Un provocatorio articolo dell’Economist dello scorso 13 maggio rivela come gli alti prezzi dell’energia hanno impattato la quotidianità degli europei molto più in profondità di quanto si potesse credere, minacciandone la stessa esistenza.
In seguito all’invasione russa dell’Ucraina e la politicizzazione dei mercati energetici, già in forte stress per via di una domanda in aumento di gas naturale registrata dalla seconda metà del 2021, i prezzi in Europa di gas ed elettricità sono aumentati come mai prima d’ora. Oggi, con prezzi decisamente inferiori, non dovremmo scordarci che, durante l’ultimo inverno, elettricità e gas sono schizzati rispettivamente a +69% e +145% rispetto i due anni precedenti.
Gli alti prezzi energetici hanno comportato un riscaldamento decisamente inferiore delle case in Europa, il che ha portato ad un innalzamento dei rischi per la salute di coloro colpiti da malattie e problemi cardiaci e respiratori. Ebbene, secondo il modello sviluppato da The Economist, le morti in eccesso nelle settimane da novembre 2022 a marzo 2023 sono state del 7,8% in più rispetto la media del 2015-2019. Ciò ha comportato 149.000 morti dovuti, in larga parte, proprio ai prezzi dell’energia.
Secondo le stime dell’Economist un aumento di prezzo di €0,10/KWh, circa un terzo del costo medio dei prezzi dell’elettricità durante lo scorso inverno, ha causato una crescita delle morti settimanali del 2,2%. Non solo. The Economist stima anche che se i governi non fossero intervenuti, elargendo importanti sussidi ai consumatori, le morti sarebbero potute salire di altre 26.000 unità rispetto quelle già registrate.
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Foto: Pixabay
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