Alla scoperta di SnamTEC, il programma di innovazione (Tomorrow’s Energy Company) con cui Snam guarda dentro e oltre la crisi energetica. Digitalizzazione di asset e processi e loro migrazione su piattaforme gestionali data driven basate su analisi e previsione del rischio, per governare sempre meglio un sistema energetico in trasformazione ed espansione.
Sicurezza e transizione energetica, al centro dell’impegno di Snam, sono molto più intrecciate di quel che si pensa. Nessuna delle due, anzitutto, è immaginabile senza l’altra e, in secondo luogo, entrambe hanno bisogno di un medesimo driver: l’innovazione.
Ecco perché Snam guarda molto al di là delle misure congiunturali con le quali ha aiutato il Paese ad assorbire l’urto della crisi energetica e geopolitica in corso e, anche nell’ultimo piano strategico presentato a gennaio, continua a riservare all’innovazione un ruolo decisivo, svolto attraverso un programma che nel solo arco compreso fra il 2022 e il 2026 realizzerà nel Paese investimenti per circa 450 milioni di euro.
SnamTEC: il programma di innovazione di Snam da 450 milioni di euro per il periodo 2022-2026
Questo programma si chiama SnamTEC, e fin dal suo stesso nome fa capire la ratio con la quale è stato pensato. Intuitivamente, infatti, il suffisso “TEC” sembrerebbe rinviare esclusivamente al “tech” della tecnologia. Non è così. Per l’innovazione, ovviamente, la tecnologia è un ingrediente essenziale ma Snam ha inteso TEC come un acronimo che sta per Tomorrow’s Energy Company, dandosi quindi il più ampio compito di delineare e realizzare il volto che deve avere un’azienda cui fanno capo alcuni degli asset e dei processi più strategici per l’Italia e per l’Europa.
SnamTEC è quindi il modo con cui il Gruppo, fin da subito, si sta orientando a un domani ricco di sfide e opportunità, per il quale già oggi è essenziale farsi trovare preparati, non soltanto tecnologicamente ma anche in termini infrastrutturali, organizzativi e, non ultimi, umani.
Proprio per questo gli obiettivi di SnamTEC – perseguiti attraverso un ventaglio di oltre 50 progetti – non possono che essere tanti, anche se per semplicità possiamo riassumerli in quattro categorie fondamentali: sicurezza delle persone, continuità dei servizi erogati, salvaguardia delle infrastrutture e dell’ambiente, ottimizzazione dei processi.
La triplice sfida di Snam: continuità, sostenibilità e competitività delle forniture
Per capire come raggiungere questi target, fra loro molto legati, Snam ha analizzato in profondità sé stessa, il percorso evolutivo che sta attraversando, il contesto esterno e le opportunità offerte dal progresso tecnologico. Ne è emerso il profilo di un Gruppo che, in quanto primo operatore europeo nel trasporto di gas naturale, è impegnato in una sfida quantomeno triplice.
In primo luogo, deve continuare a garantire la continuità e la sicurezza dell’esercizio, consolidando la propria capacità di trasporto, stoccaggio e rigassificazione in misura tale da “reggere”, anche nell’interesse dei Paesi confinanti, la centralità strategica acquisita dall’Italia nella nuova geografia degli approvvigionamenti energetici.
In seconda battuta, lo sviluppo e la gestione degli asset devono essere condotti secondo un principio di multi-vettorialità, nel senso che oltre al gas naturale devono o dovranno essere trasportati anche biometano e idrogeno, “molecole verdi” indispensabili per abilitare al meglio la transizione energetica.
Tutto questo, infine, deve avvenire secondo la massima efficienza possibile, contenendo impatti ambientali e costi e favorendo così quella competitività delle forniture che nella fase più acuta della crisi energetica era stata messa a rischio dal contesto di mercato.
Snam è già in marcia, ma con SnamTEC si vuole uno scatto in avanti
Nell’adempiere a tale compito – che persegue incrementi di ridondanza, flessibilità e intelligenza del sistema – Snam non è affatto all’anno zero e, anzi, ha già archiviato risultati importanti, come testimoniato dalla realizzazione in tempi record del rigassificatore di Piombino e dalla gestione straordinaria degli stoccaggi e della rete nell’inverno 2022-23, nel nome del ritrovato equilibrio energetico del Paese. Per conseguire nuovi miglioramenti, tuttavia, occorre uno scatto in avanti che superi ulteriori elementi di complessità.
Da un lato, infatti, oltre ad avere sedi dislocate su un territorio estremamente vasto, Snam gestisce asset dall’anzianità non omogenea e lo fa in un contesto caratterizzato da eventi meteoclimatici estremi sempre più frequenti e sempre più dirompenti, che sottopongono quegli stessi asset a stress sostanzialmente inediti, cui si aggiungono fenomeni di urbanizzazione aggressiva che possono anche interferire fisicamente con i tracciati delle pipeline.
Dall’altro lato, non va dimenticato che Snam opera all’interno di un quadro regolatorio sempre più stringente che, nel permettere all’Europa di qualificarsi a livello internazionale per le proprie politiche in materia di transizione ecologica e tutela dell’ambiente, impone a tutti gli attori in campo target ambiziosi e una disciplina estremamente articolata e rigorosa cui attenersi nel loro perseguimento.
L’imprescindibile leva dell’innovazione: al centro tanta tecnologia, ma soprattutto le persone
Il combinato disposto di tutti questi vincoli, pur non esaurendo ancora l’intera complessità in capo al Gruppo, è già sufficiente a far capire quanto sia difficile trovare miniere da cui estrarre nuovo valore e come, per riuscirvi, la leva dell’innovazione sia imprescindibile.
La buona notizia è che la tecnologia a supporto dei processi aziendali è evoluta e sta evolvendo a ritmi davvero elevati, rendendo possibili modalità nuove di gestione degli asset e dei processi, verso approcci sempre più data e platform driven, che fanno ampio ricorso a sensoristica, Internet of Things, intelligenza artificiale e machine learning.
Attingendo a queste opportunità, il programma SnamTEC sta realizzando una digitalizzazione sistematica e pervasiva di asset e processi, essenziale per far “migrare” la gestione dell’intero sistema energetico del Gruppo all’interno di una nuova piattaforma virtuale, chiamata Asset Control Room (ACR). Il processo, già completato per una serie di importanti asset, dovrebbe raggiungere il culmine della fase di implementazione già nel 2024.
Sull’Asset Control Room, un unico modello digitale 3D consente la correlazione e la navigazione di dati provenienti da diverse fonti aziendali e anche dall’esterno, favorendo la gestione integrata ed efficiente dell’intera dotazione infrastrutturale del Gruppo. Con la posa di nuove pipeline, l’acquisizione di nuovi impianti di rigassificazione e l’accelerazione impressa agli stoccaggi, del resto, il sistema gestito da Snam si sta contemporaneamente ampliando, diversificando e potenziando e – nel suo prioritario obiettivo di evitare ulteriori brutte sorprese a famiglie, imprese e istituzioni – ha la necessità di essere governato in maniera chirurgica.
Asset Control Room, il driver più trasversale di SnamTEC
Questo spiega il senso e l’urgenza di una tale piattaforma che, di fatto, è il driver più trasversale di SnamTEC ed esprime al meglio il senso di una politica di innovazione che intende arrivare capillarmente a tutti: i lavoratori, infatti, vi accedono tramite interfacce grafiche progettate in maniera user friendly, che ciascuno può personalizzarsi in autonomia sulla base di esigenze e responsabilità specifiche, costruendosi in maniera sartoriale il proprio ambiente operativo ideale.
E così, mentre i dibattiti attuali sulle frontiere più avanzate del progresso tecnologico continuano a paventare il rischio di processi sostitutivi che finirebbero per estromettere donne e uomini dalle loro stesse professioni, SnamTEC indica e pratica una strada del tutto diversa.
Questo programma, infatti, si basa su una logica abilitante che, in direzione diametralmente opposta a quelle temute, favorisce il protagonismo delle persone e incrementa la loro capacità di incidere positivamente su business, ambiente e stakeholder, accompagnandole non soltanto con adeguata formazione ma anche con strumenti di data governance a tutela del patrimonio informativo aziendale.
In Asset Control Room, infatti, il lavoratore ha visibilità “end to end” sui processi e può scambiarsi facilmente informazioni e analisi con tutti gli attori coinvolti in una certa attività, nella certezza di attingere a dati certificati e fruibili da tutte le funzioni, dati da cui algoritmi avanzati di correlazione estraggono, ogni volta, il valore informativo più utile e pertinente per quel dato obiettivo.
Ne derivano così modelli risk based e predittivi con cui la persona, o il suo team, può prendere decisioni informate, tempestive ed efficaci, e può anche governare da remoto, secondo priorità corrette, i processi relativi all’esercizio integrato del sistema e del singolo asset, cicli manutentivi inclusi, assicurando così al meglio l’integrità fisica delle infrastrutture energetiche e la continuità dei servizi di trasporto, rigassificazione e stoccaggio.
La gestione ottimale degli asset e del loro esercizio, peraltro, ha anche un enorme valore prospettico, che riguarda da vicino gli obiettivi di transizione: essa, infatti, incrementa efficienza e flessibilità del servizio, aiutandolo a ridurre ulteriormente il proprio impatto ambientale e a “switchare” con agilità da un vettore energetico all’altro, in direzione di un vero e proprio sistema multimolecola.
L’importanza della collaborazione con il mondo accademico e con la giovane imprenditoria
Tante, in questo contesto, le tecnologie e le soluzioni che Snam sta immaginando, sviluppando e testando, anche in collaborazione con atenei prestigiosi come i Politecnici di Milano e di Torino e con il mondo delle start up.
Si va così, ad esempio, da simulazioni avanzate che a supporto dell’operatività elaborano dati complessi in tempo reale fino a test e attività formative che si avvalgono di visori per la realtà virtuale e modellizzazioni digitali in 3D degli asset fisici, passando per ulteriori device che usano la realtà aumentata per agevolare le attività on site, rivelando – ad esempio – la posizione di una condotta interrata.
In questi modi è possibile aumentare velocità, precisione, efficacia e capacità previsionale dei team dislocati sul territorio, consentendo loro di dimensionare le variabili coinvolte in ogni task molto prima di entrare fisicamente in contatto con esse, con importanti riflessi positivi sulla stessa sicurezza delle persone, che per Snam è un valore assoluto.
Dati e droni per controllare lo stato di salute di rete e impianti
Ma SnamTEC va anche oltre, ricomprendendo una serie di ulteriori e importanti attività, talora di più lungo corso, che sul campo – interagendo con i sistemi centrali di elaborazione e governo dei dati – contribuiscono in maniera decisiva all’integrità degli asset, alla continuità dell’esercizio e alla sua sostenibilità ambientale.
Con PIMOS (Pressure Intelligent Monitoring System), ad esempio, il centro di Dispacciamento di Snam individua e localizza in tempo reale eventuali anomalie di pressione del gas in rete, attivando le squadre più vicine al sito interessato per gli interventi di ripristino, il tutto attraverso un uso combinato di tecnologie che vanno dalla Negative Pressure Wave all’edge computing, passando per georeferenziazione, telecontrollo e intelligenza artificiale.
Inoltre, per trovare eventuali emissioni fuggitive su condotte e impianti, è attivo il progetto LDAR (Leak Detection & Repair), che si serve di più tecniche di rilevamento e misurazione fra loro incrociate, nell’ambito delle quali è previsto anche l’impiego di droni che, dall’alto, validano i rilievi effettuati a terra.
Droni di altra natura, in aggiunta, vengono usati per attività ispettive tese a individuare le cosiddette “interferenze antropiche”, vale a dire gli interventi edili realizzati dall’uomo nei punti di passaggio delle pipeline, ma anche per verificare lo stato di salute delle condotte in luoghi impervi e altrimenti irraggiungibili, ad esempio in caso di eventi atmosferici estremi. Con l’impiego dei satelliti, poi, i geologi del Gruppo possono monitorare al meglio i movimenti lenti del terreno, acquisendo informazioni fondamentali – successivamente verificate sul campo – per la sicurezza dei gasdotti e delle aree interessate dal loro tracciato.
A questo si aggiungono le attività di telediagnostica, che acquisiscono, organizzano in serie storiche ed analizzano i dati di reti, impianti e processi necessari a comprendere, in comunicazione con la stessa Asset Control Room, l’evoluzione dei diversi asset e le condizioni in cui, anno dopo anno, si trovano a operare.
Ridondanza, sensibilità, flessibilità e intelligenza per coniugare sicurezza e transizione energetica
L’elenco dei progetti di SnamTEC potrebbe proseguire, ma già così è possibile comprendere il salto che Snam sta imprimendo al proprio orientamento all’innovazione, in linea con la propria storia ed il proprio DNA pionieristico, sin dalla sua fondazione negli anni ’40. Lungo questa strada, tuttavia, Snam non si sta affatto accontentando di collezionare gli ultimi ritrovati della tecnica ma persegue semmai un disegno armonico che tende alla convergenza fra persone formate per essere sempre più tecnologiche e tecnologie perfezionate per essere sempre più umane.
In altre parole, se gli obiettivi di sicurezza energetica e transizione – complicati da scenari ambientali e geopolitici in continua evoluzione – impongono ai sistemi energetici di incrementare i propri livelli di ridondanza, sensibilità, flessibilità e intelligenza, Snam intende raccogliere la sfida mettendo al centro la persona e facendone la pietra angolare del proprio modo di innovare.
Massimo Derchi – Chief Industrial Assets Officer at Snam and Managing Director at Snam Rete Gas
Claudio Farina – Executive Vice President Strategy, Innovation and Sustainability at Snam
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