23 Ottobre 2023

Il modello Central Trader per il mercato elettrico

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La proposta di riforma del mercato elettrico della Commissione va nella giusta direzione in quanto lascia agli Stati membri la libertà di scegliere tra diverse opzioni l’insieme delle misure che ritengono più adatte, probabilmente anche il modello di Central Trader. Come argomenta su ENERGIA 3.23, Dominique Finon apprezza in particolare questa possibilità, che ritiene affidabile nel tutelare i consumatori, favorendo la quasi stabilità dei prezzi di vendita dei fornitori.

Lo scorso 14 marzo, a seguito di numerose discussioni con gli Stati membri e le parti interessate, la Commissione europea ha presentato la bozza di Regolamento «per modificare le norme sull’assetto del mercato dell’energia elettrica» volto a migliorare l’assetto del mercato rafforzando la transizione energetica e proteggendo i consumatori dalle crisi dei prezzi, come quella del 2022.

La bozza è un catalogo di misure molto diverse per rispondere ai diversi interessi degli Stati membri: da una parte, coloro che scelgono di affidarsi esclusivamente a fonti energetiche rinnovabili intermittenti (FER) e fonti di flessibilità decentralizzate, come la Germania; dall’altra, coloro che, come Francia e Spagna, preferiscono una transizione che faccia affidamento su tutte le tecnologie a basse emissioni e che dia priorità alla tutela dei consumatori assumendo su di sé la copertura del rischio di consumatori e rivenditori.

Gli Stati membri potranno scegliere da questo catalogo di misure l’insieme di quelle che ritengono più adatte per garantire in modo efficiente la transizione del mix elettrico al quale ambiscono, cercando al contempo di tutelare i consumatori da picchi di prezzo legati alla volatilità sul mercato del gas.

Sull’ultimo trimestrale ENERGIApresentiamo alcuni tratti del dibattito sulla riforma del mercato elettrico attraverso 3 contributi:

  • una review della proposta, a firma Luca Franza e Giacomo Spinola, che ne presenta genesi e pilastri, dandone un giudizio sostanzialmente positivo e lodando la sua capacità di muoversi coi guanti di velluto in un difficile esercizio di equilibrismo tra interessi politici discordanti;
  • una proposta integrativa, quella di Dominique Finon, che prima presenta il modello di Central Trader, che ha buone possibilità di rientrare tra le opzioni per il mercato elettrico contemplate dalla Commissione, per poi argomentare come affidando a questo Operatore Centrale un’altra funzione di intermediazione si otterrebbe il modello ideale di Acquirente Centrale (Central Buyer), a suo dire ancora più efficace nel perseguire gli obiettivi desiderati ma molto più difficile da accettare per ragioni politiche;
  • una critica delle critiche alla proposta, per la penna di GB Zorzoli, che mette sotto la lente le dodici opinioni, inclusa quella dello stesso Finon, pubblicate sull’«Oxford Energy Forum» dell’Oxford Institute of Energy Studies contestando l’ampia riluttanza che ne emerge verso qualsiasi cambiamento dell’attuale modello di mercato europeo così perdurando le criticità che ha ampiamente evidenziato.

La scelta del mix energetico è una questione di sovranità nazionale

In questa sede presentiamo i contenuti dell’articolo di Finon. Secondo il suo giudizio, la proposta della Commissione va nella giusta direzione in quanto lascia agli Stati membri la libertà di scegliere tra diverse opzioni l’insieme delle misure che ritengono più adatte.

Tra queste opzioni per il mercato elettrico , come detto, è probabile che alla fine rientrerà anche il modello di Central Trader che sarebbe ancor più affidabile nel tutelare i consumatori, favorendo la quasi stabilità dei prezzi di vendita dei fornitori, se gli venisse affidata un’altra funzione di intermediazione – “l’acquisto sul mercato spot di ogni MWh low-carbon prodotto da coloro che hanno stipulato dei CfD per rivenderlo ai fornitori” – diverrebbe il modello ideale di Acquirente Centrale (Central Buyer) già presentato su ENERGIA 2.22 assieme ad Etienne Beeker.

L’articolo muove dalla necessità di riformare l’assetto del mercato elettrico (par. 1) per poi presentare i 3 obiettivi della proposta:

(1) Incoraggia la stipula di PPA tra sviluppatori eolici o fotovoltaici e soggetti privati (grandi consumatori, fornitori);

(2) Consente agli Stati di aumentare il numero di CfD aggiudicati tramite aste con sviluppatori di energia rinnovabile, chi investe in centrali nucleari, nonché con coloro che rinnovano i loro impianti low-carbon esistenti;

(3) Incoraggia la creazione di meccanismi di capacità basati su contratti a lungo termine nei paesi in cui non esistono e consente a quelli in essere di includere fonti di flessibilità.

In seguito, presenta “le principali caratteristiche di un modello che si basa su un Operatore Centrale (Central Trader) per l’applicazione su larga scala di queste misure. Modello che consente di raggiungere gli obiettivi principali in modo più o meno efficace, in particolare grazie alla possibilità di proteggere i consumatori derivante dall’accesso generalizzato ai CfD per asset nuovi ed esistenti al fine di riallocare le rendite inframarginali” (2 – Le caratteristiche del modello Operatore Centrale).

  • 2.1. Generalizzare i contratti di hedging per tutti gli impianti low-carbon. “La prima caratteristica è la stipula di contratti finanziari di lungo termine (con scadenza a 15 o 30 anni) tra sviluppatori di nuovi impianti low-carbon che intendono coprirsi dai rischi di mercato e un soggetto pubblico istituito ad hoc dotato di credibilità (…). Questo tipo di contratto consente un flusso stabile di ricavi, che si adatta abbastanza bene con la struttura di costo degli impianti low-carbon che hanno costi variabili bassi o nulli”.

È difficile trovare un vantaggio nella copertura dei rischi a lungo termine tramite un PPA sia per uno sviluppatore di impianti FER che per un grande acquirente

– Contratti di capacità con risorse di flessibilità e di backup (par. 2.2). “Lo sviluppo di risorse flessibili (come turbine a gas con tempi di avvio rapidi, batterie, impianti di pompaggio, bacini idroelettrici riadattati) che richiedono un elevato investimento sta incontrando troppe incertezze circa la loro probabile redditività. (…) Nessun impianto può essere redditizio sulla base dei ricavi ottenuti dai mercati del bilanciamento e dei servizi di dispacciamento e dal mercato dell’energia mediante arbitraggi intertemporali. (…) Una simile copertura potrebbe essere offerta mediante un meccanismo basato sulla messa all’asta di contratti di capacità a termine (forward)”.

– Copertura dei principali rischi di mercato per fornitori e consumatori (par 2.3.): “In un sistema in cui predomina la generazione low-carbon da FER e nucleare, il soggetto pubblico che stipula CfD con i produttori è anche in grado di coprire i fornitori dal rischio prezzo per la maggior parte della loro fornitura. Ciò sarà possibile non appena il sistema CfD sarà esteso a tutti gli impianti low-carbon esistenti (come hanno proposto i governi francese e spagnolo nelle loro dichiarazioni sulla riforma del mercato elettrico).”

– Garantire i trasferimenti produttore-consumatore (par. 2.4.). “Per gestire i contratti a lungo termine e le differenze tra i loro prezzi garantiti e i prezzi spot, ogni governo dovrebbe istituire una società pubblica incaricata di gestire i trasferimenti finanziari tra consumatori (rappresentati dai fornitori) e produttori di energia low-carbon impegnati nei CfD.”

Controllo degli Stati membri sulle scelte a lungo termine (par. 2.5.) “Gli Stati membri che adottano il modello di Central Trader intendono guidare la propria politica energetica mantenendo gli impegni di decarbonizzazione presi in ambito europeo. (…) La coerenza complessiva del sistema sarà assicurata da un ente pubblico di pianificazione (…) responsabile della programmazione del mix di generazione, comprese le risorse flessibili e lo sviluppo della rete nelle sue diverse scale (nazionale, regionale, locale), al fine di stabilire il calendario delle aste per lo sviluppo delle FER e altre tecnologie.”

Con il Central Buyer, l’allineamento dei prezzi al dettaglio con i costi a lungo termine della produzione low-carbon sarebbe molto più preciso

L’articolo prosegue con la proposta vera e propria dell’autore per la riforma del mercato elettrico: passare dal Central Trader al Central Buyer (par. 3). Per quale ragione? “Nel modello di Central Trader si presuppone che i trasferimenti bidirezionali tra produttori low-carbon e fornitori rendano piuttosto stabili i prezzi al dettaglio che riflettono il costo a lungo termine del mix low-carbon. In realtà non vi è alcuna garanzia che i fornitori, una volta ricevuta la compensazione dovuta durante i picchi di prezzo, adeguino di conseguenza le loro offerte di prezzo ai diversi tipi di clienti, perché la concorrenza imperfetta fornisce pochi incentivi a farlo. In ogni caso, non hanno alcun incentivo ad adeguare le loro offerte di prezzo su base equivalente tra diversi consumatori”.

Avendo in mano il costo a lungo termine di ciascun produttore low-carbon, l’Acquirente Centrale è in grado di coprire i rischi di approvvigionamento dei fornitori in modo più efficace

“In sintesi, questi due modelli presentano una soluzione per facilitare la transizione verso la neutralità carbonica proteggendo al contempo i consumatori dall’estrema volatilità dei prezzi attraverso l’accoppiamento dei prezzi al dettaglio con i costi a lungo termine e preservando l’ottimizzazione a breve termine del sistema attraverso il mercato spot.

Il modello dell’Acquirente Centrale è più efficiente per raggiungere il secondo obiettivo. Non esiste una reale incompatibilità tra questo modello e le regole europee in materia di mercato e concorrenza. Tuttavia, dare alla società pubblica il mandato di acquistare la maggior parte dell’energia all’ingrosso lo rende un modello molto più difficile da accettare da parte dei difensori del mercato a qualsiasi costo.”


Il post presenta l’articolo di Dominique Finon La proposta della Commissione: giusta la direzione, ma si può migliorare pubblicato su ENERGIA 3.23 (pp. 44-49)
Dominique Finon, Centre National de la Recherche Scientifique

Foto: Unsplash 

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