12 Gennaio 2024

2024: le 10 previsioni di CRU

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Crescita, commercio globale, prezzi dell’energia e delle materie prime, inflazione, politica monetaria, auto elettrica. Le 10 previsioni per il 2024 di CRU, la business intelligence sulle industrie dei metalli, mineraria e dei fertilizzanti.

Le 10 previsioni CRU per il 2024

1. Stati Uniti e Cina rallentano, la crescita globale si fermerà al 2%

L’economia globale si è dimostrata inaspettatamente resiliente nel 2023. La crescita è stata inferiore al tasso tendenziale di circa il 3%, ma solo moderatamente (2,5% secondo CRU). Merito in gran parte degli Stati Uniti, che hanno evitato la recessione (+2,4% nel 2023), ma che rallenteranno nel 2024 per via della politica monetaria restrittiva. Anche la Cina rallenterà ulteriormente. L’Europa registrerà una ripresa limitata, non sufficiente tuttavia ad impedire un rallentamento della crescita globale dal 2,5% al 2,0% nel 2024. Dal 2025 in poi la crescita è prevista ritornare vicina al trend.

2. La crescita sarà più ricca di materie prime, accelera la produzione industriale

La spesa dei consumatori e l’edilizia saranno fondamentali. Sebbene il 2023 abbia visto una crescita resiliente del PIL, non è stato imperniato sulle materie prime. Nel 2024 la crescita sarà molto più favorevole alla domanda di materie prime. La domanda di beni riguadagna posizione rispetto a quella dei servizi stimolando la produzione industriale in molti paesi dell’Asia orientale altamente esposti all’elettronica di consumo.

3. Il commercio globale non manterrà il passo con la crescita economica, il protezionismo rimane una minaccia

Il commercio globale è sotto pressione a causa delle crescenti tensioni. Dopo la forte ripresa del 2021, i flussi commerciali globali si sono stabilizzati brevemente all’inizio del 2022 e ora stanno rallentando. I dati trimestrali in termini di volume del commercio sono diminuiti due volte su base annua dal 2022, mentre il divario tra il commercio mondiale e la crescita del PIL reale si è ampliato da 0,5 punti percentuali nel primo semestre del 2022 a 2,9 punti percentuali nel primo semestre del 2023. Nel 2024, l’economia continuerà a superare il ritmo del commercio. Il protezionismo rimane una minaccia fondamentale per il commercio globale. La guerra in Ucraina ha innescato misure protezionistiche a tutti i livelli, e il recente conflitto in Medio Oriente potrebbe innescare ripercussioni simili. Ma il rallentamento del commercio globale è in atto già da tempo.

4.  La geopolitica resta il principale driver dei prezzi dell’energia

Le tensioni geopolitiche continuano a influenzare i mercati del petrolio e del gas. Per il 2024, CRU prevede che il prezzo del greggio Brent dovrebbe attestarsi in media a 86 dollari al barile. La produzione petrolifera russa sarà stabile a 10,6 Mbbl/g, servendo principalmente India e Cina. La guerra tra Israele e Hamas avrà un impatto limitato sui flussi petroliferi, con l’Iran che sosterrà le sue esportazioni verso la Cina. I prezzi del gas rimarranno elevati, superiori a 15 dollari/MMBtu, a causa della riduzione delle forniture russe e della ritardata espansione del GNL. Le consegne di gas russo in Europa saranno in media di 22 miliardi di metri cubi.

5.  L’inflazione continuerà a scendere negli Stati Uniti e nell’Eurozona

L’inflazione continuerà la sua tendenza al ribasso negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Gli ultimi dati mostrano l’inflazione statunitense al 3,2% a/a a ottobre e l’inflazione nell’Eurozona al 2,4% a novembre. L’inflazione continuerà a scendere nel 2024, anche se a un ritmo più lento. Mentre nell’Eurozona l’inflazione è stata spinta dalla crisi energetica e dall’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, negli Stati Uniti è stata guidata maggiormente da uno squilibrio tra domanda e offerta di beni e lavoro, che ha portato ad un aumento dei prezzi e dei salari. Mentre gli effetti dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari si stanno gradualmente attenuando, il mercato del lavoro statunitense è ancora teso. Tuttavia, il rallentamento atteso negli Stati Uniti dovrebbe essere comunque sufficiente a portare l’inflazione al 2,3% nel quarto trimestre e consentire alla Fed di tagliare i tassi di interesse nella prima metà del 2024.

6. La Fed e la BCE inizieranno a tagliare i tassi nella prima metà del 2024

Un’inflazione più bassa e una crescita più debole creeranno spazio per una politica più allentata. L’inflazione continuerà a scendere sebbene rimanga al di sopra del target sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona. La combinazione di inflazione in calo e crescita debole porterà entrambe le banche centrali ad avviare un ciclo di taglio dei tassi nel primo semestre del 2024. Con un’inflazione leggermente inferiore e un’economia più debole, la BCE inizierà a tagliare ad aprile riducendo i tassi di 150 punti base entro la fine del 2024. La Fed effettuerà il suo primo taglio a maggio, riducendo i tassi di 100 punti base in totale entro la fine del 2024. Le persistenti pressioni sui costi derivanti dalla deglobalizzazione e dalla transizione energetica comporteranno anche tassi più elevati a livello globale. Una politica fiscale più restrittiva e fondamentali di crescita più deboli manterranno i tassi dell’Eurozona al di sotto di quelli statunitensi.

7. La Cina eviterà la deflazione

Le oscillazioni dei prezzi dei prodotti alimentari svolgono un ruolo fondamentale nell’indice dei prezzi al consumo cinese che si è aggirato intorno allo 0% negli ultimi sei mesi. L’inflazione del PPI è stata negativa nell’ultimo anno. Ciò ha portato molti analisti a temere che la Cina stia per scivolare in un lungo episodio deflazionistico paragonabile a quello accaduto al Giappone a partire dai primi anni ’90. Sebbene la Cina si trovi ad affrontare sfide importanti, CRU ritiene questi timori esagerati e secondo le sue previsioni l’inflazione tornerà in territorio positivo nel 2024.

8. I settori dell’edilizia nelle principali economie si stabilizzeranno, ma non si riprenderanno

La politica monetaria più restrittiva ha colpito duramente i mercati immobiliari in Europa. I tassi ipotecari sono in aumento e i mutui ipotecari rallentano. I prezzi delle case sono scesi di quasi il 10% a/a in Germania in termini nominali nel secondo trimestre e di oltre il 16% a/a in termini reali. C’è stata una certa compensazione da parte degli investimenti pubblici, ma con la politica fiscale destinata a inasprirsi non si può contare su questo. La ripresa della domanda privata dovrebbe portare ad una stabilizzazione del settore edile.

L’aumento dei tassi di interesse ha ridotto anche la domanda di immobili residenziali negli Stati Uniti. In Cina, la crisi pluriennale del settore immobiliare è continuata fino al 2023. Improbabile che il settore tornerà mai ad essere il motore della crescita che è stato nel periodo successivo alla crisi finanziaria globale. Tuttavia, il sostegno politico messo in atto contribuirà a stabilizzare la produzione edilizia nel 2024.

9. La crescita della produzione automobilistica globale rallenterà, ma i veicoli elettrici guadagneranno ulteriori quote di mercato

L’indebolimento della domanda avrà un peso maggiore sulla produzione di veicoli leggeri ma non sulla quota di mercato dei veicoli elettrici. Superata la crisi dei chip, l’industria automobilistica globale ha gestito abilmente diverse sfide quest’anno: controversie di lavoro in Nord America, pressioni sulla catena di fornitura in Europa e mutevoli dinamiche di mercato in Cina.

Nonostante questi ostacoli, nel 2023 la maggior parte delle regioni ha registrato una forte crescita. Nel 2024 il combinato disposto di crescita globale modeste, conseguenze dell’aumento dei tassi di interesse e calo degli ordini arretrati dell’era della pandemia dovrebbe rallentare la produzione globale di veicoli leggeri (+2,2% a/a). Le vendite di veicoli elettrici (EV) hanno mostrato resilienza, mantenendosi stabili nonostante le sfide macroeconomiche in tutti i mercati. Questa tendenza dovrebbe persistere nonostante il previsto rallentamento della crescita della produzione di LV. La quota di mercato globale dei veicoli elettrici continuerà il suo slancio al rialzo, superando il 16% delle vendite globali nel 2024.

10. I prezzi del paniere delle materie prime CRU saranno inferiori nel 2024

Si prevede un ulteriore calo dei prezzi delle materie prime. Nel 2023 i prezzi delle materie prime sono rimasti contenuti, con una riapertura cinese più debole del previsto e una domanda europea debole. Le previsioni per il 2024 indicano il paniere dei prezzi delle materie prime CRU in calo del 5,5% a causa del rallentamento dell’economia globale. Il paniere dei prezzi comprende 40 previsioni per i prezzi dell’estrazione mineraria, dei metalli, dell’energia e dei fertilizzanti, con prezzi previsti in calo in tutte le sottocategorie, ovvero materie prime, metalli, metalli preziosi, metalli tecnologici e fertilizzanti. Il calo di prezzo più marcato è previsto per i metalli tecnologici, tra cui nichel, litio e cobalto.

I conflitti geopolitici continuano a rappresentare i maggiori rischi per i prezzi delle materie prime. Guardando al 2024, i prezzi nella maggior parte delle sottocategorie diminuiranno rispetto al livello dei prezzi del 2022. Tra le sottocategorie, solo i prezzi dei metalli preziosi dovrebbero aumentare a medio termine a causa dell’allentamento monetario e del previsto aumento della domanda.


Per maggiori informazioni sulle previsioni CRU per il 2024 si rimanda alla presentazione integrale Top ten predictions for the world economy in 2024


Foto: Freepik

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