23 Dicembre 2022

La povertà energetica delle regioni italiane (e in Italia) nel 2021

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Per la prima volta OIPE pubblica la stima della povertà energetica delle regioni italiane. Il dato del 2021 è messo a confronto con la media nazionale e con la variazione (in punti percentuali) rispetto al 2020. La stima è stata resa possibile dall’incremento nella dimensione campionaria dell’Indagine sulla spesa delle famiglie di Istat.

In questo documento si riporta, per la prima volta, un tentativo di stima della povertà energetica a livello regionale. Questa nuova stima risulta possibile in considerazione dell’incremento del numero di famiglie campionate nell’Indagine sulla spesa energetica delle famiglie (Istat) a partire dall’anno 2020, che complessivamente è passato da 19.000 a 25.000 famiglie.

La povertà energetica è massima in Calabria (16,7%), della Puglia il maggior incremento annuo (5,5%)

Nella Tabella 1 si riporta la stima dell’incidenza media e la variazione (in punti percentuali) rispetto alla media del 2020.

Secondo queste valutazioni, la povertà energetica nel 2021 oscilla tra un minimo del 4,6 per cento nelle Marche e un massimo del 16,7 per cento in Calabria. La regione che registra il maggior incremento rispetto al 2020 è la Puglia (+5,5 punti percentuali), seguita dal Molise (+4,3 p.p.). Anche in seguito a un inverno particolarmente mite, le Isole registrano il maggior decremento (Sicilia: -3,5 p.p.; Sardegna: -1,8 p.p.).

Per tenere conto del fatto che una stima per domini con numerosità campionaria inferiore a quella nazionale accresce la variabilità degli stimatori, vengono anche riportati l’errore standard e l’intervallo di confidenza al 95 per cento dell’indicatore di PE. La valutazione della variabilità tiene conto, per quanto possibile, del disegno campionario dell’indagine.

(La stima della variabilità considera solo in modo approssimativo il disegno di campionamento dell’indagine non avendo tutte le informazioni necessarie. In particolare, quella presentata è un’approssimazione lineare della varianza in un disegno a due stadi assumendo che tutti i comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti siano autorappresentativi (ossia sempre inclusi nel campione). Questo metodo non considera la variabilità nelle soglie di riferimento; analoghe valutazioni circa la variabilità degli indicatori di povertà relativa indicano che questa approssimazione risulta accettabile anche per stime su domini regionali.)

La povertà energetica in Italia nel 2021

In una precedente nota di dicembre OIPE presentava il quadro nazionale 2021. Nel 2021 la spesa energetica delle famiglie italiane è aumentata considerevolmente (circa il 20 per cento rispetto al 2020), principalmente a causa del forte aumento dei prezzi di gas ed elettricità a partire dal secondo trimestre. Alla fine del 2021, il prezzo finale dell’elettricità pagato in media dalle famiglie è aumentato del 35 per cento rispetto all’anno precedente (+44 per cento per le famiglie nella c.d. “maggior tutela”, + 26 per cento per le famiglie nel libero mercato), mentre il prezzo del gas è cresciuto del 41 per cento (elaborazioni su dati Istat).

L’aumento significativo dei prezzi (e della spesa) ha comportato un incremento di 0,5 punti percentuali della povertà energetica (PE) in Italia, come misurata dall’indicatore del Piano nazionale integrato clima energia (PNIEC) e del Piano per la transizione ecologica (PTE). Secondo questo indicatore, alla fine del 2021 la PE riguardava 2,2 milioni di famiglie, circa 125 mila famiglie in più rispetto al 2020; in termini percentuali il fenomeno colpiva l’8,5 per cento delle famiglie italiane, una quota in aumento che ha riassorbito la riduzione registrata nel 2020.

A livello territoriale si è registrata una considerevole riduzione della quota di famiglie in PE nelle Isole, anche in conseguenza di a un inverno più mite rispetto alla media degli ultimi 30 anni; è invece aumentata la percentuale di famiglie in PE nelle altre macroaree,in particolare al Sud e nel Nord Est. La condizione di PE caratterizza in particolar modo le famiglie che risiedono in piccoli centri e in aree suburbane e periurbane e risulta in crescita in queste ultime, a fronte di una sostanziale stabilità nelle grandi aree urbane.

Le politiche di contrasto

Nel corso del 2021 il Legislatore è intervenuto diverse volte per calmierare i prezzi finali di elettricità e gas, stanziando circa 5 miliardi di euro per ridurre le bollette delle famiglie; in particolare, a partire da luglio 2021 sono stati eliminati gli oneri generali di sistema per l’elettricità, riducendo l’IVA e potenziando gli strumenti del bonus elettrico e gas.

Quest’ultimi sono stati radicalmente modificati, tanto da potersi definire come degli strumenti sostanzialmente diversi dalla versione in vigore dal 2009. In particolare, i nuovi bonus elettrico e gas differiscono, oltre che per gli importi (cresciuti sensibilmente), per la modalità di accesso al supporto, divenuta automatica. Infatti, dal 1 gennaio 2021 non è più necessario presentare apposita domanda; dal momento in cui il proprio ISEE risulti inferiore alla soglia prevista (8.625 euro, elevata a 20 mila in caso di famiglie numerose), un sistema di scambio dati fra INPS e il Sistema Informativo Integrato (SII) di ARERA consente l’automatica assegnazione dei bonus alle famiglie eleggibili.

In base ai dati diffusi da ARERA, alla fine del 2021 erano stati concessi 2,5 milioni di bonus elettrici (0,8 milioni nel 2020) e 1,5 milioni di bonus gas (0,5 milioni nel 2020), per un totale di 4 milioni di bonus erogati (1,3 milioni nel 2020) e una spesa complessiva di competenza pari a circa 700 milioni di euro, più che triplicata rispetto ai 211 milioni del 2020 (ARERA, 2022 e 2021) e prevista in ulteriore crescita alla fine del 2022 (a oltre 2 miliardi di euro).

In base a recenti simulazioni condotte su un modello della domanda energetica delle famiglie italiane, gli interventi del Governo hanno avuto un effetto limitato sul contenimento della spesa delle famiglie più vulnerabili: questo limitato effetto sembra discendere dalla natura degli aiuti attivati del 2021, specificatamente alle famiglie in PE. Elaborazioni sui più recenti dati dell’Indagine sulla spesa delle famiglie indicano una limitata sovrapposizione tra beneficiari dei bonus e le famiglie in PE, confermando i risultati delle analisi precedenti (come Faiella e Lavecchia, 2015), e sottolineando la necessità di procedere con una rivisitazione dello strumento bonus.


Il rapporto è a cura di Paola Valbonesi, Ivan Faiella, Raffaele Miniaci e Luciano Lavecchia. Le opinioni espresse sono personali e non riflettono in alcun modo le istituzioni di appartenenza.


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