Dal 2017 Snam ha creato la Fondazione Snam ETS che, grazie a una propria dotazione economica, all’impegno dei volontari Snam e alla collaborazione con tanti enti del terzo settore, lavora all’obiettivo della cosiddetta Transizione Giusta, senza soluzione di continuità con la mission stessa del Gruppo.
Influenzato più che in altre epoche da disponibilità, costo e sostenibilità ambientale dell’energia, lo scenario globale appare oggi non soltanto difficile da affrontare ma anche complicato da leggere. Tanto nel suo stato attuale quanto nei suoi assetti futuri, su cui ogni previsione sarebbe un azzardo.
La crisi con cui ci misuriamo è al contempo ambientale, sociale, economico-finanziaria e geopolitica. La comunione d’intenti necessaria ad affrontare con pieno successo una tale complessità è oggi pregiudicata dalla profonda frammentazione dello scenario internazionale.
L’era dell’iper-incertezza
Si potrebbe dire, in fin dei conti, che l’unica certezza rimasta è che non ci sono certezze. Una conferma in questo senso ci arriva anche dall’IPCC, secondo il cui vertice occorre riconoscere che siamo entrati in un’era di iper-incertezza. Le temperature record registrate nel corso del 2023, in particolare, non rispondono più ai modelli previsionali adottati finora e, per questo, sono l’immagine stessa di quel “territorio sconosciuto” nel quale il mondo avrebbe ufficialmente fatto il proprio ingresso.
Tutto questo si riverbera sui principi cui abbiamo sempre ispirato i nostri modelli di sviluppo: il paradigma della performance, in vigore da decadi, inizia per esempio a segnare il passo, perché ogni percorso di ottimizzazione finisce per essere inficiato – nel suo stesso disegno – da condizioni contestuali indeterminate. Al suo posto, si fa largo un paradigma in parte nuovo, quantomeno nella sua urgenza: il paradigma della robustezza che, nel porre l’accento sulla necessità di conseguire maggiori livelli di ridondanza e flessibilità, risponde in maniera più pertinente a questa situazione di costitutiva incertezza.
La possibilità – anche e soprattutto infrastrutturale – di disporre di flessibilità e ridondanza diventa quindi essenziale per gestire l’instabilità del sistema, che non tutti peraltro subiscono in egual misura.
Gli impatti del cambiamento climatico e delle varie crisi globali, infatti, aumentano l’esposizione di chi versa già in condizioni di fragilità, secondo uno schema che discrimina non soltanto fra un Paese e l’altro ma anche, all’interno di uno stesso Paese, fra chi ha risorse per tutelarsi e chi invece ne è privo e, per questo, soffre maggiormente anche l’inflazione strutturale indotta dal cambiamento climatico sui prezzi dei prodotti alimentari e/o i gap competenziali relativi alla metamorfosi del mercato del lavoro provocata dalla transizione ecologica.
L’azione di Snam
L’azione di Snam, che con il proprio core business è tesa a favorire disponibilità e competitività dell’energia, è strutturalmente finalizzata a mitigare la volatilità dei prezzi del gas, facendo leva sulla flessibilità di infrastrutture che – dagli stoccaggi ai gasdotti passando per il GNL – sono anche alla base di un sistema multi-molecola capace di abilitare transizione e decarbonizzazione. Su questo “zoccolo duro” si innesta poi l’operato di Renovit, piattaforma italiana avviata da Snam e CDP Equity per promuovere l’efficienza energetica di aziende, condomini, terziario e pubblica amministrazione, abilitando così una pluralità di soggetti alla riduzione dei consumi e alla tutela di ambiente e atmosfera.
Da tutto questo emerge chiaramente l’approccio integrato con cui Snam persegue i propri obiettivi di breve e lungo periodo, individuando le proprie leve più trasversali nella innovazione trasformativa e nella sostenibilità. Nel suo impianto fondamentale, in particolare, la strategia di sostenibilità è stata ampliata e incardinata a una pluralità di leve che, al di là della mitigazione delle emissioni climalteranti, contempla anche rigenerazione del capitale naturale e biodiversità.
e quella di Fondazione Snam ETS
Già dal 2017, Snam ha creato la Fondazione Snam ETS che, grazie a una propria dotazione economica, all’impegno dei volontari Snam – capaci nel solo 2023 di mettere a disposizione 4.217 ore del loro tempo lavorativo – e alla collaborazione con tanti enti del terzo settore, lavora all’obiettivo della cosiddetta Transizione Giusta, senza soluzione di continuità con la mission stessa del Gruppo. Questo elemento di continuità è, credo, fondamentale: a ben vedere, disporre di una Fondazione non è obbligatorio ed è anzi importante che la sua istituzione avvenga solo quando il suo operato – lungi dal mitigare le esternalità negative del business – risulta coerente con la natura e l’ambizione di quest’ultimo, aiutandone il pieno dispiegamento.
Fondazione Snam interviene su tutto il territorio nazionale e, in particolare, nelle aree più fragili dello stesso per coinvolgere stakeholder diversi nel contrasto di 3 tipi di povertà (quelle che chiamiamo le “3P” di Fondazione Snam): povertà energetica, alimentare ed educativa.
Nel farlo, abbiamo deciso di puntare con convinzione su formazione e trasferimento di competenze, sfruttando il fatto che in Snam abbiamo la possibilità di “pescare” e mettere a frutto l’ampio ventaglio di saperi teorici e pratici che colleghe e colleghi hanno accumulato nei loro percorsi, prima formativi e poi professionali. Il volontariato di competenza, per questo, può giocare un ruolo decisivo, abilitatore e moltiplicatore insieme, in cui Fondazione Snam crede profondamente.
Il volontariato di competenza
Questo è tanto più vero alla luce della congiuntura attuale, che credo assegni proprio agli operatori del comparto energetico una responsabilità ulteriore. E così, attraverso progetti come “Donare per imparare” ed “E-lab”, i volontari di Snam hanno finora messo a disposizione più di quattro mila ore del loro tempo per trasferire a scuole ed enti del terzo del settore il valore aggiunto della loro esperienza lavorativa.
Ne sono nati percorsi che, da un lato, hanno avvicinato studenti e studentesse a materie decisive per i mestieri di domani e, dall’altro, hanno affiancato gli enti del terzo settore nella gestione efficiente delle loro attività. I due progetti, recentemente, sono stati premiati alla Camera dei Deputati nell’ambito della prima edizione di “Volontari@work”, Premio Nazionale per il Volontariato di Competenza ideato e organizzato da Fondazione Terzjus con l’obiettivo di dare evidenza a esempi mutuabili anche da altri.
Occasioni come questa, al di là dei singoli riconoscimenti, fanno capire a quanti e quali livelli, compreso quello delle istituzioni (che con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha patrocinato il Premio), si possa contribuire per diffondere la conoscenza di pratiche positive, studiarne la replicabilità e favorirne l’adozione.
Un arcipelago di collaborazioni
Saremmo ingenui, del resto, se pensassimo di poter risolvere le 3 povertà con le nostre sole forze. Oltre ai volontari di Snam, dunque, l’ecosistema della solidarietà per cui lavora la Fondazione del Gruppo si avvale del contributo di tanti altri soggetti. Gli enti del terzo settore, da sempre in prima linea per prendersi cura delle situazioni più fragili, sono in questo senso importantissimi, così come lo sono le altreFondazioni, assieme alle quali è possibile percorrere importanti pezzi di strada, per non dimenticare mondo della scuola ed enti pubblici, punti di raccordo e di convergenza capaci di creare ulteriore valore.
Da quest’anno, per esempio, Fondazione Snam è entrata nel network dell’Alleanza contro la povertà energetica, un hub che aggrega imprese, media e istituzioni per favorire la conoscenza del fenomeno e intraprendere attività divulgative.
Con la Fondazione Edoardo Garrone, inoltre, siamo impegnati nell’edizione 2024 di Progetto Appennino, che assieme a varie realtà aziendali e associative del territorio abruzzese sta avviando percorsi di accelerazione e consolidamento dell’imprenditorialità locale. In assoluta continuità, anche qui, con la politica di Snam – da sempre attenta e vicina alle comunità locali dei territori interessati dalle attività del Gruppo – la Fondazione si mette così al fianco di imprese e start up per aiutarle a consolidare il proprio modello di business, risolvere criticità organizzative, definire strategie e cogliere potenzialità e opportunità specifiche di sviluppo e crescita.
Continueremo dunque a impegnarci misurando l’impatto delle nostre azioni per accrescerne l’efficacia, mappando i contesti più fragili per orientare gli interventi là dove servono di più e, infine, studiando i modi migliori per intercettare, all’interno e all’esterno di Snam, il diffuso desiderio delle persone di operare concretamente per il bene comune.
Monica de Virgiliis è Presidente di Snam e Fondazione Snam.
Potrebbero interessarti anche
Ridondanza infrastrutturale, per coniugare sicurezza e transizione, di Redazione, 26 Giugno 2023
SnamTEC, dall’innovazione l’energy company di domani, di Massimo Derchi, Claudio Farina, 24 Luglio 2023
La sicurezza delle infrastrutture energetiche, di Andrea Chittaro, 8 Gennaio 2024
Foto: progetto Donare per imparare, Liceo Enrico Fermi, Fondazione Snam
Per aggiungere un commento all'articolo è necessaria la registrazione al sito.
0 Commenti
Nessun commento presente.
Login