31 Marzo 2023

Guerra energetica tra Europa e Russia: 1-1 palla al centro

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L’energia è una delle arene in cui Russia e Europa si scontrano più ferocemente a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, un effettivo vincitore non può ancora dirsi ci sia.

La Russia era convinta che le sue forniture di gas sarebbero state insostituibili per l’Europa, decidendo di ridurle diversi mesi prima del febbraio 2022, con l’obiettivo di strangolarne le economie e sospingerle verso il baratro della recessione.

L’Europa, dal canto suo, decretava sanzioni ed embarghi verso le esportazioni energetiche di Mosca che contribuivano per la metà del suo bilancio così da sospingerne l’economia al collasso.

Uno scontro dai costi elevatissimi (per entrambi)

Il costo di questo scontro per entrambi i fronti è stato elevatissimo. L’esplosione dell’inflazione a due cifre ha spinto i governi europei (più Gran Bretagna e Norvegia) ad erogare a favore dei consumatori 792 miliardi euro, pari grosso modo al PIL dei Paesi Bassi.

Molte industrie ne hanno sofferto, molte imprese hanno chiuso. I fondamentali di mercato, ben più della politica, hanno consentito tuttavia di pervenire – attraverso minor domanda e maggior offerta – a nuove condizioni di equilibrio del mercato del gas con prezzi nelle piattaforme europee crollati di quasi dieci volte rispetto ai massimi dello scorso agosto anche se ancora superiori ai livelli normali.

L’Europa è riuscita a sostituire la maggior parte delle forniture russe, acquistando altrove (specie GNL), anche se a caro prezzo, e riducendo di 1/5 la domanda (grazie anche al clima mite).

Europa: l’economia ha retto il colpo, il crollo dei prezzi del gas ne prefigura una ripresa

Morale: la sua economia ha sostanzialmente retto mentre il crollo dei prezzi del gas ne prefigura una ripresa (per lo scenario macro-economico 2023-2024 si rimanda a De Nardis su ENERGIA 1.23).

La Russia, per contro, è riuscita a mantenere sostanzialmente inalterati le esportazioni petrolifere (per una disanima dell’industria petrolifera russa e delle sue prospettive si rimanda a Morse e Martoccia su ENERGIA 1.23), dirottandole verso l’Asia, mentre ha dovuto giocoforza ridurre quelle di gas naturale.

Russia: anche la sua economia ha retto il colpo, pesante il peggioramento della bilancia commerciale ma elevatissimo il surplus delle partire correnti

Morale: la sua economia nel 2022 si è contratta intorno al 2%, meno di quanto inizialmente stimato, con un pesante peggioramento della bilancia commerciale ma un elevatissimo surplus delle partite correnti.

L’aumento dei prezzi del gas ha più che compensato il dimezzamento delle esportazioni di Gazprom, quel che non potrà accadere tuttavia nel 2023 a seguito del crollo sia dei prezzi che delle quantità esportate. Mosca è inoltre costretta a praticare fortissimi sconti ai prezzi del petrolio se vuol venderlo, a livelli inferiori al price cap fissato dall’Occidente.

Il 2023 peserà sulla Russia, ma anche l’Europa rischia

La capacità offensiva dei due fronti sembra comunque essersi ormai esaurita. Mosca potrebbe ridurre ulteriormente le sue forniture di gas all’Europa (passate dal 40% al 13% delle complessive importazioni) e tagliare la sua offerta di petrolio sul mercato, pari a circa l’8% della domanda mondiale.

Entrambe le mosse peggiorerebbero tuttavia ulteriormente la sua economia.

Anche l’arco delle frecce europee si è d’altra parte esaurito: ridurre la domanda di gas è sempre più difficile (la Commissione ritiene debba contrarsi di un altro quinto), mentre urge la necessità di riempire al 90% gli stoccaggi per il prossimo inverno (costati lo scorso anno oltre 100 miliardi di euro), a fronte di rischi di insufficienza dei flussi di GNL qualora riprendesse la domanda cinese.

I delicati equilibri geopolitici non consentono all’Europa di fronteggiare ammanchi dell’offerta russa di petrolio, dati gli embarghi in essere verso Iran e Venezuela.

Dallo scontro di colpi e contraccolpi si è passati, in conclusione, ad una guerra di logoramento nella speranza di entrambi le parti che il tempo giochi a loro favore. Un logoramento che proietta un’assoluta incertezza sul quel che potrà accadere e per quanto tempo, a discapito di ogni decisione, specie negli investimenti privati, col rischio di future tensioni nell’intero mondo dell’energia.


Alberto Clô è direttore della rivista Energia e del blog RivistaEnergia.it


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Foto: Unsplash

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