3 Maggio 2023

Date i dati alla ricerca!

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Per valutare i progressi delle politiche di decarbonizzazione serve che dati puntuali, precisi e aggiornati vengano messi a disposizione della comunità scientifica. Quel che al momento non avviene, come spiegano Ivan Faiella e Luciano Lavecchia su ENERGIA 1.23

La decarbonizzazione è una sfida ambiziosa. Richiede una profonda modifica del sistema energetico e delle sue infrastrutture. Le politiche richieste sono molto complesse e, non meno importante, estremamente costose. 350 miliardi di euro l’anno di investimenti addizionali nel settore energetico nel periodo 2021-2030 secondo la Commissione europea.

Su chi graveranno questi costi? Averne contezza consente di programmare con oculatezza le politiche pubbliche e assicurarsi che queste portino al migliore utilizzo possibile delle risorse a disposizione. Altrettanto importante è individuare gli errori e apportare le necessarie modifiche il prima possibile. 

Per farlo servono analisi precise. E per avere analisi precise serve una banca dati completa, dettagliata e periodicamente aggiornata sui costi energetici e sulla domanda di famiglie e imprese. E soprattutto che sia messa a disposizione della comunità scientifica affinchè possa fare le sue valutazioni autonome e indipendenti.

Su chi gravano i costi della transizione?

Quel che al momento il Italia non avviene, come constatano Ivan Faiella e Luciano Lavecchia su ENERGIA 1.23. Ad oggi in Italia manca un database nazionale sull’energia e le rilevazioni statistiche accessibili sono ancora frammentate, tardive, parziali e ad elevata granularità.

Un contento informativo che deve quindi essere migliorato, come richiesto anche  nel Piano nazionale integrato per l’energia e clima (PNIEC): “destinare specifiche risorse alla realizzazione di rilevazioni statistiche periodiche che consentano di ricostruire struttura e caratteristiche dei consumi energetici nei diversi settori (residenziale, terziario, industriale, trasporti) con modalità, definizioni e metodologie armonizzate in ambito Eurostat” (p. 37).

Quali informazioni sono attualmente disponibili? Relativamente alla spesa energetica (par. 1), qualche indicazione per le famiglie ci viene data dalle indagini condotte da Istat o da ARERA, ma si tratta di informazioni poco aggiornate e fornite in modo discontinuo. Vi è ancora meno per le imprese, dove l’Indagine Istat sugli acquisti dei prodotti energetici delle imprese industriali si ferma al 2009.

Quel che è disponibile sono solo gli esercizi e le stime degli studiosi, come il modello di microsimulazione, messo appunto dagli stessi autori, per stimare l’impatto sulla spesa delle famiglie e la domanda energetica degli interventi governativi per calmierare i prezzi di elettricità e gas, oggetto di un articolo comparso su ENERGIA 1.22.

I dati ad oggi accessibili sono frammentati, tardivi, parziali, ad alta granularità

In assenza di dati già pronti, al fine di pervenire a una stima della spesa energetica di famiglie e imprese, sostengono Faiella e Lavecchia, sarebbe necessario individuare le principali variabili di cui questa si compone: prezzi e quantità consumate. Ma, anche in questo caso ci si scontra con la “lacunosità” dei dati.

Relativamente ai prezzi (par. 2) mancano rilevazioni aggiornate e disaggregate per caratteristiche di impresa e famiglia. Ad una buona disponibilità sui dati relativi ai carburanti fa invece da contraltare la totale assenza di informazioni ufficiali su altri prodotti energetici (carbone, pellet, ecc).

Quanto alle quantità (par. 3), le informazioni sugli usi energetici sono disponibili solo con qualche livello di aggregazione e, anche in questo caso, vengono aggiornati in maniera tardiva. Pertanto, spetta, ancora una volta, agli studiosi pervenire a stime a livello micro incrociando dati diversi.

Almeno i dati già disponibili

Da queste constatazioni risulta evidente la necessità di lavorare alla predisposizione di banche dati più “efficienti” ed “efficaci”. Nel frattempo, però, andrebbero usati i dati già disponibili (4. Dalle stime ai valori effettivi: il Sistema Informativo Integrato e i dati di Arera). In particolare, gli autori si riferiscono alle rilevazioni su prezzi, usi dell’energia e importi delle bollette delle diverse utenze, regolarmente condotte da Arera (Indagine annuale sui settori regolati, Monitoraggio mercato retail) e ai dati contenuti nel Sistema Informativo Integrato (SII), la piattaforma Arera, gestita da Acquirente Unico, istituita nel 2010 con la finalità di “gestire i flussi informativi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas”.

Una fonte preziosa di informazioni per cui gli autori si erano già spesi assieme ad altri nel febbraio 2020 con un appello (pubblicato anche su RivistaEnergia.it) rivolto ad Acquirente Unico e Garante della Privacy affinché venisse messa a disposizione della ricerca.

Il suo accesso consentirebbe infatti di ottenere una stima affidabile di prezzi energetici, usi, spesa di famiglie e imprese, elasticità della domanda e permetterebbe di disegnare e valutare meglio le politiche attuali e quelle future ai fini di una transizione politicamente sostenibile, equa e duratura (5. I possibili utilizzi di una base dati disaggregata).

L’appello a rendere fruibili i dati ai fini della ricerca scientifica

Tuttavia, tale banca dati già esistente non è ancora a disposizione per ragioni sostanzialmente di privacy, ma che i sottoscrittori ritenevano già 3 anni fa superabili attraverso un’opportuna anonimizzazione dei microdati e aggregazione delle informazioni.

Continuare a non poterne usufruire rischia di vanificare il potenziale di un patrimonio comune finanziato dalla collettività che, ben sfruttato dagli studiosi nei diversi ambiti disciplinari, può essere messo a servizio del legislatore e di investitori privati.


Il post presenta l’articolo di Ivan Faiella e Luciano Lavecchia, Dati e analisi per valutare i costi della transizione pubblicato su ENERGIA 1.23 (pp. 76-80).

Ivan Faiella e Luciano Lavecchia, Nucleo cambiamenti climatici e sostenibilità, Banca d’Italia.

Foto: Pixabay

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