29 Aprile 2024

Evitare le gabbie assiomatiche: batterie, IA e l’evoluzione tecnologica

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Difficile valutare l’impatto di batterie e IA sulla transizione energetica, ma altrettanto rischioso è restare intrappolati in gabbie assiomatiche che non considerano l’evoluzione tecnologica. Su ENERGIA 1.24 GB Zorzoli riporta alcuni esempi di queste gabbie assiomatiche e argomenta come lo sviluppo di nuove tecnologie rende realistico ipotizzare un mix elettrico totalmente rinnovabile ben prima del 2050.

L’innovazione e il progresso tecnologico e tecno-scientifico sono un tema tanto cruciale della transizione energetica quanto ambiguo. Devono essere inclusi negli scenari e nei modelli, ma tempi e modi non si possono prestabilire. Vi è chi ritiene sarà il deus-ex-machina della transizione energetica e chi invece si debba riuscire con le tecnologie che sono attualmente a disposizione. Vi è poi chi ritiene che l’intera idea della transizione energetica sia impregnata di tecno-ottimismo, dal momento che il suo obiettivo è di “sostituire i mezzi (…) attraverso i quali otteniamo energia, senza cambiare i fini (…) per i quali richiediamo energia”.

Ottimismo tecnologico, necessario o fuorviante?

In uno studio pubblicato nel 2020, l’ottimismo tecnologico viene annoverato tra i Discourses of climate delay, ovvero tutte quelle argomentazioni che secondo gli autori finiscono, volontariamente o meno, per causare un ritardo nella lotta ai cambiamenti climatici. Riporre fiducia nelle soluzioni tecnologiche che verranno non farebbe che distogliere l’attenzione dall’adozione immediata di misure sostanziali ed efficaci.

Quel che può essere vero se l’ottimismo in questione, come recente ricordato da Luciano Canova su RivistaEnergia.it, rientra nella categoria definita dall’economista Premio Nobel Paul Romer come “compiacente”, ovvero un atteggiamento passivo che può portare all’inazione e anzi proprio non incoraggia alcuna presa di decisioni da parte nostra, in contrapposizione a quello “condizionato”, che prevede invece che ci si rimbocchi le maniche per trovare una soluzione al problema.

Questo secondo “ottimismo” si può ritenere necessario, se si vuole considerare plausibile il raggiungimento di scenari climatici ambiziosi. In un articolo pubblicato su ENERGIA sempre nel 2020, ricercatori Iea facevano il punto sullo stato delle tecnologie evidenziando come i 2/3 delle riduzioni di emissioni cumulate nel suo scenario più ambizioso (nel 2020 chiamato Sustainable Development Scenario) rispetto a quello, comunque ottimista, a politiche annunciate ma non ancora implementate (STEPS) derivasse da tecnologie non attualmente mature e 1/3 da tecnologie non attualmente disponibili sul mercato.

Batterie IA evoluzione tecnologica

Una quota considerevole, senza considerare che da allora gli scenari Iea hanno ulteriormente alzato l’asticella dei traguardi climatici, anticipando il net zero al 2050 rispetto al 2070 su cui erano stati modellati gli scenari del 2020.

Ottimismo o meno, innovazione e avanzamento tecnologico sono di fatto una sorta di cigno nero o morente che rende difficile fare previsioni sul futuro (si veda ENERGIA 4.19). In un articolo che indaga come la scarsità di risorse naturali e di materie prime ne sia un importante stimolo, Alberto Quadrio Curzio sostiene che sia: “necessario continuare a studiare le risorse scarse perché se l’innovazione scientifica e tecnologica sembra capace di risolvere molti problemi ciò non significa né che lo faccia in tempi sufficientemente brevi per prevenire il formarsi di nuovi limiti allo sviluppo né che la traduzione applicativa dell’innovazione sia sempre istituzionalmente ed economicamente fattibile”.

Copertina rivista ENERGIA 1.24

Un modello è in modo preponderante as is, o se volete business as usual; e il domani non è mai usual

Ed è quel che emerge anche dall’ultimo numero della nostra rivista trimestrale, cui una parte torniamo a dedicare proprio al rapporto tra innovazione e transizione, ampliando lo sguardo all’Intelligenza Artificiale.

Nel suo editoriale sul ruolo della Politica ai tempi del climate change, Massimo Nicolazzi commenta l’eccessivo affidamento che la scienza fa dei modelli sottolineando come questa trascuri “tra l’altro, l’inadeguatezza del modello ad assumere i tempi della tecnologia e in generale di quell’innovazione che per converso proclamiamo motore della transizione (si veda su questo numero l’articolo di G.B. Zorzoli, ndr). I modelli di qualche decennio or sono avrebbero proiettato un mondo senza internet, e ancora oggi quasi senza intelligenza artificiale. Un modello è in modo preponderante as is, o se volete business as usual; e il domani non è mai usual”.

Ed è proprio GB Zorzoli, il cui articolo presentiamo in questa sede, a mettere in guardia dagli errori colossali che può comportare il fare valutazioni basate su criteri superati dall’avvento di nuove tecnologie. Un rischio a suo avviso maggiore di quello di fare previsioni sul futuro.  

Il gran numero di innovazioni tecnologiche, perlopiù impreviste, che si sono affermate dall’inizio del nuovo Millennio e la velocità con cui si sono diffuse hanno spazzato via convincimenti che si erano consolidati nel tempo, al punto da divenire assiomi globalmente condivisi. Rimanervi abbarbicati significa rimanere intrappolati in “gabbie assiomatiche”, sostiene Zorzoli, che impediscono di comprendere appieno i mutamenti in atto e gli scenari futuri.

Il rifiuto di lasciarsi intrappolare nelle gabbie assiomatiche consente di ridurre il rischio insito in qualsiasi previsione

L’Autore riporta alcuni esempi analizzando le prospettive di sviluppo di nuove tecnologie: sistemi di accumulo di lunga durata e tecnologie digitali, il cui ultimo e più eclatante risultato è l’intelligenza artificiale generativa, le cui possibili implicazioni energetiche approfondiamo nello stesso numero nell’articolo di Roberto Battiston.

“Non essendo pensabile raggiungere nel fotovoltaico standard dimensionali comparabili a quelli delle tradizionali centrali elettriche, per chi era intrappolato in questa gabbia assiomatica era «evidente» che il suo costo non sarebbe mai sceso in misura sufficiente a renderlo competitivo. Al contrario, nel caso del fotovoltaico l’economia di scala non è principalmente determinata dalle dimensioni dell’impianto, ma a monte, nella fase manifatturiera” (1 – Gli effetti delle gabbie assiomatiche).

Lo stesso può dirsi per l’impatto dei “grappoli di innovazioni” sull’evoluzione tecnologica (2 – Gli effetti dei clusters of innovation): dalle batterie agli ioni di litio ed altre innovazioni negli accumuli elettrici di lunga durata, sino all’Intelligenza Artificiale (IA) e il conseguente affinamento delle previsioni meteo. Queste tecnologie, sostiene Zorzoli, faciliteranno la penetrazione delle fonti rinnovabili nel sistema elettrico, rimuovendo o riducendo gli ostacoli che possono rallentarla. Il loro effetto congiunto sarà in grado di rendere di fatto programmabili le produzioni eolica e fotovoltaica, tanto che è realistico ipotizzare la copertura totale con produzione rinnovabile del mix elettrico ben prima del 2050.

Verso un elettrico 100% rinnovabili?

“La conseguente possibilità di profilare l’offerta in funzione della domanda la renderà più remunerativa, dato che nel caso di produzione eolica si potrà evitarne la vendita in ore, come quelle notturne, quando spesso i regimi dei venti sono più favorevoli, e per la fotovoltaica il peak shaving dei prezzi del kWh nelle ore di massimo irraggiamento solare”.

Nella terza parte dell’articolo, Zorzoli cala le sue considerazioni nel mondo reale e attuale, in particolare in Italia contestualizzandole all’interno del percorso avviato dell’attuazione del PNIEC aggiornato (par. 3) e interrogandosi sugli effetti che questo produrrà sulle reti di distribuzione e trasmissione e se creeranno problemi di difficile soluzione alla gestione dei sistemi elettrici.

Nella conclusione (par 4.), Zorzoli afferma di essere “consapevole che le reazioni all’ipotesi di lavoro assunta – piena realizzazione dell’obiettivo di copertura con produzione rinnovabile dei consumi energetici finali lordi, indicata nella bozza aggiornata del PNIEC italiano – more solito saranno suddivise tra condivisioni, dubbi, scetticismi, con il baricentro spostato verso destra. Lo spostamento sarà accentuato dalle mie previsioni sul contributo alla soluzione di molteplici problemi da parte delle nuove tecnologie.

Infine, non sottovaluto il monito celato all’interno di un apparente motto di spirito: fare previsioni è sempre rischioso, soprattutto quando riguardano il futuro. Tuttavia, rimango convinto che il rifiuto di lasciarsi intrappolare nelle gabbie assiomatiche consente di ridurre il rischio insito in qualsiasi previsione”.


Il post presenta l’articolo di GB Zorzoli, Batterie, IA e le gabbie assiomatiche della transizione pubblicato su ENERGIA 1.24 (pp. 38-43)

G.B. Zorzoli è membro del Comitato scientifico di ENERGIA


Foto: Unsplash

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