12 Settembre 2023

Paura e volatilità sui mercati del gas

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Gli scioperi negli impianti GNL in Australia aumenterà la competizione tra Asia ed Europa per forniture alternative, con conseguente impatto su volatilità e prezzi. Tuttavia, minori consumi e maggiori stoccaggi dovrebbero impedire impennate come quelle del 2022.

Il timore di potenziali scioperi da parte dei lavoratori di tre impianti GNL in Australia ha causato una significativa volatilità nelle ultime settimane sul mercato europeo del gas e l’incertezza che ancora avvolge l’evolversi della situazione potrebbe mantenere alta la volatilità e i prezzi anche nel prossimo futuro. Anche se la maggior parte delle esportazioni australiane di GNL sono destinate a Giappone, Cina e Corea del Sud, l’interruzione dovuta agli scioperi vedrà Asia ed Europa competere per il GNL di altri fornitori.

L’Australia è un grande attore nel mercato globale del GNL che insieme a Qatar e Stati Uniti rappresenta quasi il 60% dell’offerta globale di GNL. Gli impianti GNL interessati sono North West Shelf (gestito da Woodside Energy), Gorgon e Wheatstone (entrambi gestiti da Chevron). Insieme, rappresentano circa il 10% delle esportazioni globali di GNL.

È cambiato il contesto ma le fluttuazioni persistono

Dopo il record TTF di 340 €/MWh dell’agosto 2022, i prezzi sono scesi a circa 23,11 €/MWh all’inizio di giugno 2023. Il calo è stato causato principalmente dal calo della domanda di oltre superiore al 10% nella prima metà dell’anno, ovvero più di 30 mld mc, dovuto principalmente a: alti prezzi del gas, bassa domanda industriale, misure di risparmio energetico, aumento delle installazioni di pompe di calore, calo della quota gas nel mix elettrico in favore della generazione di energia rinnovabile.

Tuttavia, i mercati europei del gas hanno assistito a costanti fluttuazioni dei prezzi negli ultimi tre mesi, a causa del clima, della manutenzione degli impianti di gas e, più recentemente, del rischio di potenziali scioperi in Australia. Il timore di uno squilibrio tra offerta e domanda di gas ha dominato i mercati.

Fonte: ICE, Bloomberg, investing.com, IEEFA

Certo è che vi sia una considerevole differenza tra il picco di agosto 2022 (340 €/MWh) nell’agosto 2022 e quello di agosto 2023 (43 €/MWh). Il contesto di riferimento di questi due mesi è diverso: nel luglio 2022 la domanda di gas dell’Unione Europea è stata di 20,5 mld mc, +26% rispetto a luglio 2023 (15,1 mld mc); mentre lo livello degli stoccaggi a fine luglio 2022 era di appena il 69%, rispetto all’86% di luglio 2023. Poiché il consumo di gas è stato inferiore nel corso del 2023, gli impianti di stoccaggio di gas si sono riempiti prima, il che finora ha impedito ai prezzi del gas di aumentare ai livelli del 2022.

Fonte: Eurostat, Gas Infrastructure Europe, IEEFA

Storicamente, una serie di eventi hanno influenzato l’offerta e la domanda di gas e di conseguenza la volatilità dei prezzi a livello globale. Eventi che includono problemi di sicurezza negli impianti di esportazione, crisi economiche, disastri naturali, condizioni meteorologiche estreme, variazioni dei prezzi del petrolio, riduzione dell’offerta, cambiamenti nella generazione rinnovabile e nei livelli di stoccaggio.

Fonte: World Bank Commodity Price Data (The Pink Sheet), IEEFA

I prezzi del GNL sono determinati da acquirenti e venditori, a seconda di dove viene acquistato il carburante. Il gas naturale è commercializzato a livello globale sia via gasdotti che come GNL, sia a pronti che a lungo termine. Inizialmente avveniva principalmente a livello regionale tramite gasdotti, ma con l’aumento degli scambi di GNL il gas si è evoluto in una merce globale con un significativo impatto sulla volatilità dei prezzi negli ultimi anni.

La risposta più sicura è ridurre i consumi

Con l’aumento degli scambi globali di GNL, i tradizionali contratti di vendita e acquisto a lungo termine con clausole take-or-pay e indicizzato al petrolio e ai prodotti petroliferi sono stati affiancati da nuove forme di contratti e meccanismi di prezzo.  Soprattutto nell’Europa nordoccidentale, i prezzi vengono oggi guidati dalle dinamiche di domanda e offerta e negoziati negli hub del gas, di cui il TTF è diventato negli ultimi anni con un margine significativo il più grande e il più liquido. Il trading può avvenire in borsa o “over the counter”. Gli scambi sono generalmente più facilmente accessibili a tutti i partecipanti al mercato e garantiscono trasparenza.

Il consumo mondiale di gas è cresciuto costantemente da 630 mld mc nel 1965 a 4.038 mld mc nel 2021, mentre la domanda europea ha raggiunto il picco nel 2005 (628 mld mc) e da allora è in calo. L’aumento della domanda globale ha influenzato anche la crescita del commercio di GNL, aumentato dell’11% all’anno da 2,6 mil. ton. nel 1971 a 372,3 mil. ton. nel 2021, anno in cui è stato consegnato in 44 diversi mercati in tutto il mondo. La quota del commercio di GNL a pronti e a breve termine è aumentata da appena il 5% nel 2000 al 40% nel 2020 e al 36,6% nel 2021.

Fonte: The International Group of Liquefied Natural Gas Importers

Il forte aumento della domanda di gas che il mondo ha sperimentato negli ultimi 50 anni e l’impennata del GNL scambiato a livello globale e delle vendite spot e a breve termine hanno avuto un impatto significativo sul comportamento dei prezzi. I mercati del gas stanno diventando più rischiosi: i prezzi del gas e del GNL sono sempre più volatili e fortemente influenzati da fattori globali.

L’incertezza degli eventi futuri che potrebbero influenzare l’offerta rende estremamente difficile prevedere come trovare l’equilibrio domanda e offerta e di quanto i prezzi potrebbero aumentare. L’esperienza europea dello scorso anno indica nella riduzione dei consumi l’unico modo in cui i paesi importatori possono mitigare tale rischio.


Ana Maria Jaller-Makarewicz è Energy Analyst Europe presso IEEFA. Il post è stato pubblicato sul sito di IEEFA in data 6 settembre. La traduzione è a cura della Redazione.



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