19 Dicembre 2022

Argento: un altro metallo da tenere sott’occhio

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Non solo litio, cobalto, terre rare, ma anche i più comuni ferro e rame, e poi l’argento, il metallo con la più alta conduttività elettrica e termica. I metalli richiesti per la transizione energetica sono tanti e la prospettiva di una drastica crescita della domanda innesca forti reazioni in diversi rami del settore estrattivo. Attenzione alle possibili impennate di prezzo e colli di bottiglia.

L’argento, come l’oro, è un metallo prezioso che viene ricercato dagli investitori durante i periodi di incertezza economica e politica. Tuttavia, gran parte del valore dell’argento deriva dalla sua domanda industriale. Si stima che circa il 60% dell’argento sia utilizzato in applicazioni industriali, come l’energia solare e l’elettronica, lasciando solo il 40% per gli investimenti.

L’argento è il metallo con la più alta conduttività elettrica e termica, che lo rende una scelta quasi imprescindibile in applicazioni come i pannelli fotovoltaici o l’elettronica: circa 2.800 tonnellate d’argento vengono consumate all’anno solo dall’industria fotovoltaica che BMO Capital Markets prevede crescere nel corso del decennio a 5.600 tonnellate (oppure 185 Moz che significa Million Ounces ed è una misura largamente usata nel settore minerario).

Argento: una scelta quasi imprescindibile in applicazioni come i pannelli fotovoltaici o l’elettronica

La spinta a ridurre la quantità di argento utilizzato per cella fotovoltaica, dovuta al suo costo, ha fatto sì che la domanda di argento all’interno dell’industria solare aumentasse a un ritmo più lento rispetto alla domanda del mercato. Una tendenza destinata a persistere poiché i produttori continuano a ridurre il contenuto di argento dei loro pannelli per cercare di contenere i costi.

Andamento dell’utilizzo di argento per cella e prezzo

Tuttavia, siamo probabilmente giunti alla fase finale della curva di discesa: il tasso di riduzione dell’argento è notevolmente diminuito passando da 521 a 130 mg per cella dal 2009 al 2016, fino ad arrivare ad un contenuto di 111 mg di argento per cella nel 2019.

È pensabile che la soglia minima possa attestarsi a circa 80 mg per cella poiché i produttori di pannelli fotovoltaici possono ridurre le quantità di argento solo fino al limite in cui le perdite di prestazioni e di efficienza superano i vantaggi ottenuti dai minori costi delle materie prime.

Le possibilità che il metallo bianco possa essere sostituito con materiali meno costosi, come il rame o l’alluminio sono limitate: l’argento ha la resistenza elettrica più bassa tra tutti i metalli a temperature standard, il che significa che i suoi sostituti non possono eguagliarlo in termini di produzione di energia per pannello, pertanto i risparmi realizzati con la sostituzione devono essere compensati dall’aumento del numero di pannelli necessari per eguagliare la capacità.

Inoltre, a causa di ostacoli tecnici, come la ridotta adesività delle paste conduttive contenenti elevate quantità di rame o alluminio, questi pannelli tendono ad essere meno affidabili ed avere una vita produttiva più breve, il che significa che il loro sviluppo commerciale non è, attualmente, realizzabile compiutamente.

L’auto elettrica ed il 5G

Un ulteriore importante driver della domanda industriale dell’argento è l’industria automobilistica. L’argento si trova in molti componenti nei sistemi elettronici dei veicoli ed i veicoli elettrici a batteria contengono fino al doppio dell’argento rispetto ai veicoli ICE.

Un recente rapporto del Silver Institute afferma che la domanda di argento del settore automobilistico salirà dalle 1.800 tonnellate del 2019 a 2.700 tonnellate (88 Moz) in cinque anni con l’accelerazione della transizione verso la mobilità elettrica. Ma ci sono stime che prevedono che entro il 2040 i veicoli elettrici potrebbero richiedere quasi la metà della fornitura annuale di argento.

Inoltre è necessario considerare la domanda proveniente dalla tecnologia 5G: tra i componenti 5G che richiedono argento, ci sono chip semiconduttori, cablaggi, sistemi microelettromeccanici (micro electro-mechanical systems – MEMS) e dispositivi dell’Internet of Things (IoT).

Il Silver Institute prevede che l’argento richiesto dalle infrastrutture del 5G raddoppierà, dalle circa 240 tonnellate attuali a circa 500 tonnellate entro il 2025 e fino a oltre 700 tonnellate entro il 2030, il che rappresenterebbe un aumento del 206% rispetto ai livelli attuali.

Ma sarà anche la crescente penetrazione della tecnologia 5G nell’elettronica di consumo che alimenterà la domanda del metallo bianco a oltre 9.000 tonnellate (300 Moz) che è circa il doppio della domanda d’argento dell’industria dell’energia solare.

Il picco della produzione primaria

Per comprendere implicazioni e rischi di queste proiezioni risaliamo a monte della supply chain. La fornitura al mercato è costituita da due fattori: l’argento estratto, definito primario, e riciclato o secondario. L’argento nativo rinvenuto nella crosta terrestre da minerali come l’argentite, è relativamente raro e meno del 30% dell’offerta di argento proviene da miniere d’argento primarie. Oltre due terzi della produzione di argento provengono da giacimenti di minerali polimetallici, da cui viene estratto associato all’oro o da miniere di piombo e zinco, le “galene argentifere”, o da miniere di rame.

Un aspetto da tenere presente nell’analisi dell’offerta globale dell’argento sta nel fatto che mentre la maggior parte dell’oro estratto è ancora in circolazione, fuso come gioielli o in lingotti e conservato a scopo di investimento, lo stesso non si può dire per l’argento che risulta in parte utilizzato per finalità industriali. Pertanto, un contributo significativo all’offerta viene, come evidenziato nel grafico sottostante, dalla produzione secondaria, aspetto questo facilitato dal valore del metallo.

 elaborazione dell’autore su dati del World Silver Survey 2022

Il deficit nell’offerta primaria del 2021, rimasta inferiore di 1.635 tonnellate rispetto alla domanda, è stato reso meno pesante dalla produzione secondaria: in assenza di quest’ultima il deficit sarebbe stato di quasi 7.000 tonnellate, circa il 25% della produzione primaria.

Produzione primaria e domanda: un divario sempre più profondo

Nell’anno in corso, secondo i dati del Silver Institute, si dovrebbe vedere la domanda globale raggiungere il record di 34.300 tonnellate. Se questi dati venissero confermati, dimostrerebbero come il divario tra produzione primaria e domanda sia sempre più profondo: circa il doppio del 2021.

In questo senso viene dedotta la considerazione del picco dell’argento primario: l’industria mineraria sarà in grado di produrre, o scoprire, abbastanza argento da essere in grado di soddisfare la domanda senza dover riciclare?

Perché la prova di una forte domanda di argento è evidente dalle quantità decrescenti di argento nei caveau Comex, al livello più basso da giugno 2016, e secondo molti analisti, dal mercato londinese, dove si sta creando una situazione senza precedenti, con un’implacabile emorragia di una delle più grandi scorte di argento del mondo.

In questo momento il rapporto oro-argento è 81:1, il che significa che ci vogliono 81 grammi d’argento per comprare un grammo d’oro. Storicamente la media è compresa nell’intervallo tra 40 e 50 unità d’argento per una d’oro e il rapporto è ciclicamente sempre tornato nella media.

Pertanto, le indicazioni attuali mostrano che l’argento è significativamente sottovalutato e questo potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo alla discesa dei prezzi di molte tecnologie in particolare quella fotovoltaica impegnata in una competizione economica rispetto alle altre fonti energetiche.

Ma soprattutto nello stock di metalli che ogni abitante di un’economia avanzata dispone, secondo USGS e National Institutes of Occupational Safety and Health (NIOSH), ci sono circa 2,2 kg di argento: in un Pianeta che ha già superato gli 8 miliardi di abitanti non servono grandi calcoli per intuire che difficilmente sarà disponibile argento in ugual misura per tutti.


Giovanni Brussato è ingegnere minerario


Foto: Unsplash

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