Alti prezzi del gas naturale e la decisione della Russia di limitare le esportazioni verso l’Europa impattano su due settori chiave per l’industria europea: fertilizzanti e petrolchimico. Un estratto dell’analisi di Aura Sabadus, senior energy journalist presso ICIS.
La guerra in Ucraina ha dapprima causato una grande instabilità del mercato petrolifero, andata ad aumentare coi lockdown cinesi generati dalla pandemia da Covid-19. A farne le spese è stata inizialmente la domanda del gigante asiatico, risentendone pesantemente e colpendo diverse supply chain. La Cina rimane la seconda economia al mondo e il più importante importatore di petrolio a livello mondiale.
La decisione della Russia di ridurre il volume di gas naturale verso l’Europa ha aperto una nuova fase di possibili razionamenti per il nostro Continente, colpendo pesantemente la produzione chimica. Un’offerta ridotta che portato il costo del gas ad aumentare prepotentemente, costringendo l’interruzione della produzione di fertilizzanti.
Paesi come l’India stanno già facendo i conti con una mancanza di fertilizzanti, accompagnata dalla scarsità di olio commestibile, il cui commercio globale è stato anch’esso colpito dai problemi causati dal conflitto, aggravati dalle sanzioni finanziarie che continuano a colpire la Russia.
Le sanzioni e misure di vario stampo che hanno colpito le esportazioni di petrolio e gas naturale russe hanno provocato onde d’urto in tutta l’economia globale, aumentando il costo della vita, impattando sulla produzione industriale e agricola, causando potenziali disordini sociali.
L’impatto sul settore ammoniaca
Togliatti-Azot è il più lungo gasdotto al mondo per il trasporto di ammoniaca. Si estende per 2.471 chilometri dall’impianto Togliatti Azoti nell’Oblast di Samara in Russia fino al porto ucraino sul Mar Nero di Yuzhny.
Il gasdotto Togliatti-Azot potrebbe essere direttamente coinvolto nel conflitto a fuoco, provocando un’interruzione dei flussi. Ogni mese, le esportazioni russe coprono all’incirca il 20% del mercato commerciale di ammoniaca a livello globale. Circa i due terzi di questi volumi provengono proprio da Yuzhny, mentre il restante sono trasportati dagli impianti localizzati sul Mar Baltico.
L’ammoniaca rappresenta un materiale di primaria importanza per i fertilizzanti e uno stop delle esportazioni potrebbe portare ad un ulteriore incremento dei prezzi e a scarsità di offerta sui mercati.
I playerdel mercato stanno quindi cercando di coprire le proprie posizioni e verificare opzioni alternative a quelle correnti, vista l’immediata interruzione dell’export dall’hub ucraino di Yuzhny seguita all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
La compagnia russa Togliattiazot ha infatti confermato l’immediata sospensione delle esportazioni di ammoniaca verso il Mar Nero per garantire la sicurezza delle popolazioni che vivono nelle vicinanze del lungo gasdotto.

L’impatto sui prodotti chimici
L’aumento dei prezzi di elettricità e gas, importanti componenti nella produzione chimica in tutta Europa, ha causato grandi aumenti di costi nei prezzi contrattualizzati e in quelli dei mercati spot. Milioni di tonnellate di capacità in diversi impianti in tutta Europa sono stati disconnessi.

In linea generale, la produzione chimica è stata una tra quelle più colpite da interruzioni negli approvvigionamenti, con oltre la metà della capacità disconnessa o attiva, ma forzata a ridurre i tassi di produzione in maniera significativa rispetto quelli previsti.


Oggi, l’Europa si trova quindi in uno svantaggio competitivo rispetto ad altre regioni e alcuni clienti stanno già cercando materia prima a prezzi inferiori in altri mercati, in particolare Asia e Medio Oriente. Le paure di una recessione, portata dall’inflazione ad alti livelli, fanno presagire che l’intero settore sia ad un punto di cesura simile a quello del 2008/2009 e della crisi dell’inizio del 2020.
Il conflitto in Ucraina ha spinto i prezzi del gas a livelli record, imponendo l’interruzione della produzione per molte aziende del settore chimico o forzandole ad alzare i prezzi. Anche l’aumento dei prezzi del petrolio da fine 2021 ha già messo sotto pressione i risicati margini del settore chimico e la volatilità che è continuata nel 2022 non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Con i prezzi di petrolio e nafta in continuo ed inesorabile aumento, i margini per la produzione di etilene basati su nafta sono andati in negativo per la prima volta da quando ICIS si occupa di registrarne gli andamenti. Al momento, questi stanno oscillando in maniera significativamente marcata, in parallelo con le variazioni di prezzo registratesi sui mercati petroliferi.
I produttori chimici faticano dunque a passare i costi aggiuntivi di energia e materie prime ai clienti europei. I costi elevati di gas e petrolio hanno anche diminuito la capacità di spesa e confidenza dei clienti a valle, i quali rimangono esposti e particolarmente sensibili ad una possibile recessione nel corso dei prossimi 12 mesi.

Il razionamento del gas e l’impatto in Europa su settore petrolchimico e dei fertilizzanti
In Europa, i produttori di fertilizzanti e del settore petrolchimico in difficoltà potrebbero essere i primi a tagliare il consumo di gas naturale proprio in conseguenza della pressione politica su di loro esercitata. La priorità per quest’ultima rimane il risparmio sui consumi di gas in previsione di un difficile inverno.

Visto che il maggiore esportatore di gas russo (Gazprom) continua a limitare l’offerta ad un quarto rispetto ciò che esportava sino a due anni fa e potrebbe interromperla completamente, Bruxelles ha approvato delle linee guida che impongono una riduzione del 15% della domanda di gas dal primo di agosto 2022 al termine di marzo 2023. I policymaker raccomandano riduzioni volontarie dei consumi, ma fanno allo stesso tempo intendere che in caso di una situazione emergenziale sul lato offerta, tale da compromettere la sicurezza europea, le riduzioni dei consumi potrebbero diventare obbligatorie.
La proposta europea di riduzione della domanda pubblicata il 20 luglio scorso evidenzia come il settore industriale rappresenti un target prioritario per far diminuire la domanda di gas. In particolare, sono tre i settori a contribuire per circa la metà dell’intera domanda industriale a livello europeo, ovvero: vetro, ceramica e chimica.
Il settore dei fertilizzanti
Il settore dei fertilizzanti, uno dei più intensivi dal punto di vista dell’utilizzo di gas, è stato uno di quelli maggiormente colpiti sinora, visto anche che il costo del gas contribuisce all’80% dei costi di produzione. L’insostenibilità dal punto di vista economico ha causato un forte declino produttivo nell’intera filiera.
Con un prezzo del gas di 85 $/MMBtu, costerebbe all’incirca 3.100 $/tonnellata la produzione di ammoniaca e circa 2.300 $/tonnellata la produzione di urea. Secondo una stima di ICIS, il 50-60% della produzione di nitrogeno è stata temporaneamente interrotta, proprio a causa di questi prezzi fuori controllo.
Il settore petrolchimico
In questo settore, importanti tagli alla produzione si possono registrare per il metile, metacrilato e melammina, materiali pesantemente esposti ai prezzi del gas naturale. I produttori stanno organizzando piani dettagliati in tema di razionamento, particolarmente in Germania, dove l’industria chimica e farmaceutica utilizzano all’incirca 140 TWh di gas ogni anno, o circa il 15% dell’intero consumo annuale di gas.
Il gas naturale è utilizzato principalmente per generare energia in forma di elettricità o vapore, così come per alimentare fornaci. Gli impianti possono operare a tassi produttivi significativamente inferiori, ma potrebbero essere costretti alla chiusura nel caso in cui l’offerta di gas crollasse a tal punto da rendere la produzione antieconomica o difficile da un punto di vista tecnico.
Le compagnie che oggi sono in grado stanno giocando d’anticipo e diversificando verso altri combustibili in base alla loro flessibilità, guardando ad esempio al GPL o verso altre fonti energetiche.
Il post è un estratto della TOPIC PAGE: War in Ukraine, gas crisis a cura di Aura Sabadus e pubblicato sul sito di ICIS.
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