L’UE scommette sul GNL per liberarsi dal gas russo. I volumi crescenti immessi nel sistema europeo verranno gestiti tramite decine di impianti. Ma per un loro impiego efficiente serve un vero coordinamento interno, come mostrano i casi di El Musel in Spagna e Zeebrugge in Belgio.
Diversificare le importazioni di gas russo è di primaria importanza a fronte del conflitto ucraino. Il caso di due terminal d’importazione GNL – El Musel in Spagna e Zeebrugge in Belgio – suggerisce la necessità di un miglior coordinamento tra Stati membri per accogliere i volumi di GNL in maniera efficace ed efficiente, evitando di incorrere in costi superflui per la costruzione e la manutenzione di infrastrutture ridondanti per il gas naturale.
El Musel: il terminal mai entrato in operatività
Il terminal di El Musel nelle Asturie ha una capacità di stoccaggio di 300.000 metri cubici (mc) di GNL, suddivisi in due serbatoi da 150.000 mc l’uno. È stato completato nel 2013 e immediatamente sospeso a causa della mancanza di domanda di gas naturale.
Nel corso di 10 anni, Enagas, il monopolista del sistema di trasmissione spagnolo, ha ricevuto un compenso annuale per mantenere l’impianto, in modo tale che potesse essere messo velocemente in funzione nel momento in cui fosse stato necessario. Dal 2021, i guadagni derivati da questo sistema sono stati di circa 24,9 milioni di euro per la compagnia.
Nell’aprile del 2022, il governo spagnolo ha annunciato un piano per la riapertura dell’impianto per far fronte alla crisi energetica europea. Il terminal è stato adibito a ricevere cargo di GNL, stoccarne il contenuto, per poi riesportarlo in altri paesi, inclusa la Germania, senza entrare nel network gassifero spagnolo.
Nel luglio 2022, Enagas ha ricevuto l’autorizzazione amministrativa dal Ministero per la Transizione Ecologica per attivare il terminal. El Musel dovrebbe quindi entrare in funzione da inizio 2023, con il primo serbatoio atteso per gennaio e il secondo a marzo.
Per riportare l’impianto in funzione, dopo la sospensione del 2013, serviranno importanti investimenti. Ad ogni modo, né Enagas né il governo spagnolo o l’ente regolatore (la Comision Nacional de los Mercados y la Competencia – CNMC) hanno annunciato quanto costerà riattivarlo.
El Musel rappresenta l’unico terminal di GNL sospeso in Spagna. Vi sono sei terminal correntemente in funzione: Barcellona, Huelva, Cartagena, Bilbao, Sagunto e Mugardos. La capacità totale di questi terminal è di 3.371.000 mc di gas. Tutti i terminal spagnoli hanno sinora continuato a ricevere GNL russo nel corso del 2022.
Attorno al 70% il tasso di utilizzo degli stoccaggi GNL in Spagna nel 2022, è davvero necessario riattivare quello sospeso di El Musel?
Nel corso degli ultimi due anni e mezzo, il tasso di utilizzo degli stoccaggi di GNL in Spagna è stato attorno al 50%, toccando il picco del 77% nell’ottobre 2021 e del 72% nel giugno 2022. Ciò dimostra come la Spagna abbia ancora capacità di stoccaggio disponibile nei propri terminal in funzione. Questo, ovviamente, mette in dubbio la ragionevolezza della scelta di riattivare un impianto sospeso quando al momento si dispone di capacità altrove.
Un recente report di IEEFA ha sottolineato come la strategia di Enagas potrebbe essere guidata da motivi prettamente remunerativi piuttosto che dalla necessità tecnica di sistema. La compagnia continua a scommettere di sottoutilizzate infrastrutture e progetti gassiferi per assicurarsi guadagni, lasciando però i consumatori spagnoli con una delle bollette energetiche più care in Europa.
Il Terminal di Zeebrugge LNG e il 5° serbatoio
Come già documentato in un report precedente di IEEFA (qua una sintesi per RivistaEnergia.it), l’operatore Fluxys Belgium ha investito 91,3 milioni di euro nel 2019 e circa un 80% di ciò è stato speso in progetti infrastrutturali legati al GNL, principalmente per la costruzione di un quinto serbatoio nel terminal di Zeebrugge, dedicata a servire le operazioni di transshipment legate al contratto ventennale con Yamal LNG, tra i quali shareholders vi sono Novatek (Russia), TotalEnergies (Francia) CNPC (Cina) e Silk Road Fund (Cina).
Il GNL trasportato attraverso navi metaniere rompighiaccio dal terminal di produzione di Sabetta viene poi trasferito su metaniere convenzionali a Zeebrugge, per poi essere inviato in altri mercati.
Yamal LNG utilizza questa rotta via Zeebrugge principalmente durante i mesi invernali, quando le condizioni rendono impossibile la navigazione nell’Artico e il raggiungimento dei clienti nei mercati asiatici. Come evidenziato in tabella, la maggioranza dei cargo sono spediti verso l’Asia e soltanto pochi verso Turchia, Spagna e Italia.
Nell’estate, i serbatoi per lo stoccaggio di Zeebrugge rimangono quasi vuoti. A luglio, ad esempio, non vi sono operazioni di transhipment a Zeebrugge e soltanto poche di queste sono state effettuate tra agosto e settembre.
La capacità di questo quinto serbatoio, riservato per Yamal LNG non è dunque utilizzata per assicurare l’approvvigionamento energetico. Oltre a questo, le informazioni riguardanti i tassi di utilizzo di questo serbatoio non sono resi pubblici ed è quindi possibile che, nonostante l’unità sia stata completamente data in utilizzo ad un solo cliente, non sia neppure utilizzata e che rimanga in tale stato per lunghi periodi di tempo.
La Russia continua a fornire circa il 12% dell’approvvigionamento di GNL all’Europa
Nel corso del 2022, nonostante i tentativi per limitare la dipendenza dal gas russo, l’Europa continua a far affidamento alle importazioni di GNL dalla Russia per circa il 12%. Belgio, Francia, Paesi Bassi e Spagna sono i paesi che hanno ricevuto i maggiori volumi di GNL russo.
Il maggiore volume di GNL russo importato in Europa è stato registrato nel marzo 2022, ed in particolare verso i mercati di Francia e Belgio. Da gennaio a settembre 2022, la Francia ha importato 5,62 mld mc di GNL russo, seguita dalla Spagna con 3,76 mld mc, Paesi Bassi con 2,19 mld mc e Belgio con 2,16 mld mc.
Durante quest’anno, i volumi maggiori di importazione di GNL russo per mese sono stati in Belgio (0,57 mld mc ad aprile), Francia (1,03 mld mc in febbraio), nei Paesi Bassi (0,43 mld mc a marzo), e Spagna (0,82 mld mc in giugno). Nel Regno Unito sono invece arrivati 0,31 mld mc di GNL russo a gennaio, ma da aprile in poi non si sono più importati volumi di GNL, sotto embargo.
A giugno 2022, nei terminal di Bilbao e Mugardos, si è importato più GNL dalla Russia che in Belgio, Francia e Paesi Bassi messi assieme. Il volume di GNL che ancora arriva nei terminal spagnoli contraddice la volontà del governo di riattivare il terminal di El Musel per raggiungere l’obiettivo di diversificare le importazioni europee dalla Russia.
Serve una risposta coordinata dell’Europa
L’Europa sta affrontando tre sfide collegate tra loro:
- raggiungere diversificazione e sicurezza degli approvvigionamenti energetici,
- mantenere bassi i costi per i consumatori,
- fare progressi dal punto di vista della transizione energetica.
Decisioni intelligenti ed efficienti dal punto di vista dell’utilizzo di infrastrutture per GNL può aiutare nel rispondere collegialmente a tutti e tre gli obiettivi.
Da una parte, il caso di El Musel e Zeebrugge dimostra le conseguenze di una pianificazione mal gestita. Il progetto di El Musel è stato costruito e immediatamente sospeso per mancanza di domanda, mentre Zeebrugge ha lavorato contro gli interessi della sicurezza energetica europea, facilitando il commercio di GNL dalla Russia, principalmente verso paesi non europei. Mentre El Musel dovrebbe entrare in servizio all’inizio del 2023, il quinto serbatoio di Zeebrugge potrebbe invece rimanere largamente sottoutilizzato.
L’utilizzo di questo stoccaggio disponibile a Zeebrugge, invece di riattivare El Musel, non sarebbe quindi soltanto una soluzione maggiormente tempestiva per la sicurezza europea, ma potrebbe anche proteggere i consumatori da supportare costi totalmente non necessari. Infatti, questo serbatoio, che è già operativo, ha il grande vantaggio di essere più vicino alla Germania, fonte di una domanda di GNL aggiuntiva.
Questa dovrebbe essere la lezione da imparare per aumentare il coordinamento tra Stati membri, aiutando l’Europa a gestire efficientemente i volumi necessari di GNL e tagliando costi non necessari e quelli di manutenzione su infrastrutture ridondanti. La posta in gioco è davvero alta per i consumatori europei, i quali sono appesantiti dai prezzi energetici alle stelle, mentre per l’Europa la posta in gioco rimane la costituzione di un futuro alcun approvvigionamento di gas russo.
Ana Maria Jaller-Makarewicz è Energy Analyst Europe presso IEEFA.
Il post è stato pubblicato originariamente sul sito di IEEFA ed è stato riprodotto per concessione dell’autore.
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Foto: Unsplash
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