6 Marzo 2023

Addio alle caldaie a gas entro il 2029? La posizione (contraria) di Assotermica

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Il Piano REPowerEU prevede l’abbandono “graduale” delle caldaie autonome gas e il divieto di vendita a partire dal 2029 . Per le aziende del comparto del riscaldamento, rappresentate da Assotermica, si rischia così di vanificare gli investimenti fatti in ottica di efficientamento energetico

Il Piano REPowerEU, emanato dalla Commissione europea lo scorso anno, per quanto riguarda il settore degli impianti termici e di produzione di acqua calda sanitaria prevede tra le sue linee guida una graduale rinuncia alle caldaie alimentate a combustibili fossili come il gas naturale, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 e rendere i paesi dell’Unione europea sempre più indipendenti dal metano russo entro il 2029.

Secondo Assotermica – l’associazione dei costruttori italiani di apparecchi e componenti per impianti termici, che ho l’onore di rappresentare da nove anni – la decisione è sbagliata e affrettata col rischio che porti all’esclusione di una vasta gamma di tecnologie efficienti già presenti sul mercato, danneggiando seriamente l’intera filiera.

È necessario invece puntare a un approccio multi-tecnologico, attraverso la commercializzazione e l’utilizzo di diversi apparecchi ad alta efficienza in grado di coesistere tra loro, come le caldaie a condensazione, le pompe di calore e le caldaie a biocombustibili e idrogeno, sia in blend al 20%, che “full hydrogen” al 100%.

La direttiva rischia di danneggiare pesantemente il settore italiano

La direzione che sta intraprendendo l’Europa attraverso questa direttiva rischia di danneggiare pesantemente il settore italiano del riscaldamento e del comfort climatico ambientale. È essenziale ricordare che tali misure comprometterebbero gli investimenti fatti dalle imprese nello sviluppo di tecnologie “hybrid ready” e “green gas ready”, in grado di sfruttare miscele crescenti di biocombustibili e idrogeno, in ottica di un maggior efficientamento energetico.

In molti casi, queste tecnologie sono già pronte a essere distribuite sul mercato e a contribuire, in maniera determinante, alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni inquinanti.

Inoltre, non è così scontato che bloccare la vendita delle caldaie a gas a partire dal 2029 si traduca automaticamente in una riduzione delle emissioni del comparto residenziale, responsabile del 30% di emissioni totali di CO2. Le tecnologie attualmente disponibili sono già efficienti e la loro messa al bando avrebbe un impatto minimo sulla riduzione delle emissioni.

Ciò che impatta in termini di emissioni – e di consumi – sono le 17 milioni di caldaie a gas in buona parte ormai obsolete ancora presenti negli edifici in Italia. Il rischio che le aziende del comparto temono è che, a fronte di una riduzione delle opzioni, l’utente finale rinvii la riqualificazione, così che il proprio impianto continuerà a rimanere obsoleto e inefficiente.

I moderni apparecchi, come per esempio le caldaie a condensazione, oltre a ridurre le emissioni fino al 50% rispetto a una caldaia tradizionale, permettono una diminuzione dei consumi tra il 15% e il 25%, un fattore importante, soprattutto in questo periodo caratterizzato da un aumento vertiginoso dei costi in bolletta per famiglie e imprese.

Incentivazione, non messa al bando

Il primo proposito da parte delle istituzioni nazionali e comunitarie dovrà quindi essere quello della sostituzione completa dei vecchi impianti, tramite un’incentivazione all’utilizzo di caldaie efficienti, come è stato con il Superbonus che negli ultimi due anni ha consentito di installare oltre 2 milioni di nuovi apparecchi.

La transizione energetica e la diminuzione degli agenti inquinanti in atmosfera sono due priorità per Assotermica, ma per raggiungere questi importanti obiettivi è necessario concentrare i nostri sforzi verso un approccio multi-tecnologico e multi-energetico.

Il modello della diversificazione delle fonti, per poter funzionare, avrà bisogno di essere accompagnato anche da una valorizzazione delle differenti tecnologie che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Per ottenere i risultati sperati, in una prospettiva di indipendenza energetica e transizione ecologica, è indispensabile consentire una convivenza tra più tipologie di apparecchi, anche per scongiurare il rischio che possa crearsi un mercato secondario di apparecchi antiquati, inefficienti e poco sicuri, che continueranno comunque a rimanere in numerosi edifici.


Alberto Montanini è Presidente di Assotermica


Foto: Unsplash

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