Per green&smart si intende un nuovo modello portuale dove si produce energia da fonti rinnovabili e si guarda all’efficienza energetica, si punta alla riduzione delle emissioni inquinanti delle navi in banchina, all’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici e ad interventi sulle infrastrutture energetiche portuali non efficienti. Una sfida che richiede una mole rilevante di investimenti.
È stata presentata il 6 dicembre la 5a edizione del MED & Italian Energy Report di SRM e ESL@Energy Center, con il partenariato della Fondazione Matching Energies. Questa edizione è dedicata alle interazioni tra geopolitica, energia e tecnologie emergenti, con il consueto focus sul contesto e le prospettive energetiche del Mediterraneo e sulle sinergie con il settore marittimo, quest’anno incentrate sui nuovi modelli portuali sostenibili.
Crisi climatica ed ecologica hanno investito anche i trasporti nel cui ambito il settore marittimo sta attraversando un momento cruciale, ponendo la decarbonizzazione di porti e shipping in primo piano tra le priorità a livello globale. L’idea di un nuovo modello portuale green&smart – dove si produce energia da fonti rinnovabili e si guarda all’efficienza energetica, si punta alla riduzione delle emissioni inquinanti delle navi in banchina, all’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici e ad interventi sulle infrastrutture energetiche portuali non efficienti – è una sfida che richiede una mole rilevante di investimenti.
Investimenti come strumento geopolitico di influenza delle grandi potenze
Investimenti che tra l’altro stanno diventando sempre più anche uno strumento geopolitico di influenza delle grandi potenze, per accrescere le loro connessioni con i paesi ritenuti strategici, considerato che le modifiche negli equilibri geopolitici rendono ancora più rilevante l’implementazione di politiche di decarbonizzazione.
L’Unctad quantifica tra i 28 ed i 90 miliardi di dollari all’anno per sviluppare infrastrutture adatte ai carburanti zero emissions. In questa spinta agli investimenti green per migliorare l’efficienza energetica del settore navale giocano un ruolo fondamentale i requisiti normativi.
L’Unione Europea, da un lato, e l’International Maritime Organization (IMO), dall’altro, stanno dando impulso a strategie, regole ed iniziative finalizzate non solo a promuovere l’uso di combustibili alternativi nel trasporto marittimo ma anche a trasformare le infrastrutture portuali in chiave sostenibile e climaticamente neutrale.
La sostenibilità ambientale è sempre più riconosciuta come un aspetto cruciale della gestione portuale, con particolare attenzione all’ottimizzazione delle prestazioni e della competitività del porto. L’impegno verso la sostenibilità non è solo un costo, ma un’opportunità per competere e innovare.
Il ruolo dei porti sta dunque via via evolvendo ed oggi sempre più si parla di “hub energetici”, digitali oltre che logistici, poli di sviluppo ed attrazione di investimenti attorno ai quali si insediano attività produttive e industriali, centri di ricerca e incubatori di impresa, terminali di energie fossili, luoghi di sbocco di pipelines, comunità energetiche, vicini ad industrie ad alta intensità energetica.
Porti come hub energetici: gli investimenti degli scali sono sempre più focalizzati su infrastrutture, transizione energetica e sostenibilità
In tutto il mondo troviamo esempi di una sempre più attenta gestione delle questioni environmental-related. Una autorevole survey condotta su 173 autorità portuali localizzate in 85 nazioni evidenzia come gli investimenti degli scali siano focalizzati in maniera rilevante su infrastrutture, transizione energetica e sostenibilità: oltre il 90% dei porti che hanno risposto hanno piani di investimento rispettivamente in infrastrutture e in green economy.
Un altro risultato interessante è che il 31% dei porti prevede di destinare spazi alla produzione di energia rinnovabile, mentre il 13% espanderà gli impianti di produzione energetica esistenti.
Anche l’attività di bunkeraggio di nuovi propellenti diventerà un elemento chiave di competitività nel prossimo futuro. Attualmente nel mondo vi sono 178 porti attivi per il bunkeraggio di GNL (e 91 strutture in progetto), mentre oltre 2.000 navi sono dotate o saranno dotate di collegamenti alla rete elettrica terrestre (cold ironing).
I grandi porti del Northern Range (Rotterdam, Anversa, Amburgo) sono esempi di grande attività progettuale orientata alla sostenibilità; esempi positivi li ritroviamo anche nell’ambito del Mediterraneo con il porto di Valencia e la Suez Canal Zone. E l’Italia? Ancona, Cagliari, Civitavecchia, Genova, Livorno, Napoli, Ravenna, Taranto, Trieste sono solo alcuni dei porti che stanno affrontando sfide e portando avanti iniziative orientate all’efficientamento ed alla sostenibilità.
Importanti fondi arrivano dal PNRR
Grazie ai fondi del PNRR diverse iniziative sono state avviate. Gli stanziamenti per i Green Ports ammontano a 270 milioni di euro; 9 sono le Autorità di Sistema Portuale beneficiarie di importi lato Tirreno e Adriatico e 31 i progetti aggiudicati relativi a 8 sistemi portuali per realizzare interventi in materia di energia rinnovabile ed efficienza energetica.
I progetti per l’innovazione, il rafforzamento della filiera industriale e la riduzione dell’inquinamento contribuiscono a rendere i nostri porti attori chiave, rafforzando la posizione geostrategica dell’Italia nel Mediterraneo e si affiancano alla importante caratterizzazione energetica che la portualità italiana già da tempo mostra.
Il 34% del traffico portuale è costituito da rinfuse liquide (oltre 169 milioni di tonnellate nel 2022). I primi 5 porti energetici italiani (Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova) concentrano circa il 70% del traffico energetico. Raggiungere i target prefissati sulla decarbonizzazione non è un tema soltanto rilevante dal punto di vista della transizione energetica, ma rappresenta un punto nodale su cui si misurerà nel prossimo futuro la capacità di un porto di essere veramente competitivo ed al servizio di un’industria che chiede sempre più una portualità evoluta e infrastrutture di ultima generazione digitali e sostenibili.
L’edizione 2023 del MED & Italian Energy Report è stata presentata il 6 dicembre scorso nel consueto appuntamento annuale presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, al quale hanno presenziato membri delle istituzioni europee ed italiane, associazioni di categoria, nonché rappresentanti dell’industria energetica e delle infrastrutture energetiche. Per il quinto anno consecutivo il Rapporto è il frutto dell’impegno congiunto di SRM (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e dell’ESL@Energy Center del Politecnico di Torino, con il partenariato della Fondazione Matching Energies. Grazie anche al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, questa edizione è dedicata alle interazioni tra geopolitica, energia e tecnologie emergenti, con il consueto focus sul contesto e le prospettive energetiche del Mediterraneo. Una presenza costante nei nostri Report sono le sinergie con il settore marittimo, quest’anno incentrate sui nuovi modelli portuali sostenibili. Per approfondire e scaricare il Rapporto: www.sr-m.it
Consuelo Carreras è ricercatrice Senior Maritime & Energy Dept, SRM
Potrebbero interessarti anche
Elettrico, e-fuel o biofuel: e perché non tutti e 3?, di Redazione, 26 Aprile 2023
Il percorso della mobilità verso la neutralità carbonica, di Redazione, 18 Marzo 2022
Fit for 55: quali rotte di transizione per lo shipping?, di Emiliano Morgia, 7 Marzo 2022
Come decarbonizzare “il 90% di tutte le cose”, di Emiliano Morgia, 3 Agosto 2021
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login