5 Luglio 2023

Mercati ibridi per fronteggiare la carenza di investimenti

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Come indirizzare gli investimenti che servono sia per la sicurezza energetica che per la transizione verso le tecnologie più virtuose, nel momento più opportuno e a un livello ritenuto ottimale? Occorre, secondo Jean-Bernard Levy, adattare il market design alla nuova realtà: un’ibridazione dei mercati che combini quelli a breve con strumenti di remunerazione a lungo termine. Su ENERGIA 2.23.

La crisi energetica e il deterioramento del quadro geopolitico mondiale, ed europeo in particolare, hanno riportato la sicurezza energetica nel podio delle priorità nazionali, scavalcando – per lo meno nel breve termine – la transizione energetica. Come coniugare e perseguire contestualmente l’una e l’altra è il tema dell’ultimo numero di ENERGIA dedicato all’Europa nell’era dell’insicurezza energetica.

Se con Bordoff e O’Sullivan abbiamo ridefinito il concetto di sicurezza energetica, il cui perseguimento è oggi inscindibile da quella climatica, con l’analisi di Stefano Venier abbiamo individuato nella ridondanza di infrastrutture flessibili una prima linea d’azione. Con la riflessione di Jean-Bernard Levy, già Presidente e CEO di EDF, poniamo un altro tassello di questo complicato puzzle.

Perché, negli ultimi venti, ci siamo dimenticati degli investimenti energetici in Europa?

“Nello scorso decennio, in Unione Europea abbiamo perso più di 50 GW di potenza programmabile, mentre la domanda è rimasta pressoché costante. Ci siamo assunti quindi dei rischi. (…). È essenziale riconoscere che ci troviamo davanti alla sfida di dover effettuare massicci investimenti, che necessitano di contratti a lungo termine. (…) Mercati ibridi possono fornire segnali di prezzo stabili nel lungo termine in grado di promuoverne gli investimenti ad alta intensità di capitale nell’efficienza e nell’elettrificazione”

Nel suo discorso tenuto al Forum Europeo dell’Energia di Parigi, il già Presidente e CEO di EDF presenta, prima, il quadro prospettico del fabbisogno di investimenti. “Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia gli investimenti energetici dovrebbero almeno raddoppiare nel prossimo decennio. Ciò significa, a livello mondiale, 800 miliardi di dollari addizionali all’anno, di cui 150 da destinare alle reti. Gli investimenti per l’elettrificazione e l’ottimizzazione dei consumi finali dovrebbero crescere in misura ancor più rapida: più del doppio per l’efficienza energetica e più del quadruplo per il cambio d’uso, per gli investimenti negli impieghi finali come i veicoli elettrici”.

Avanza quindi la propria visione e proposta. Se vogliamo che gli investimenti “vengano indirizzati verso le tecnologie più virtuose, nel momento più opportuno e a un livello ritenuto ottimale, dobbiamo adattare il nostro market design alla nuova realtà, caratterizzata da mercati di breve termine sempre più volatili, per evolvere verso una sorta di loro ibridazione. Quel che significa combinare i mercati di breve termine con strumenti di remunerazione a lungo termine per gli impianti di produzione a bassa emissione carbonica”.

Il nostro sistema elettrico è sempre meno resiliente, non solo davanti alle difficoltà di approvvigionamento del gas, ma anche di fronte a eventi imputabili probabilmente agli stessi cambiamenti climatici

Mercati ibridi consentirebbero anche di affrontare con efficacia una seconda questione strettamente attuale: la tariffazione dell’elettricità. “Il bilancio europeo sui prezzi dell’elettricità era già preoccupante prima della crisi. Tra il 2010 e il 2019 i prezzi medi per i clienti residenziali e industriali sono aumentati, mentre sono diminuiti in Giappone, in Cina e negli Stati Uniti. (…) L’attuale market design conduce a quella che può ben definirsi una «bolla» (la famosa «rendita infra-marginale») (…). Il passaggio a un mercato ibrido eviterebbe una parte importante di questo effetto «bolla»”.

Serve in Europa un dibattito sulle misure urgenti da intraprendere – “che ha già richiesto molto tempo (e) potrebbe rivelarsi «too little and too late»” – senza che questo distolga l’attenzione “dall’elaborazione di risposte alla crisi che siano più strutturali”.

Purtroppo, anche la chiosa finale, come quella di Romano Prodi, è poco fiduciosa sui meccanismi e l’azione dell’Unione. “Le attuali procedure europee di adozione di nuove direttive offrono scarsa speranza che un nuovo market design possa essere adottato prima del 2026-2027, anche per via delle elezioni europee nel 2024: è poco probabile che qualcosa possa essere deciso nel giro di un anno”.


Il post presenta l’articolo di Jean-Bernard Levy L’ibridazione dei mercati come risposta alla crisi energetica pubblicato su ENERGIA 2.23 (pp. 38-40)

Jean-Bernard Levy, EDF

Foto: Pixabay

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