4 Marzo 2024

5 rischi per energia, petrolchimica, fertilizzanti secondo ICIS

LinkedInTwitterFacebookEmailPrint

Cinque rischi globali possono impattare sui mercati globali dell’energia, della petrolchimica e dei fertilizzanti nel 2024. Il rapporto ICIS-New Normal spiega perché, come e quali misure potrebbero essere adottate per mitigarli.

Prospettive economiche globali e quelle specifiche della Cina, geopolitica, transizione energetica cybersecurity sono i cinque rischi specifici per i settori energetico, petrolchimico e dei fertilizzanti che influiscono direttamente sugli equilibri tra domanda e offerta e quindi sulle dinamiche dei prezzi.

1. Macroeconomia

L’economia globale si sta riprendendo dal triplo shock vissuto negli ultimi 4 anni – pandemia, crisi energetica e invasione dell’Ucraina – ma la crescita rimane lenta e disomogenea. L’inflazione complessiva è prevista quasi dimezzarsi, passando dal 9,2% nel 2022 al 4,8% nel 2024. Ma, secondo la Banca Mondiale, quest’anno segnerà anche il mezzo decennio di crescita più lento degli ultimi 30 anni.

Diversi fattori aggravano i rischi macroeconomici nel 2024:

  • Invecchiamento della popolazione nelle economie responsabili di 2/3 del PIL mondiale, con conseguente rallentamento dei consumi (il picco individuale in molti paesi è in media sui 55 anni)
  • Il debito accumulato con i programmi di stimolo delle economie da parte delle banche centrali
  • Protezionismo in USA e UE
  • Tecnologia, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale aumenta il rischio di disoccupazione
  • Regolazione, cresce l’impatto di gruppi di pressione, sia industriali che dei consumatori

Impatto sull’energia: la domanda globale di gas potrebbe vedere una certa ripresa. ICIS prevede un aumento del 5% su base annua, trainato da Cina e Giappone. Tuttavia, la Germania, motore della crescita europea negli ultimi decenni, è destinata a registrare un calo del PIL dello 0,6%. Il suo modello di business, basato su import a basso costo di gas naturale dalla Russia e aumento dei volumi di export verso la Cina, è ora minacciato ad entrambe le estremità della catena del valore.

Impatto sul petrolchimico: il settore soffre di un notevole eccesso di capacità e i produttori sono già rischiano di perdere potere sui prezzi.

Impatto sui fertilizzanti: è probabile che i prezzi globali di urea e ammoniaca continuino a subire pressioni al ribasso nel 2024 a causa di un contesto di ampia offerta a fronte di una generale debolezza della domanda dovuta a: calo dei prezzi dei raccolti, aumento dei costi di finanziamento per gli agricoltori, volatilità valutaria, aumento dei costi di trasporto e aumento della capacità interna in alcune regioni.   

Raccomandazioni: un approccio basato più sui servizi (fornitura di soluzioni) piuttosto che sui prodotti; preferire forniture locali per mercati locali (local for local) alle catene di fornitura globali; difendersi dalla concorrenza con un modello di business guidato dalla domanda invece che dall’offerta

2. Cina

L’economia cinese rimane un pericolo per l’economia globale. L’OCSE prevede che la crescita del PIL del Paese calerà dal 5,2% del 2023 al 4,7% nel 2024, con il rischio di un ulteriore rallentamento nel 2025 al 4,2%.

Problemi strutturali profondamente radicati richiedono di essere affrontati, come la crisi immobiliare, che potrebbe aggravarsi con effetti negativi sull’economia globale, o i prestiti della Belt & Road Initiative (1,5 trilioni di dollari), molti dei quali sono già a rischio. Altre questioni riguardano:

  • la regolazione, ovvero un contesto normativo più severo e la crescente politicizzazione del settore imprenditoriale
  • l’invecchiamento della popolazione
  • la disoccupazione giovanile, la comunicazione dei dati è stata sospesa a giugno quando ha raggiunto il 21% e successivamente rivista al 14,9%.

Ridurre al minimo assoluto l’esposizione, sia diretta che indiretta, alla Cina

Impatto sull’energia: nonostante le prospettive economiche stagnanti, la Cina è tornato primo importatore di GNL al mondo nel 2023 dopo che la domanda è diminuita a causa delle restrizioni Covid. ICIS prevede che l’import aumenti del 9% su base annua per sostituire il carbone. Tuttavia, molto dipenderà dalla performance economica, dalla capacità di incrementare forme di generazione più ecologiche e dagli sforzi per aumentare la produzione nazionale di gas.

Impatto su petrolchimico: la Cina si muove rapidamente verso l’autosufficienza in tutti i principali prodotti. È già esportatore leader in prodotti fondamentali per l’industria delle costruzioni e del poliestere quali PVC e PTA. Non importa più polipropilene (PP) e polietilene (PE). Sembra probabile che la produzione petrolchimica aumenterà al crescere del passaggio ai veicoli elettrici dato che le raffinerie dovranno trovare uno sbocco alternativo per i flussi di benzina.

Impatto sui fertilizzanti: le scorte in Cina sono attualmente quasi il doppio rispetto al volume di dicembre 2022. Le prospettive della domanda per il 2024 rimangono contenute. Ciò avrà anche un impatto ribassista sulla domanda di gas, ingrediente chiave nei prodotti fertilizzanti.

Raccomandazioni: ridurre al minimo assoluto l’esposizione, sia diretta che indiretta, alla Cina; spostarsi in ambiti meno interessati dall’export cinese, ovvero i servizi e non i prodotti; guardare alle forniture locali per mercati locali.

3. Geopolitica

La pandemia ha accelerato alcune tendenze verso la deglobalizzazione e il protezionismo che potrebbero accelerare nel 2024 dopo che più di 50 paesi andranno al voto, tra cui otto grandi economie che rappresentano la metà del PIL globale.  Bassa crescita, alti prezzi dell’energia e costi alimentari rischiano di spingere governi più radicali, che potrebbero portare a maggiore protezionismo e disordini civili.

Il rischio di uno scontro militare continua a crescere con l’interruzione dei principali choke points del commercio mondiale con un impatto sul trasporto marittimo, con particolare attenzione alle forniture alimentari ed energetiche.

Problemi nelle catene di approvvigionamento di materie prime, componentistica e prodotti finiti continuano a rallentare la transizione energetica. Il contenzioso climatico è diventato una realtà continua per molte aziende e governi e potrebbe diventare un fattore significativo nella strategia aziendale e nella gestione del rischio di impresa.

Attenti al commercio marittimo

Impatto sull’energia: i rischi sono legati alle elezioni, guerre in corso in Ucraina, Medio Oriente e Africa, possibili attacchi alle infrastrutture o interruzioni lungo le principali rotte marittime.

Impatto su petrolchimico: fornitori asiatici come Formosa Plastics hanno emesso avvisi di forza maggiore poiché non possono più noleggiare container per le spedizioni. L’interruzione della rotta del Mar Rosso fa sì che il 90% dei normali movimenti di merci da parte di grandi spedizionieri come Maersk debbano fare il giro dell’Africa.

Non vi è capacità di spedizione inutilizzata e le tariffe di trasporto stanno registrando notevoli aumenti: da Shanghai a Rotterdam sono più che raddoppiate in sole due settimane all’inizio del 2024.

Impatto sui fertilizzanti: il settore, ad alta intensità di gas, ha subito forti difficoltà in seguito all’invasione dell’Ucraina. I prezzi del gas sono diminuiti, ma i fertilizzanti potrebbero ancora essere soggetti a volatilità dovuta alla scarsa offerta globale di gas. Tensioni come il conflitto Israele-Hamas potrebbero portare a interruzioni nella fornitura di materie prime.

Raccomandazioni: individuare punti di strozzatura e vulnerabilità delle proprie catene di approvvigionamento; aumentare capacità di identificazione del rischio; cooperare con altre parti interessate per pensare fuori dagli schemi; aggiornare le valutazioni del rischio geopolitico e sviluppare un registro attivo del rischio e un piano di gestione; esaminare le esposizioni finanziarie.  

4. Transizione energetica

La transizione verso le energie rinnovabili continua ad accelerare nel 2024, spinta dagli impegni internazionali, dalla riduzione dei costi tecnologici e dai prezzi relativamente elevati dei combustibili fossili.La IEA prevede che, a politiche e condizioni di mercato esistenti, la capacità rinnovabile globale potrebbe crescere fino a 7.300 GW nel periodo 2023-28, con solare ed eolico a rappresentare il 95% dell’espansione.

I maggiori rischi riguardano le catene di approvvigionamento, l’incertezza normativa, la geopolitica e la rapidità della diffusione tecnologica (veicoli elettrici, batterie e gas verdi come l’idrogeno). L’affidabilità delle catene di approvvigionamento è minata dalla variabilità delle forniture e dei prezzi, delle materie prime, dai cambiamenti normativi.

Attenti al protezionismo e all’assenza di standardizzazione tecnologica (vedi eolico)

L’intensificarsi delle tensioni geopolitiche spinge molti paesi a guardare al loro interno, cercando di sviluppare filiere nazionali. Ne sono espressione l’Inflation Reduction Act (IRA) negli Stati Uniti e il Green Deal Industrial Plan dell’UE.

L’assenza di standardizzazione tecnologica è rilevata come un ulteriore elemento di rallentamento della transizione, ma anche come fattore di complicazione. Ad esempio, il settore eolico è in difficoltà su entrambe le sponde dell’Atlantico non solo a causa di problemi nella catena di approvvigionamento, ma anche perché si è verificato un eccesso di personalizzazione delle attrezzature, che ha fatto lievitare i costi e ha colpito la redditività.

Un fattore di accelerazione è invece individuato nell’imminente attuazione del CBAM in UE, che imporrà l’introduzione di una tariffa sui prodotti ad alta intensità di carbonio importati dall’esterno del blocco, incentiverà i paesi ad accelerare la loro transizione energetica.

Impatto sull’energia: forse il rischio maggiore per la transizione energetica stessa deriva dalle reti necessarie per collegare le energie rinnovabili distribuite a un insieme sempre più elettrificato di usi finali. Nella maggior parte dei paesi, le reti faticano a far fronte alla domanda e ai costi iniziali. Gli investimenti richiesti sono enormi, rendendo le decisioni di investimento molto sensibili agli alti tassi di interesse.

Impatto sul petrolchimico: per le aziende chimiche i rischi maggiori provengono da due aree principali: lo spostamento della domanda verso prodotti più ecologici, e la disponibilità di materie prime che cambierà con la chiusura delle raffinerie.

Impatto sui fertilizzanti: l’ammoniaca e l’azoto continueranno a cercare processi di produzione più rispettosi del clima. Il mix di produzione dei fertilizzanti potrebbe includere meno azoto e più potassio.

Raccomandazioni: comprendere la situazione delle materie prime della vostra azienda e pianificare ulteriori nuove fonti (biologiche, rifiuti, rinnovabili); sviluppare nuovi modelli di business per una produzione più piccola e locale; sviluppare tecnologie e modelli di business in grado di sfruttare i periodi con eccesso di produzione elettrica che aumenteranno al crescere di solare ed eolico.

5. Minacce informatiche

Aumenteranno gli attacchi informatici o fisici contro le infrastrutture energetiche, petrolchimiche, del settore agroalimentare come parte di guerre ibride o richiesta di ransomware. Mentre il mondo diventa sempre più instabile a livello geopolitico, gli attacchi informatici potrebbero diventare uno strumento privilegiato nelle guerre ibride, portando potenzialmente a gravi interruzioni nella produzione e nelle catene di approvvigionamento.

Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA), il numero medio di attacchi informatici contro le società di servizi energetici ogni settimana è più che raddoppiato tra il 2020 e il 2022, con gli hacker che occasionalmente disabilitano da remoto i sistemi di trasmissione o le centrali elettriche. Solo lo scorso anno, gli attacchi settimanali sono stati in media più di 1.100 in tutto il mondo e quel numero è destinato a crescere nel 2024 a fronte di maggiori rischi geopolitici.

Numerosi esempi dimostrano la gravità del problema: nel gennaio 2021 attacco agli hub di raffinazione di Amsterdam-Rotterdam-Anversa, Oiltanking in Germania, SEA-Invest in Belgio ed Evos nei Paesi Bassi, ha impattato sui flussi regionali di prodotti petroliferi. Cinque mesi dopo, Colonial Pipeline, uno degli oleodotti più grandi e vitali degli Stati Uniti, è stata vittima di un attacco ransomware. Sempre nel 2021, un attacco ransomware contro Saudi Aramco.

Serve forza lavoro qualificata

La maggior parte delle industrie sta aumentando l’uso delle tecnologie digitali per gestire meglio impianti e reti. Tuttavia, questo progresso si accompagna a una maggiore esposizione all’attività criminale informatica. Gli incidenti informatici sono la causa più temuta di interruzione dell’attività, superando i disastri naturali o i problemi energetici.

È probabile che questo rischio venga aggravato nel 2024 poiché più di 50 paesi terranno elezioni e gli Stati canaglia o gruppi privati potrebbero cercare di influenzare l’esito dei sondaggi. Secondo Cybersecurity Ventures, i costi della criminalità informatica a livello mondiale raggiungeranno i 10,5 trilioni di dollari all’anno entro il 2025, sottolineando la necessità di misure di sicurezza informatica rafforzate.

Serve forza lavoro qualificata, ma le utilities e gli operatori delle infrastrutture incontrano gravi difficoltà nel trovare e trattenere i professionisti necessari.

Impatto sull’energia: La sicurezza delle infrastrutture elettriche deve essere una priorità, ma i dati dimostrano che le utility non sono sufficientemente attrezzate per gestire i rischi informatici.Lo stesso vale per il settore europeo del gas naturale, anche se oggetto principalmente di attacchi fisici.

Impatto su petrolchimica:anche il settore petrolchimico è vulnerabile agli attacchi informatici.Secondo il Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, gli insider aziendali rappresentano una minaccia per le organizzazioni del settore energetico e chimico perché hanno conoscenza e accesso a sistemi proprietari che consentono agli aggressori di aggirare le misure di sicurezza con mezzi legittimi. Gli addetti ai lavori possono sabotare i processi della struttura o condurre attacchi informatici all’interno dei sistemi e delle reti IT dell’organizzazione.

Impatto sui fertilizzanti L’agroindustria fa sempre più affidamento sulla tecnologia digitale e basata sui dati, che la rende anche vulnerabile agli attacchi informatici. Ad esempio, nel 2021 la Crystal Valley Cooperative è stata presa di mira da un attacco ransomware ed è stata costretta a mettere i sistemi offline a causa dell’incidente. L’attacco l’ha resa incapace di mescolare i fertilizzanti. Episodi simili potrebbero non essere isolati ed è probabile che continuino a rappresentare una minaccia per il settore.

Raccomandazioni: rafforzare la crittografia dei sistemi e implementare rigorose procedure di autenticazione e autorizzazione; effettuare controlli appropriati; garantire un’adeguata segmentazione della rete


Leggi lo studio condotto da Energy, petrochemical and fertilizer sectors face five risks in 2024 condotto da ICIS con New Normal



0 Commenti

Nessun commento presente.


Login