L’introduzione di innovazioni tecnologiche come la CCUS necessita di un quadro normativo in grado di garantire la sicurezza e il corretto funzionamento delle infrastrutture. Questioni etiche, giuridiche, economiche e sociali richiedono una risposta normativa tempestiva ed efficace. Una panoramica dello stato delle normative a livello globale.
Nel precedente articolo (CCUS: tecnologia e prospettive) si è sottolineato come le tecnologie in grado di catturare il carbonio assumeranno un ruolo sempre più importante tra gli strumenti utili nella lotta al cambiamento climatico. A tal fine, risulta fondamentale la stesura di norme utili a facilitarne lo sviluppo, con l’arduo compito di mantenere un delicato equilibrio tra la promozione dell’innovazione e la cautela della sicurezza per le persone e l’ambiente.
In questo contesto, è necessaria una collaborazione costruttiva tra governi, enti internazionali, università, settori privati e società per sviluppare permessi e norme efficaci in grado di favorire gli investimenti e garantire uno sviluppo sostenibile.
Come costruire un quadro normativo efficace
Sviluppare framework legali e normativi completi per la CCUS è un processo che può durare diversi anni e richiede il coinvolgimento di diversi stakeholder. L’implementazione delle prime leggi nazionali di stoccaggio offshore di CO2 in Australia ha richiesto oltre cinque anni, dal 2003 al 2008.
L’esperienza acquisita da chi ha mosso i primi passi offre preziosi spunti per lo sviluppo di futuri framework normativi. I responsabili delle politiche e i regolatori devono considerare l’adattabilità ai progressi tecnologici e la necessità di bilanciare innovazione e protezione ambientale.
L’International Energy Agency propone 6 step da cui partire per la costruzione di un solido quadro normativo per la CCUS.
Chiaramente ogni nazione rappresenta un caso a sé stante con una struttura più o meno già avviata. Nonostante ciò, queste linee guida possono essere di aiuto indipendentemente dalla fase in cui si trovano i diversi paesi.
Il contesto normativo europeo e italiano
La prima normativa che riguarda la CCUS in Europa è stata emanata con la direttiva 2009/21/CE recepita in Italia attraverso la legge 4 giugno 2010, n.96. All’interno vi sono definite le autorità competenti, i criteri per la selezione dei siti di stoccaggio e la creazione di una banca dati dedicata. Vengono anche definite le procedure per il rilascio delle autorizzazioni e gli obblighi relativi alla chiusura degli impianti. Particolare attenzione è inoltre dedicata alla verifica della capacità dei siti da parte dei proponenti e alle attività di monitoraggio e ispezioni utili a garantire la sicurezza delle attività.
In seguito, il decreto legislativo n.162 del 14 settembre 2011 ha previsto ulteriori decreti attuativi dove vengono definite le aree di stoccaggio e i termini e le modalità di trasferimento della responsabilità al Ministero dello Sviluppo Economico dopo la fase di post-chiusura. Questo decreto stabilisce anche i criteri per la valutazione della documentazione per le istanze di esplorazione e stoccaggio con la definizione delle tariffe e garanzie finanziare dovute dal soggetto richiedente.
In Europa è presente, inoltre, un apposito direttivo adibito a trattare ed emanare le normative legate alla tecnologia. I principali compiti del direttivo sono quelli di fornire i requisiti necessari per la scelta dei siti di stoccaggio e la valutazione della sicurezza della rete di trasporto.
USA: un quadro normativo a due livelli
Il contesto normativo negli Stati Uniti è caratterizzato da una struttura complessa e in continua evoluzione gestito su due livelli: federale e statale.
A livello federale, l’Environmental Protection Agency (EPA) è responsabile per la regolamentazione delle riserve geologiche utili allo stoccaggio di CO2. Attraverso il Safe Drinking Water Act (SDWA) sono state emanate normative specifiche per gestire il deposito geologico della CO2. La sezione UIC (Underground Injection Control) fornisce le principali disposizioni contenute all’interno del Class VI Underground Injection Control Program. Vengono inclusi autorizzazione e permessi, caratterizzazione del sito, monitoraggio e reporting e pianificazione della chiusura.
In aggiunta, all’interno del recente Inflation Reduction Act (IRA) emanato nel 2022, sono stati incrementati gli incentivi alla CCUS tramite il 45Q Tax Credit. Attraverso questo programma vengono offerti crediti d’imposta per il carbonio catturato e immagazzinato o utilizzato per processi produttivi. Questo incentivo ha dimostrato di essere un punto di forza nell’attrarre capitali utili allo sviluppo tecnologico e la costruzione di impianti.
A livello statale, le normative possono variare ampiamente. Alcuni Stati, come Texas ed Illinois, hanno promosso quadri normativi più favorevoli all’implementazione di nuovi progetti, mentre in altri, come New York, il quadro normativo per la CCUS rimane in via di sviluppo.
Questo panorama variegato riflette l’interesse crescente per la CCUS come strumento per ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere gli obiettivi climatici, tenendo in considerazione che proprio gli Stati Uniti sono la nazione con la maggiore capacità di cattura. Nonostante ciò, emerge anche la necessità di una maggiore armonizzazione e chiarezza normativa per facilitare una diffusione più ampia e efficace di questa tecnologia.
Nel resto del mondo?
Anche in Cina la CCUS è una componente fondamentale per la neutralità carbonica. Il 13° e il 14° piano quinquennale includono obiettivi specifici per la promozione delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio. Nel 2019 sono state pubblicate le linee guida per la progettazione e gestioni dei progetti nel settore. Le principali normative sono la Law on the Prevention and Control of Atmospheric Pollution e la Renewable Energy Law.
Vista la grande dipendenze dall’esportazione di combustibili fossili, lo sviluppo di tecnologie ed impianti utili a catturare il carbonio è molto forte in Medio Oriente e soprattutto nel Golfo, dove tuttavia il quadro normativo è ancora in fase di sviluppo per tutti i paesi. I governi stanno integrando la CCUS nelle politiche di sostenibilità e nelle strategie utili a ridurre le emissioni senza però aver emanato delle regolamentazioni specifiche.
Simile la situazione in Sud America, Africa e Russia, con un quadro normativo ancora in via di sviluppo con tante questioni ancora da definire che molto probabilmente si baseranno su standard internazionali.
Un buon riferimento potrebbe essere il già citato Legal and Regulatory Frammeworks for CCUS pubblicato dall’International Energy Agency. Nel manuale viene proposta una panoramica dettagliata delle strutture legali e normative necessarie per implementare e gestire efficacemente i progetti di cattura e stoccaggio del carbonio. Il documento fornisce una guida pratica per la creazione di un sistema normativo solido. Viene inoltre fornito un Database (CCUS Legal and Regulatory Database) ricco di esempi di quadri normativi provenienti da tutto il mondo.
Interessante notare invece come L’Australia abbia uno dei quadri normativi più avanzati con regolamenti dettagliati. Già nel 2006 l’Offshore Petroleum and Greenhouse Gas Storage Act forniva un quadro normativo per la gestione delle attività di cattura del carbonio offshore. Successivamente la Low Emission Technology Roadmap includeva la CCUS tra le tecnologie chiave per ridurre le emissioni anche grazie ad appositi programmi di supporto per progetti su larga scala.
Non solo una necessità tecnica, ma un imperativo strategico
La creazione di un quadro normativo solido e funzionale per la tecnologia CCUS non è solo una necessità tecnica, ma un imperativo strategico per affrontare la crisi climatica globale.
Mentre i progressi normativi in diverse parti del mondo, come l’Australia e gli Stati Uniti, offrono modelli preziosi, è evidente che un approccio coordinato e armonizzato a livello internazionale potrebbe accelerare l’adozione e l’efficacia di queste tecnologie.
In questo contesto, l’Europa ha dimostrato una leadership normativa, ma resta cruciale il continuo aggiornamento delle norme per tenere il passo con l’innovazione tecnologica e le dinamiche di mercato. Allo stesso tempo, regioni come il Medio Oriente e la Cina stanno integrando la CCUS nelle loro strategie di sostenibilità, sebbene con sfide normative ancora da risolvere.
In definitiva, l’efficacia delle normative sulla CCUS dipenderà dalla capacità di creare un quadro regolamentare flessibile e robusto, in grado di promuovere investimenti, garantire la sicurezza e sostenere gli obiettivi globali di riduzione delle emissioni.
Andrea Carena è Field Engineer SLB
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