La stagione del riscaldamento si apre con livelli estremi dei prezzi del gas naturale e della loro volatilità. Riportiamo la traduzione dell’introduzione dell’annuale Global Gas Security Review pubblicata nel Gas Market Report, Q4-2022 della IEA.
Questo settimo numero dell’annuale Global Gas Security Review della International Energy Agency (IEA) viene pubblicato in un momento in cui la crisi energetica globale – scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina – ha riaffermato la centralità della sicurezza dell’offerta. Una dinamica in netto contrasto con la situazione sperimentata durante la pandemia di Covid-19 solo due anni fa.
Alti prezzi e un mercato caratterizzato da ridotta offerta hanno portato a un declino del consumo di gas nella maggior parte delle regioni. Nell’area europea dell’OCSE – direttamente esposta all’impatto del calo di offerta del gas russo – la domanda è calata di quasi il 10% tra gennaio ed agosto 2022 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Le ripercussioni della crisi si sono estese a tutte le aree importatrici di gas, in quanto la crescita della domanda di GNL in Europa ha generato tensioni d’offerta e la competizione tra gli acquirenti ha spinto i prezzi spot in una spirale crescente.
La crisi del gas ha innescato una serie di adeguamenti del mercato e di misure politiche atte ad aumentare la resilienza in vista dell’inverno
Il consumo di gas ha registrato crescite limitate se non negative nella maggior parte dei mercati asiatici: in Cina è cresciuto meno dell’1% anno su anno nei primi otto mesi del 2022, in India è diminuito di circa il 4% nello stesso periodo, in Giappone è rimasto stabile nel corso del primo semestre. In America Centrale e Meridionale si stima un calo del 3% anno su anno nel primo semestre. Il Nord America è stata una delle poche regioni che ha visto un aumento della domanda (fino al 4% negli Stati Uniti nei primi otto mesi dell’anno e 8% in Canada nel primo semestre), sospinta dalla domanda per la generazione elettrica e dai prezzi comparativamente più bassi, almeno rispetto alle punte del decennio.
L’Unione Europea e i suoi Stati membri hanno adottato diverse misure per rafforzare la sicurezza dell’offerta e la resilienza del mercato nel prossimo inverno. Esse includono una nuova regolazione degli stoccaggi con la fissazione di un minimo di riempimento dell’80% all’inizio della stagione invernale 2022/23 fino al 90% per i prossimi anni. È stata aumentata la capacità di importazione di GNL attraverso l’espansione dei rigassificatori offshore esistenti e la predisposizione di unità di stoccaggio e rigassificazione galleggianti (Floating Storage and Regasification Units, FSRU). Diverse imprese con sede in Europa si sono assicurate forniture addizionali di GNL attraverso aste e contratti a breve termine. In aggiunta ai flussi record di GNL, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno promosso la diversificazione delle forniture per sostituire quelle via gasdotto dalla Russia. L’Unione Europea si è inoltre imposta un obiettivo di riduzione volontaria del 15% della domanda di gas da perseguire tra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
La IEA ha condotto un’analisi stagionale sulla resilienza nel mercato europeo nel caso di un azzeramento delle forniture russe a partire dal 1° novembre 2022, includendovi il rischio di un’ondata di freddo a fine anno. L’analisi ha mostrato che una riduzione della domanda del 9% rispetto alla media del quinquennio passato sarebbe necessaria per mantenere i livelli delle scorte oltre il 25% nel caso di minori flussi di GNL, mentre per mantenerle oltre il 33% la riduzione necessaria è del 13%. In un simile contesto implementare misure di risparmio del gas sarebbe cruciale per minimizzare i prelievi dalle scorte e mantenerle a un livello adeguato sino alla fine della stagione di riscaldamento.
Il commercio di GNL svolge un ruolo fondamentale nel fornire flessibilità e sicurezza dell’approvvigionamento, ma la scarsa offerta ha influenzato le tendenze contrattuali
Il commercio globale di GNL è cresciuto di circa il 6% anno su anno da gennaio ad agosto 2022. Il mercato è stato trainato dalla crescita della domanda europea del 65% anno su anno innescando un riallineamento dei flussi di GNL in tutto il mondo. La regione Asia-Pacifico ha registrato una riduzione della domanda del 7% (pari a 18 miliardi di metri cubi) anno su anno come risultato di un clima mite, degli alti prezzi e delle restrizioni legate al Covid in Cina. Ciò ha consentito di alleviare il mercato europeo nel 2022 (ad oggi).
Nel mezzo di prezzi spot alti e volatili, la conclusione di contratti GNL è ripresa fortemente nel 2021 (+28% anno su anno) a circa 80 miliardi di metri cubi, secondo sola al record di 88 miliardi del 2018. È rallentata nel 2022 (ad oggi) con 27 miliardi di metri cubi contrattualizzati relativi a progetti operativi o in via di sviluppo – rispetto ai 48 miliardi nello stesso periodo nel 2021. Due progetti hanno raggiunto sinora la decisione finale di investimento (final investment decision, FID), entrambi negli Stati Uniti per una capacità di esportazione totale di 32 miliardi di metri cubi.
Il ritorno ad un mercato del venditore con crescenti tensioni nell’offerta di GNL fin dal 2021 ha portato a mutamenti negli schemi contrattuali, specialmente con una netta riduzione nella flessibilità delle destinazioni. Contratti flessibili rappresentavano quasi l’80% della media dei volumi contrattualizzati nel 2018-2019, trainati in particolare da nuove FID negli Stati Uniti. La quota di contratti con destinazione flessibile sul totale dei nuovi contratti è scesa al 35% nel 2020 e all’11% nel 2021. La tendenza si è in parte riequilibrata nei primi 8 mesi del 2022, con la quota dei contratti a destinazione fissa al 47%, Anche la durata dei contratti è aumentata, con la quota di quelli a lungo termine (oltre 10 anni) che ha rappresentato circa il 74% dei nuovi contratti GNL nel 2020 e l’84% nel 2021, rispetto ad una media del 60% negli anni 2015-2019.
La crisi del gas in Europa ha dirottato dall’Asia non solo i volumi flessibili di GNL ma anche un certo numero di impianti FSRU disponibili, che inizialmente ci si aspettava venissero impiegati nel Sud e Sud-Est Asia come parte della transizione energetica della regione. Ad agosto 2022, poco più di 20 FSRU erano disponibili o in costruzione. Dall’invasione dell’Ucraina, 12 unità sono state riservate come impianti di importazione di recente approvazione in Europa mentre ulteriori 9 sono pianificati. Questo spostamento della domanda di impianti ne ha causato una scarsità che sta mettendo in difficoltà le economie emergenti del Sud-Est Asia, dove le unità flottanti erano previste rappresentare una quota notevole della futura capacità di rigassificazione.
Italian Translation of Securing natural gas supply in times of crisis IEA, 2022.
La presente versione italiana di Securing natural gas supply in times of crisis è stata tradotta dalla versione ufficiale inglese. IEA è autore dell’originale versione inglese e non ha responsabilità circa l’accuratezza e completezza della presente traduzione. La responsabilità della traduzione è della redazione di RivistaEnergia.it che l’ha curata.
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Foto: Pixabay
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