19 Aprile 2023

Alla scoperta del SoutH2 Corridor, l’autostrada europea dell’idrogeno

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Presentato a Monaco di Baviera lo scorso 23 marzo, il SoutH2 Corridor aiuterà a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione europei trasportando idrogeno rinnovabile dal Nord Africa al sud della Germania sfruttando buona parte dei metanodotti esistenti.

L’Unione Europea, pioniera nella decarbonizzazione, si è data un obiettivo ambizioso per sviluppare l’idrogeno, che dovrà affiancare le rinnovabili nel percorso della transizione per decarbonizzare i settori più complessi come quelli dell’industria pesante.

Entro il 2030, in particolare, Bruxelles intende portare la produzione di idrogeno rinnovabile a 20 milioni di tonnellate – di cui 10 milioni prodotte all’interno dell’Unione Europea e altre 10 tramite importazione – cercando di trovare un bilanciamento tra competitività, sostenibilità e sicurezza energetica.

Il SoutH2 Corridor e le strategie di Snam per adattare la rete gas al trasporto di idrogeno

Impegnata a sua volta nella ricomposizione del cosiddetto “trilemma energetico”, Snam si riconosce pienamente nel solco del mandato europeo e, proprio per questo, è da tempo impegnata nell’adattamento della sua intera rete gas, cioè in azioni di manutenzione e sviluppo di condutture e in ottica di renderla compatibile con il trasporto di idrogeno.

Esempio concreto di questo riutilizzo dell’infrastruttura esistente è il “SoutH2 Corridor”, presentato da Snam lo scorso 23 marzo durante l’appuntamento bavarese dell’HyAccelerator, call for start up a tema idrogeno attraverso cui il Gruppo di San Donato Milanese intende presidiare le frontiere più avanzate della transizione energetica.

Il SoutH2 Corridor, in particolare, è un’“autostrada” dell’idrogeno che attraverso l’Italia collegherà il Nord Africa ad Austria e Germania, garantendo la produzione di idrogeno rinnovabile in una misura tale da coprire più del 20% del target di produzione al 2030 indicato nel piano REPowerEU.

Il potenziale di produzione di idrogeno rinnovabile nei punti di partenza della pipeline (Algeria e Tunisia), del resto, è davvero elevato, così come la sua competitività, perché l’alta irradiazione solare e le ottime condizioni di vento nel Nord Africa favoriscono la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, necessaria ad alimentare il processo di elettrolisi da cui viene poi ottenuto l’idrogeno rinnovabile.

Oltre a poter soddisfare la domanda italiana di idrogeno rinnovabile, il SoutH2 Corridor ha l’obiettivo di rifornire importanti mercati europei come quello austriaco e quello della Germania meridionale, che si trovano lontani da zone costiere o non dispongono di risorse energetiche rinnovabili a costi competitivi per la transizione.

Anatomia del SoutH2 Corridor: progetto di rilevanza europea, consentirà di reimpiegare il 70% della rete già in esercizio

Il consorzio che ha presentato il progetto a livello europeo è composto da cinque aziende: oltre a Snam ci sono le austriache TAG e GCA (delle quali Snam è azionista), la tedesca Bayernets e Sea Corridor, una joint venture tra Snam ed Eni cui fanno capo i gasdotti che, partendo dall’Algeria e transitando attraverso la Tunisia, passano sotto il canale di Sicilia, per arrivare a Mazara del Vallo.

All’opera, complessivamente, concorrono più di 20 imprese, impegnate da un lato a sviluppare la filiera di produzione dell’idrogeno rinnovabile in Nord Africa, dall’altro ad aggregare la domanda futura di idrogeno per i consumatori industriali.

Lo scorso dicembre, il SoutH2 Corridor è stato candidato come Progetto di Comune Interesse (PCI) in Europa. Il PCI è il meccanismo attraverso il quale l’Europa pianifica le infrastrutture energetiche di interesse strategico transnazionale e la “finestra” di Dicembre 2022 è stata la prima completamente dedicata all’idrogeno, con più di 147 progetti presentati.

All’interno di questo contesto il corridoio Sud ha incassato l’endorsement dei governi di Italia, Austria e Germania, raccontando così la storia di una cooperazione tra paesi europei che è oggi quantomai imprescindibile, soprattutto sul fronte energetico.

Un altro elemento di forza del SoutH2 Corridor è rappresentato dal fatto che sarà possibile riutilizzare in gran parte infrastrutture esistenti. In Italia, ad esempio, si pensa di reimpiegare circa il 70% della rete già in esercizio.

Allo stesso tempo la recente approvazione della linea Adriatica da parte del governo e dell’ARERA permetterà al sistema italiano di garantire i flussi di gas da sud in questo nuovo scenario geopolitico e di accompagnare poi la crescita del mercato dell’idrogeno.

Si tratta, in aggiunta, di un’opera capace di fornire una soluzione concreta alle industrie che si trovano in Nord Italia, Austria e Sud della Germania, ad oggi non servite dai piani di sviluppo dell’idrogeno che, grazie alle ampie risorse rinnovabili disponibili soprattutto nel mare del Nord, sono focalizzati sul nord e sul nord-ovest dell’Europa.

L’impegno di Snam: neutralità carbonica entro il 2040

L’impegno di Snam per lo sviluppo dell’idrogeno, d’altronde, parte da lontano e, come ribadito nel Piano strategico 2022-2026 presentato a gennaio, si configura nel più ampio contesto delle azioni con cui la Società intende perseguire, entro il 2040, la propria neutralità carbonica, abilitando al contempo la decarbonizzazione del Sistema Paese.

Di queste azioni, in particolare, fanno parte lo sviluppo di un altro green gas come il biometano, così come il business dell’efficienza energetica, dal quale – non a caso – Snam ha ricavato la quota più rilevante dell’incremento dei ricavi registrato nel 2022.

Senza dimenticare, più in prospettiva, l’avanzamento e la messa a terra dei progetti per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio della CO2.

Snam, inoltre, continua a coltivare una forte propensione all’innovazione, testimoniata – anche sul fronte dell’idrogeno – dai tanti progetti di ricerca e sviluppo (più di 20) attualmente in essere, che interessano i diversi anelli della catena del valore dell’idrogeno stesso (produzione, trasporto, compressione, stoccaggio, end use) e sono spesso condotti in partnership con università italiane ed internazionali.


Piero Ercoli è Senior Vice President Decarbonization Projects di Snam


Foto: Unsplash

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