Riparte la domanda petrolifera, negli Stati Uniti il boom di vendite di veicoli elettrici, il CCUS diventerà mainstream. Queste e altre previsioni di Wood MacKenzie per il nuovo anno.
Anche quest’anno Ed Crooks (Vice-Chair, Americas, Wood MacKenzie) raccoglie le previsioni per l’anno nuovo da parte degli analisti di settore della consultancy di Edimburgo.
1. Energia low carbon: maggior sostegno in molti paesi (sulla scia degli Stati Uniti)
L’Inflation Reduction Act degli Stati Uniti prevede l’estensione e l’espansione dei crediti d’imposta e delle sovvenzioni all’energia a basse emissioni di carbonio. Firmato in agosto, ha indotto le aziende di tutto il mondo a riconsiderare le decisioni di investimento. Le misure chiave dell’atto – che comprendono il supporto all’energia eolica e solare, alle batterie, alla cattura del carbonio e all’idrogeno low carbon – vanno oltre il quadro delle politiche esistenti nella maggior parte dei paesi.
Secondo David Brown, direttore della divisione Transizione energetica Wood MacKenzie, per rimanere competitivi questi paesi dovranno introdurre incentivi che si avvicinino nel valore a quelli attualmente disponibili negli Stati Uniti. Sarà un beneficio netto per il mondo, non un gioco a somma zero: un livellamento del sostegno politico sbloccherà nuove opportunità commerciali per l’intero globo.
2. Riparte la domanda mondiale di petrolio
Alla fine del 2022, la domanda globale di petrolio ha vacillato. Le previsioni per l’ultimo trimestre sono di un forte calo di 1,2 milioni di barili al giorno su base annua. Tuttavia, Wood MacKenzie ritiene che questa tendenza al ribasso avrà breve durata. La domanda di petrolio ripartirà rapidamente l’anno nuovo, con un aumento di 2,3 milioni di barili al giorno per l’intero 2023, trainato dall’allentamento delle restrizioni Covid in Cina e dall’aumento dell’uso di materie prime petrolchimiche.
Secondo Ann-Louise Hittle, responsabile Macro Oils di Wook MacKenzie, questa tendenza al rialzo scuoterà il mercato petrolifero dalla sua attuale stasi spingendo i prezzi verso l’altro.
3. Rallentano i contratti GNL
Il 2022 è stato un anno impegnativo per i contratti di GNL, con accordi firmati per 80 milioni di tonnellate all’anno. Di quel totale, il 75% era con esportatori dagli Stati Uniti e oltre il 50% era per trader e i cosiddetti portfolio players.
Nel 2023, secondo Massimo Di Odoardo (vicepresidente Gas and LNG Research di Wood MacKenzie), l’attività di appalto rallenterà. Le società cinesi continueranno ad acquistare e gli operatori statunitensi indipendenti upstream e midstream continueranno ad assicurarsi accordi per accedere ai prezzi globali del GNL. Ma i portfolio players saranno più selettivi, piazzando le loro scommesse solo su quei progetti che possono muoversi rapidamente. Nel frattempo, è improbabile che gli acquirenti europei si impegnino a fornire molta offerta, poiché rimangono preoccupati per il futuro della domanda e per le dinamiche dei prezzi.
4. Medio Oriente: potenziale momento “eureka” simile all’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti
Gli Emirati Arabi Uniti si preparano a ospitare COP28 con investimenti low carbon. Un esempio che potrebbe essere seguito da altri paesi della regione. Diversamente da compagnie come Saudi Aramco, che hanno dichiarato l’ambizione di diventare carbon neutral entro il 2050, la compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, ADNOC, non aveva fissato un simile obiettivo alla COP26 del 2021. A novembre, le cose sono cambiate: ADNOC ha annunciato che perseguirà lo zero netto entro il 2050, istituirà una divisione energetica low carbon e si è già mossa per raggiungerlo: è l’unica national oil company (NOC) a perseguire fusioni e acquisizioni nel settore rinnovabili, acquistando il progetto H2Teeside sull’idrogeno nel Regno Unito insieme a BP. ADNOC e gli Emirati Arabi Uniti continueranno ad aumentare gli investimenti low carbon spronando altri produttori di petrolio in Medio Oriente a seguirne l’esempio. I loro investimenti low carbon aumenteranno e potrebbero anche effettuare ulteriori acquisizioni internazionali di idrogeno, CCUS e solare, in un’ondata che potrebbe essere simile a quella vista nel Regno Unito e in Europa nel periodo precedente a COP26.
Secondo Kavita Jadhav (Direttore di ricerca della divisione Corporate Research, Wood MacKenzie), gli Emirati Arabi Uniti e il Medio Oriente più in generale potrebbero avere un momento “eureka” simile all’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, che promette un periodo di boom per idrogeno, CCS e solare. Molte cose possono succedere quando hai i riflettori puntati su di te.
5. Il CCUS diventa mainstream (grazie ad alcune grandi decisioni di investimento)
Dopo una raffica di recenti annunci, nel 2023 le aziende daranno finalmente il via a grandi progetti nell’utilizzo e stoccaggio della cattura del carbonio (CCUS). In particolare i progetti hub, quelli che forniscono l’infrastruttura per più emettitori per trasportare e immagazzinare l’anidride carbonica catturata in scala. Fino a 30 hub CCUS in tutto il mondo puntano ad ottenere la decisione finale d’investimento (FID) nel 2023 e circa la metà di questi probabilmente andrà avanti.
Chi farà da apripista? Secondo Mhairidh Evans (capo della ricerca CCUS di Wood MacKenzie) saranno principalmente le major europee del petrolio e del gas, che hanno posizioni esistenti su cui basarsi e ambiziosi obiettivi di transizione energetica da perseguire.
6. Veicoli elettrici: boom negli Stati Uniti (raddoppiano le vendite)
Per molti anni gli Stati Uniti si sono collocate al terzo posto per le vendite di veicoli elettrici, molto dietro Cina ed Europa, ma ora le condizioni politiche, normative e di prodotto si stanno finalmente allineando. L’Inflation Reduction Act significa che GM e Tesla sono entrambi nuovamente idonei al credito d’imposta sui veicoli elettrici, e altre importanti case automobilistiche che rischiavano la chiusura nel 2023, possono ora godere di altri 10 anni di sussidi. I nuovi regolamenti EPA fissati per il 2023 costringeranno le case automobilistiche a ridurre le emissioni a livello di flotta del 10% e il modo più economico per raggiungere questo obiettivo sarà vendere più veicoli elettrici. I veicoli elettrici a prezzi accessibili stanno finalmente raggiungendo il mercato in termini di volume.
Nel 2023 Ford, Hyundai, GM, Subaru, Toyota, VW metteranno sul mercato SUV compatti sul mercato con prezzi di partenza intorno ai 40.000-45.000 dollari. Secondo Ram Chandrasekaran (responsabile Wood MacKenzie dei trasporti su strada) questa tripletta di supporto politico, pressione normativa e modelli convenienti aiuterà le vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti a raddoppiare a oltre 2 milioni nel 2023, rispetto a 1 milione quest’anno. Tutti parleranno di come gli Stati Uniti si siano finalmente fatti avanti per unirsi alla battaglia globale dei veicoli elettrici.
7. Scendono i prezzi dei metalli
I saldi tra domanda e offerta indicano un calo anno su anno dei prezzi medi nei settori dei metalli e delle miniere nel 2023. L’indebolimento della domanda, l’aumento dell’offerta e il sentiment più debole contribuiranno alla pressione al ribasso. Il settore delle costruzioni – area chiave per il minerale di ferro, l’acciaio e i metalli di base – sarà un freno per la domanda globale, con in particolare il mercato immobiliare cinese che rimarrà fiacco. Nel frattempo, le forniture di rame, alluminio, piombo, zinco, minerale di ferro e acciaio, tra gli altri, registreranno tutti tassi di crescita più elevati rispetto al 2022. La produzione di materiali per batterie – nichel, cobalto e litio – continuerà ad andare avanti, dopo una crescita a due cifre nel 2022.
Ci sono alcuni rischi al rialzo per la domanda, secondo Nick Pickens (direttore di ricerca, divisione rame di Wood MacKenzie). Le pressioni inflazionistiche stanno mostrando segni di allentamento, così come i vincoli della catena di approvvigionamento. Ciò potrebbe significare che il rallentamento economico globale è meno grave del previsto. Una ripresa nel settore automobilistico e nell’energia a basse emissioni di carbonio potrebbe contribuire a compensare parte della debolezza della domanda in altri segmenti guidati dai consumatori. Ma nel complesso, Wood MacKenzie ritiene che la tendenza prevalente dei prezzi sarà al ribasso.
8. Shale oil: almeno una grande indipendente romperà i ranghi (per crescere più rapidamente)
Ancora una volta, le compagnie del tight oil si stanno preparando ad agire all’unisono nel prossimo anno. Le linee guida complete sulle attività e sulla spesa per il 2023 non sono ancora arrivate. Ma i segnali indicano una ripetizione del 2022: crescita della produzione a una cifra e aumenti della spesa che copriranno in gran parte solo l’inflazione dei costi. I vincoli posti dai servizi petroliferi e le difficoltà di esecuzione dei progetti rimangono ostacoli a una crescita più rapida. I ritorni per gli azionisti hanno la priorità. Ma non è un campo da gioco completamente uniforme in tutto il settore E&P quotato. Alcune aziende hanno bilanci migliori, asset migliori e quadri più consolidati in grado di restituire il capitale agli azionisti.
La divisione corporate research di Wood Mackenzie e il suo direttore di ricerca Alex Beeker ritengono che il 2023 potrebbe benissimo essere un anno in cui il meglio del meglio emergerà e deciderà di crescere in modo più aggressivo di quanto molte parti interessate si aspettino attualmente.
9. Riparte il solare negli Stati Uniti (nonostante i vincoli della supply chain)
Gli alti prezzi dell’acciaio e del polisilicio, un’indagine antidumping del Dipartimento del Commercio e l’attuazione dell’Uyghur Forced Labour Prevention Act hanno devastato l’industria solare statunitense nel 2022. Wood MacKenzie stima che un totale di 18,6 GW di nuova capacità di generazione solare sarà online nel 2022, in calo del 23% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, tutti i segnali puntano a una ripresa nel 2023. L’approvazione dell’Inflation Reduction Act migliora ulteriormente LCOE del solare. I prezzi dei moduli sono destinati a rimanere stabili poiché la capacità di produzione globale di polisilicio aumenta del 70% e le importazioni che sono state trattenute dalle dogane statunitensi nonostante l’utilizzo di polisilicio non cinese dovrebbero essere rilasciate durante la prima metà del prossimo anno.
Secondo Sylvia Leyva Martinez (Analista senior, North America Utility-scale Solar di Wood MacKenzie) la domanda delle aziende e dei servizi pubblici raggiungerà il massimo storico, poiché i prezzi dell’energia continuano ad aumentare e cresce la pressione per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni. Presi insieme, è probabile che questi fattori determinino un aumento del 50% delle installazioni solari nel 2023.
10. Petrolio e gas: la fortuna favorirà gli audaci nelle FID
L’elenco dei grandi progetti petroliferi e gas prossimi alle decisioni finali di investimento è stato più del doppio del numero che ha effettivamente ottenuto il via libera dal 2020. La disciplina finanziaria e l’aumento dell’inflazione in aumento e le preoccupazioni sull’esecuzione hanno complicato il processo decisionale per le aziende che valutano i grandi progetti. Le continue tensioni tra le società di servizi e gli operatori continueranno a ostacolare le decisioni di investimento. Gli operatori sono nervosi per la certezza dei costi, i fornitori di servizi stanno cercando di espandere i margini.
Dei circa 60 grandi progetti che potrebbero essere pronti, Fraser McKay (responsabile upstream9 riporta che Wood MacKenzie stima che solo 30 procederanno nel 2023. Ma gli operatori dovrebbero stare attenti a non ritardare troppo a lungo. La catena di approvvigionamento non sta aggiungendo capacità abbastanza rapidamente da evitare un’ulteriore inflazione. Ora potrebbe essere quanto di meglio si possa ottenere.
L’articolo riprende quello pubblicato il 16 dicembre sul sito di Wood McKenzie
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