21 Marzo 2023

Il ritorno della geopolitica complica la transizione

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Il 24 febbraio 2022 segna una svolta importante, ma non deve far­ci dimenticare che la crisi energetica è iniziata nel 2021. L’articolo di Olivier Appert su ENERGIA 1.23 ripercorre le ricadute sui mercati del carbone, del petrolio, del gas e dell’elettricità e cerca di anticipare cosa attendersi per l’anno in corso.

Se in tempi non sospetti, nel bel mezzo dei lockdown, Roberto Cardinale su ENERGIA 3.20 ammoniva sulla possibilità che i prezzi del gas in Europa tornassero a salire, è bastato all’incirca un anno affinché il nostro direttore Alberto Clò scrivesse sul numero 4.21 della nuova crisi energetica definendola una cronaca di una morte annunciata.

L’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, segna sì una svolta importante, ma non deve farci dimenticare che la crisi energetica è iniziata nel 2021. Per questa ragione abbiamo deciso di anticipare il cuore del primo numero del 2023 dedicato agli scenari economici (con l’articolo di De Nardis) ed energetici (con gli articoli di Clô, Goldthau e Tagliapietra, Morse e Martoccia, Sapio) con una lettura di Olivier Appert (Centre énergie IFRI, Académie des Technologies) che ripercorre le ricadute sui mercati del carbone, del petrolio, del gas e dell’elettricità.

Quando la Russia ha invaso l’Ucraina il sistema energetico globale era in forte tensione

Sullo sfondo, il dilemma di come conciliare i target di emissioni net-zero di lungo periodo con le crescenti preoccupazioni e necessità in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Ovvero, come conciliare le esigenze di una rapida ed effettiva transizione energetica col ritorno della geopolitica dell’energia.

Da qui” scrive Alberto Clò nella sua Presentazione “l’imperativo di rivedere in modo drastico nel contesto della transizione energetica le politiche energetiche e l’organizzazione dei mercati, sinora incentrate sulla loro libera­lizzazione specie riguardo al gas naturale”.

Prima di ripercorre le tensioni sui diversi mercati energetici condensatesi nel 2021 ed aggravatesi l’anno seguente, Appert inquadra come l’invasione russa dell’Ucraina si cala su una crisi energetica senza precedenti (par. 1) a livello

  • economico, per l’impatto immediato sulla volatilità e sul livello dei prezzi di gas, petrolio ed elettricità, sia in Europa che in Asia, che ha costretto la maggior parte dei paesi ad erogare sussidi in favore dei consumatori per attenuare l’aumento dei costi finali.
  • Politico, per le reazioni immediate che ha generato e che si sono tradotte in diverse forme di sanzioni e embarghi.
  • Geopolitico, perché gli eventi hanno messo in discussione la sicurezza degli approvvigionamenti e il rapporto fra gli Stati, costringendo i paesi consumatori a correre ai ripari in una costosissima e sfrenata ricerca di fonti alternative di metano.

Gli impatti economici, politici e geopolitici della guerra

Per provare ad anticipare cosa attendersi nel 2023, l’autore ripercorre quindi i diversi mercati (2. Tensioni persistenti), a partire dal carbone (par. 2.1), che nonostante l’aumento della domanda e dei prezzi è comunque una fonte destinata a un graduale declino.

Prosegue con l’analisi del mercato petrolio (par. 2.2) sul cui andamento pesano: il concatenarsi delle tensioni geopolitiche (Ucraina e Medio Oriente), il ruolo dell’Opec Plus (come testimonia la drastica riduzione dell’output decisa il 5 ottobre), della produzione unconventional USA e degli effetti, poco convincenti, del cap a prezzi.

Più incerto il futuro del gas naturale (par. 2.3) in ragione del ruolo prioritario che ancora svolge nei mix energetici degli Stati, della difficoltà della sua sostituibilità (metano vs GNL, Russia vs altri esportatori) e della maggiore esposizione alle dinamiche geopolitiche. Quali soluzioni? Il potenziamento del biometano o un nuovo difficile design che garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento preservando la concorrenza?

Chiude questo corposo paragrafo l’analisi del mercato dell’elettricità (par. 2.4) che ha risentito direttamente dell’andamento del nucleare, del carbone, dell’ETS, ma soprattutto del gas. Sul settore pesa, inoltre, una strutturale riduzione della flessibilità della rete, in ragione dell’aumento della quota delle intermittenti energie rinnovabili.

Questione già denunciata da Dominique Finon nello scorso numero di ENERGIA, secondo cui lo sviluppo della flessibilità è il problema più impellente cui far fronte per scongiurare i rischi sempre maggiori di blackout nel continente.

Secondo Appert, la questione infrastrutturale “richiederà una profonda riforma della regolamentazione per consentire gli investimenti necessari nella generazione, nelle reti, nello stoccaggio e nella gestione della domanda”.

Dopo aver costituito il corpo centrale dello scorso numero, il nodo delle reti resta quindi centrale anche su ENERGIA 1.23, trovando un ulteriore spunto di approfondimento nell’articolo in cui Luca Cerimele e Cecilia Tortora (Fondazione Filippo Caracciolo) indagano le potenzialità delle batterie dei veicoli elettrici come sistemi di accumulo funzionali alla stabilizzazione della rete.

Un compito lungo e doloroso

Sullo sfondo di una crisi energetica di così vasta portata si inserisce, infine, il dilemma di come conciliare le crescenti preoccupazioni e necessità in termini di sicurezza degli approvvigionamenti con i target di emissioni net-zero di lungo periodo (3. La transizione energetica).

Appert sottolinea progressi che, nonostante la crisi, si sono registrati nel 2021 sul fronte rinnovabili, mobilità elettrica e idrogeno. Tuttavia, “lo scenario ener­getico globale è peggiorato brusca­mente negli ultimi due anni. La ge­opolitica è tornata in auge, i prezzi sono aumentati vertiginosamente, la sicurezza degli approvvigiona­menti è tornata al centro del dibat­tito”.

“In questo scenario, è emersa con forza la necessità di rivedere a fondo la politica energe­tica e l’organizzazione dei mercati nel contesto della transizione ener­getica. Un compito lungo e doloro­so”.


Il post presenta l’articolo di Olivier Appert, Il ritorno della geopolitica dell’energia (pag. 10-15) pubblicato su ENERGIA 1.23

Foto: Pixabay

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