l’articolo di Daniel Yergin, Chris Williamson, Matteo Fini, Jim Burkhard Il terremoto nelle supply chain globali: industria, automotive ed energia (pp. 22-26) pubblicato su ENERGIA 3.22.

Daniel Yergin, Vice Chairman, S&P Global
Chris Williamson, Chief Business Economist, S&P Global Market Intelligence
Matteo Fini, Vice President, Automotive Supply Chain and Technology, S&P Global Mobility
Jim Burkhard, Vice President, Oil Markets, Energy and Mobility, S&P Global Commodity Insights

Foto: Pixabay

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