7 Agosto 2023

Grasso che cola: nota sugli oltre 700 venditori di gas in Italia

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Il numero dei soggetti abilitati alla vendita di gas naturale al consumatore finale è 709. Un numero oggettivamente spropositato rispetto alla realtà del mercato italiano. Com’è possibile?

L’attività di vendita del gas naturale al consumatore finale viene disciplinata da disposizioni del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’obiettivo di offrire agli utilizzatori finali garanzie di affidabilità e solidità finanziaria del fornitore, sia per il mercato libero, sia per il cosiddetto “mercato tutelato” cui sono applicate tariffe definite da ARERA.

Il Ministero aggiorna periodicamente l’elenco dei soggetti abilitati alla vendita indicando per ciascuno il “volume annuale abilitato”, che varia tra un valore minimo di 10.000 mc/anno ad un valore massimo “illimitato”.

Una soglia dimensionale minima spropositatamente bassa

Al 31 maggio 2023, i soggetti abilitati risultano essere 709. Un numero oggettivamente spropositato rispetto alla realtà del mercato italiano che si spiega col fatto che il Ministero consente una “soglia” dimensionale minima per l’autorizzazione spropositatamente bassa (10.000 mc/anno) considerato che, secondo la stima corrente di ARERA, una famiglia consuma in media 1.400 mc/anno di metano.

Fonte: elaborazioni dell’autore su dati MASE

Un operatore può essere abilitato alla vendita anche se può servire appena 7 famiglie

La tabella di cui sopra utilizza la stima ARERA di consumo medio per famiglia (1400 mc/anno) per tradurre il volume autorizzato in numero di famiglie potenzialmente servibili.

Nella relazione 2023, ARERA segnala che i primi 30 operatori della vendita al dettaglio coprono oltre l’85% del totale del metano erogato ai clienti finali. Viene naturale chiedersi quale sia l’opportunità di “autorizzare” alla vendita ben 679 ulteriori soggetti.

Infatti, una siffatta ipertrofica pluralità di operatori non fornisce alcun vantaggio per i consumatori finali – che oggi non hanno alcuna difficoltà a soddisfare la propria domanda di gas – ma non può che tradursi in maggiori costi di una catena di vendita dimensionalmente sproporzionata, che, per di più, offre garanzie non certo ottimali.

Nello specifico, si osserva come ben 20 soggetti autorizzati alla vendita massima di 10.000 mc/anno possono servire appena 140 famiglie, mentre “salendo” di taglia la situazione non migliora: ben 317 operatori (il 45% del totale) risultano avere un limite di fornitura inferiore a 1 milione di mc/anno, corrispondente al consumo medio di appena 226.000 famiglie italiane (714 ciascuno)!

C’è del grasso che cola

Numeri paradossali, anche perché di fatto implicano che la vendita al dettaglio del gas comporti margini tali da permettere un numero di operatori della filiera poco confrontabili con quelli di altre filiere di prodotti di largo consumo delle famiglie.

Vi è altresì da rilevare come anche che la forma societaria e il volume di vendita massimo autorizzato nell’elenco suscitino forti perplessità. Per più ragioni.

Sul totale di 705 venditori autorizzati, circa 380 (54%) sono S.r.l. Ad eccezioni di poche S.r.l. di proprietà di soggetti di indubbia solidità (come, ad esempio, nel caso di Shell, Iberdrola, Hera, Gas Plus, Gei, Gelsia), la quasi totalità di questi soggetti sono “sconosciuti” e, come è possibile riscontrare dalle informazioni rese disponibili da ARERA, molto frequentemente sono attivi in un solo Comune con limitatissime dimensioni di utenti.

Quali soggetti e con quale affidabilità?

La modesta affidabilità offerta dalla forma societaria adottata non impedisce a ben 200 S.r.l. di essere autorizzate per un volume di vendita “illimitato”, tra cui molte operano, come già detto, in un unico Comune di piccolissime dimensioni.

Incredibile è poi il caso di Eni Plenitude S.p.A., il più grande operatore italiano della vendita al dettaglio, a cui viene prudenzialmente (!) assegnato un volume massimo consentito di 6,1 miliardi di mc/anno. Di fatto, gli estensori dell’elenco lo giudicano meno affidabile di ben 200 S.r.l. che vengono autorizzate per un volume annuale massimo di vendita “illimitato” seppure diverse di queste abbiano ragioni sociali che spaziano da tentativi di omonimia con soggetti “altisonanti” a nomi vagamente “premonitori” (come ad esempio octopus).

Possibile che non se ne siano accorti?


ERRATA CORRIGE: la tabella è stata riaggiornata in data 14.11.2023 per la mancanza delle righe: da 50.000 a 100.000; da 100.000 a 500.000; da 500.00 a 1.000.000; da 1.000.000 illimitato

Marco Branda è un esperto del settore gas


Foto: Unsplash

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