Prospettive di capacità e domanda di GNL in Europa. Volumi importati. Tassi di utilizzo. Spese per l’import. Sono tutti dati consultabili nel nuovo European LNG Tracker elaborato da IEEFA.
Lo European LNG Tracker della IEEFA è un set di dati interattivo per visualizzare l’infrastruttura GNL europea, le prospettive della domanda e della capacità e i flussi di importazione ed esportazione. Ne proponiamo qualche dato di interesse.
Dopo il +59% del 2022 sul 2021 (46,2 Mld mc), la crescita delle importazioni di GNL in Europa si è quasi completamente arrestata. L’import aggregato di Unione Europea, Turchia e Regno Unito è stato di 125 miliardi di metri cubi tra gennaio e settembre 2023, in aumento solo del 4% (+4,8 Mld mc) rispetto allo stesso periodo del 2022.
Il tasso di utilizzo dei terminali GNL europei è stato in media del 58% nel 2023
L’Europa ha raggiunto in anticipo i suoi obiettivi di stoccaggio invernale del gas e in settembre le importazioni sono diminuite del 18% rispetto allo stesso mese 2022. Il tasso di utilizzo dei terminali GNL europei è stato in media del 58% tra gennaio e settembre 2023.

In particolare, Francia, Spagna, Regno Unito, Portogallo e Grecia hanno ridotto le loro importazioni di GNL rispetto al 2022, mentre Paesi Bassi, Italia, Belgio, Polonia, Lituania, Croazia, Germania, Finlandia e Malta le hanno aumentate.
Le forniture russe di GNL all’Europa sono rimaste finora stabili nel 2023, con Spagna, Francia e Belgio come maggiori importatori.
41 mld € la spesa per l’import di GNL nell’UE27 (4,6 l’Italia) tra gennaio e giugno 2023
La sola Unione Europea ha speso 41 miliardi di euro per le importazioni di GNL tra gennaio e luglio 2023, con gli Stati Uniti (17,2), la Russia (5,5) e il Qatar (5,4) come maggiori beneficiari.

I Paesi Bassi sono il paese che ha speso di più in Europa (11,3 mld €, di cui 7,28 verso gli Stati Uniti e 0,91 verso la Russia), seguiti da Francia (9,7, di cui 1,32 verso la Russia), Spagna (6,3, di cui 1,9 verso USA e 1,65 verso Russia), Italia (4,7), Belgio (4, di cui 1,3 verso la Russia). Per la Germania il dato non è disponibile.
L’Italia ha installato 5 miliardi di metri cubi di nuova capacità di importazione di GNL dall’inizio del 2022 e il paese sta cercando di posizionarsi come nuovo hub europeo del gas. Tuttavia, la domanda di gas in Europa è in calo, come confermato anche dal recente World Energy Outlook della IEA, con il rischio che le infrastrutture GNL diventino stranded asset.
Le importazioni di GNL in Italia sono aumentate del 20% tra gennaio e settembre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 per una spesa di 4,6 miliardi di euro, di cui 1,74 miliardi al Qatar, 1,22 miliardi a Stati Uniti e 0,63 miliardi alla Russia.
La capacità di importazione supererà la domanda
L’Europa ha aggiunto 36,5 miliardi di metri cubi (Mld mc) di nuova capacità di GNL dall’inizio del 2022 (5 Mld mc in Italia), con un aumento del 14%. Nel 2023 hanno aggiunto nuova capacità Francia, Spagna, Paesi Bassi, Italia e Germania. La nuova capacità installata comprende sei nuovi terminal, oltre a un terminal precedentemente messo fuori servizio (El Musel, Spagna) e una nuova FSRU attraccata ma non ancora operativa (Le Havre, Francia).
Ulteriori 143 miliardi di metri cubi di nuova capacità di importazione di GNL sono in fase di pianificazione fino al 2030. La capacità annuale di importazione dei terminali di GNL europei dovrebbe raggiungere i 406 Mld mc entro il 2030, grazie all’entrata in funzione di nuovi terminali, mentre la domanda totale di gas del continente dovrebbe scendere a circa 400 Mld mc nello stesso periodo.
La IEEFA prevede che la domanda di GNL non supererà i 150 miliardi di metri cubi nel 2030, lasciando un potenziale divario di circa 256 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata. Secondo il Global Energy Monitor, la costruzione delle infrastrutture europee per il GNL costerà 22,1 miliardi di euro fino al 2030.
Foto: Unsplash
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