Il 2024 del petrolio ci avvicina all’agognato picco della domanda? L’articolo di Sofia Guidi Di Sante su ENERGIA 4.23 fa il punto sulle dinamiche di domanda e offerta che hanno segnato il 2023 per poi soffermarsi sull’anno appena iniziato e presentare le previsioni e le considerazioni di Rystad Energy sulla transizione energetica.
L’ultimo numero del trimestrale ENERGIA propone un quadro delle principali questioni che interessano i mercati energetici del petrolio, del gas ed elettrici, con particolare attenziona all’Europa. Il mercato petrolifero è il primo ad essere preso in esame, per l’inevitabile rievocazione che l’esplodere di un nuovo conflitto in Israele il giorno dello Yom Kippur della Prima Crisi Petrolifera.
Le differenze tra la crisi del 1973 e del 2023 (peso specifico del petrolio mediorientale, compattezza del fronte arabo, impatto economico) vengono affrontate nell’editoriale del direttore Alberto Clò assieme ad una grande e non trascurabile similitudine: l’ancora elevata dipendenza delle economie da petrolio e gas e, quindi, dalle tensioni che attraversano ciclicamente il Medio Oriente.
Petrolio: fra shock di mercato e transizione energetica
L’analisi vera e propria del mercato petrolifero e delle sue prospettive di breve e medio termine – tra shock e transizione energetica, come recita il titolo dell’articolo – è invece affidata a Sofia Guidi Di Sante, Senior Oil Market Analyst di Rystad Energy.
I tre anni passati hanno profondamente sconvolto le dinamiche del mercato petrolifero. L’industria ha dovuto affrontare importanti shock, quali la pandemia da coronavirus e la guerra in Ucraina, proprio quando la transizione energetica iniziava a farsi spazio nel dibattito pubblico, preparandosi a cambiare strutturalmente la domanda di petrolio in alcuni settori.
Pertanto, per analizzare e capire l’andamento dei mercati del petrolio nel 2024 e nel medio termine bisogna tenere in considerazione entrambi i fattori così da prepararsi al meglio all’imminente picco della domanda e all’incertezza che ne seguirà.
L’analisi muove proprio dall’andamento della domanda (1. Domanda: superati i livello pre-Covid nonostante i rischi di un’economia in rallentamento). “Il quadro preliminare per il 2023 mostra che, nonostante i rischi legati al rallentamento dell’espansione economica, la domanda di prodotti petroliferi si è mantenuta forte, con una crescita stimata di circa 2,5 milioni di barili al giorno (mil. bbl/g) rispetto al 2022, superando in media i 102 mil. bbl/g (2). Quest’anno i consumi sono dunque tornati a crescere, e hanno superato i livelli del 2019. Come previsto, la maggior parte di questa crescita è avvenuta in Cina, nonostante il rallentamento economico.”
Il Great Reshuffle ha costretto le raffinerie europee ad adottare una composizione di greggio più light influenzando le operazioni, i rendimenti e i margini del sistema downstream nella regione
Prende quindi in esame l’offerta, tra tagli Opec Plus e «Great Reshuffle» causato dall’embargo europeo al greggio russo (par. 2). “Queste evoluzioni sul fronte della produzione hanno avuto un impatto profondo sul mercato. In primo luogo, il deficit del bilancio petrolifero è aumentato velocemente in seguito alla stretta di OPEC Plus e per il terzo quadrimestre del 2023 è stimato a oltre –2 mil. bbl/g, conseguenza di una domanda sostenuta a fronte dell’estensione dei tagli dell’Arabia Saudita fino a fine anno.
Inoltre, i tagli alla produzione e il ri-direzionamento dei barili russi hanno lasciato i mercati affamati di greggio di tipo medium-sour e heavy-sour, principali tipologie di greggio prodotte nella regione, facendo aumentare i prezzi di questi prodotti rispetto al greggio di tipo sweet e di fatto invertendo i tipici rapporti di prezzo”.
“La pressione sul bilancio petrolifero è stata parzialmente alleviata dall’aumento della produzione di altri attori di mercato”. In particolare, dei paesi Opec non soggetti a quote, come l’Iran, che potrebbe essere seguito dal Venezuela.
Nel 2024 si trascineranno quegli stessi fattori di rischio attualmente presenti e ci avviciniamo al picco della domanda
La terza parte dell’analisi è dedicata all’impatto della geopolitica, ieri e oggi (par. 3). “Alle pressioni al ribasso sul fronte dell’offerta e all’incertezza sulla crescita della domanda di petrolio si è sommata una crescente tensione geopolitica, dovuta all’escalation del conflitto fra Israele e Hamas (…). I mercati sono quindi meglio preparati, ora, ad affrontare temporanee interruzioni di produzione petrolifera e, anche per questo, le reazioni dei prezzi sono più contenute e di più breve durata, rispetto ai decenni passati”.
La quarta ed ultima parte guarda invece alle prospettive future del petrolio, del 2024 e oltre (4. Verso il picco della domanda). Rystad Energy prevede un’ulteriore crescita della domanda controbilanciata da un aumento della produzione “che dovrebbe dare sollievo al bilancio petrolifero e mantenere i prezzi stabili”.
Quanto alla transizione e al suo impatto sui consumi petroliferi, sarà “la velocità della decarbonizzazione dei trasporti, con l’elettrificazione dei veicoli, a decretare anno e livello di picco della domanda di petrolio. Assumendo che la diffusione dei veicoli elettrici proceda senza particolari ostacoli, la domanda potrebbe raggiungere il suo picco già nel 2025, toccando i 105 milioni di barili al giorno (Fig. 2)”.
Che sia nel 2024, nel 2025 o nel 2030, raggiungere il picco della domanda non implica che del petrolio si possa fare a meno dalla mattina successiva. Anzi, di lì innanzi si inaugurerà una fase estremamente delicata per il mercato e le economie.
“Il rischio e la grande sfida negli anni a venire sarà proprio quello di trovare un nuovo equilibrio di mercato, in cui l’industria upstream sappia rispondere alle esigenze di una domanda in contrazione, mantenendo una certa stabilità dei prezzi per evitare nuovi cicli «boom-bust» che, la storia ci ha insegnato, e recentemente ricordato, non farebbero che mettere alla prova il sistema economico nella sua interezza”.
Si conferma quindi l’essenzialità del petrolio e del gas sugli equilibri economici e politici dell’intero mondo. “Dimenticarlo, sostenendo che non ve ne sia più necessità” avverte Clò nella presentazione del numero, “è pericoloso ancor prima che errato”.
Il post presenta l’articolo di Sofia Guidi Di Sante Petrolio: fra shock di mercato e transizione energetica pubblicato su ENERGIA 4.23 (pp. 14-19)
Sofia Guidi Di Sante, Senior Oil Market Analyst di Rystad Energy
Foto: Unsplash
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